venerdì 22 luglio 2011

Il prezzo dei libri

del Disagiato

Sulla legge che vorrebbe limitare o regolamentare i prezzi dei libri già scrissi tempo fa. Ora che anche il Senato ha licenziato il ddl vedo di spendere ancora e brevemente due parole. Il testo sarebbe questo
Nella seduta antimeridiana del 20 luglio l'Assemblea ha approvato definitivamente il ddl 2281-B, che prevede la nuova disciplina del prezzo dei libri, ponendo un argine a una situazione di deregolamentazione che ha finora nuociuto alla cultura e all'editoria media e piccola, alle librerie di medie e piccole dimensioni. In particolare viene affidato all'editore o all'importatore la determinazione del prezzo del libro e viene disposto che il prezzo effettivo di vendita al consumatore finale non contempli sconti superiori al 15 per cento, tranne per alcune categorie di libri; le nuove disposizioni si applicheranno dal 1° settembre 2011. A distanza di dodici mesi dovrà essere elaborata una relazione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sugli effetti delle nuove disposizioni sul settore del libro.
Aggungo, visto che qua non sta scritto, che lo sconto sui libri può raggiungere il 25% in caso di campagne promozionali degli stessi editori. Bene, vediamo cosa succede nella mia libreria che appartiene alla suddetta fascia medio piccola e che convive giornalmente all’interno del centro commerciale con un supermercato che vende anche libri.
 La piccola libreria come la mia non applica mai, dico mai, il 15% di sconto sui libri, a meno che non ci sia una particolare promozione della casa editrice. Quando arriverà il nuovo libro di Fabio Volo, la mia libreria lo venderà a prezzo di copertina mentre l’enorme supermercato potrà, applicando la legge, decidere di fare uno sconto non superiore al 15%. Perché? Per quello che viene detto potere d’acquisto. La libreria che si rifornisce di 100 copie non può permettersi di fare sconti, mentre chi di copie ne acquista 2000, come il supermercato affianco a noi, sì. Potere d’acquisto, appunto. E badate che stiamo parlando della mia libereria che è di media grandezza, quindi figuratevi il piccolo negozietto all’angolo della strada che di copie ne acquisterà ancora meno.

Rimangono da capire ancora alcune cose: la differenza di prezzi tra editori ed esportatori, la possibile somma di promozioni all’interno di una grandissima libreria (chi ha la tessera Auchan ha diritto a degli sconti) e rimane, più che altro, da capire come verranno regolamentati i prezzi nella distribuzione on line. Questi ultimi applicano al momento sconti straordinari se confrontati con i prezzi di una libreria medio piccola. Le sante dello scandalo, di Erri De Luca, in questo momento su IBS gode, senza particolari motivi promozionali, del 20% di sconto. In futuro come verrà disciplinata la situazione, visto che si vuole porre un argine a una situazione di “deregolamentazione che ha finora nuociuto alla cultura e all’editoria medio piccola, alle librerie di medie e piccole dimensioni”? Mi pare una sciocchezza licenziare un ddl del genere senza approfondire e disciplinare il negozio virtuale. Lo stesso relatore al Senato del Pdl riferisce:
Il provvedimento licenziato oggi dall'aula é giunto a conclusione del suo lungo iter legislativo offrendo una tutela della cultura libraria ed una protezione della piccola e media editoria, che già da tempo avrebbero dovuto essere messe in pratica e che dovranno essere ulteriormente approfondite, per corrispondere alle nuove frontiere dell'editoria on line.
Breve parentesi. Visto che voi altri non siete ingenui, vi sarete già accorti che durante le campagne promozionali i prezzi dei libri aumentano. Se, ad esempio, domani mattina le edizioni tascabili dell’Einaudi patiranno per una campagna promozionale del 25%, bene, sappiate che già ieri sera i commessi hanno, prezzatrice alla mano, già alzato i prezzi della maggior parte dei libri Einaudi Tascabili. Prezzo determinato dalla casa editrice, come scritto nel ddl che sta qui sopra.

11 commenti:

  1. Mi sembra che chi vende on-line, se lo fa dall'Italia, dovrebbe essere sottoposto alla stessa legge.... o no?
    Certo che tra sconti, promozioni, punti delle tessere.. si rischia davvero di non capirci niente.

    Mi fa sorridere l'ultimo paragrafo..
    anche nel mio lavoro si parla sempre, tutti i santi giorni, di sconti. Credo che sia un fenomeno molto italico perché quando ho a che fare con clienti stranieri (piuttosto raramente, a dire la verità), si parla sempre di prezzo e non di sconto.
    Tra i clienti nazionali ci sono persone che prima di chiedere il prezzo, prima addirittura di informarsi sule caratteristiche di cosa stanno per acquistare (e sono prodotti legati alla sicurezza sul lavoro..), chiedono come primo dato quale sconto viene loro riservato.

    A volte mi capita, per accontentare il mio interlocutore, di proporre percentuali di sconto esagerate, prendendomi poi qualche secondo per comunicare un prezzo "ufficiale" adeguatamente rialzato. E' un ridicolo, ma anche squallido, teatrino.
    variabile

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  2. I cosi' detti "periodi promozionali", che dovrebbero essere limitati, ormai si protraggono per la maggior parte dell'anno. Esempio: promozione oscar -30% un mese, pausa di una settimana, promozione oscar 3x2 venti giorni, pausa dieci giorni, promozione tascabili -20% quindici giorni ecc... Quindi questi sono gli escamotage delle librerie per contrastare il perenne sconto -15% (raddoppiato con tessera fedelta') del supermercato. Fatta la legge: trovato l'inganno. IBS non potra' piu' fare sconti competitivi? Amazon allora.

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  3. @Variabile
    Quando si parla di materiali legati alla sicurezza allora la cosa diventa più grave. E sinceramente non pensavo che anche nel tuo mestire esisterro queste situazioni.

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  4. @Ste
    Il fatto è che non si sa nulla di Ibs e degli altri siti e promuovere una legge senza pensare al mercato on line, cioè quel mercato alternativo al nostro (per ora non più forte), mi sembra una boiata pazzesca.

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  5. @Marco.
    Solo perchè ci sono le bibliotecarie carine.

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  6. A me sembra di aver capito che il mercato on line debba seguire le stesse regole del mercato normale, ma magari sbaglio.

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  7. Magari è sfuggito a me e allora ti chiedo gentilmente un link.
    Lo stesso relatore, come ho scritto, dice che la vendita on line deve essere ancora approfondita.

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  8. Link alla bozza.
    Sul sito del parlamento la versione definitiva non è ancora stata pubblicata, ma nella bozza di cui ho messo il link dice:
    "2. È consentita la vendita dei libri ai consumatori finali, da chiunque e con qualsiasi modalità effettuata, compresa la vendita per corrispondenza anche nel caso in cui abbia luogo mediante attività di commercio elettronico, con uno sconto fino ad una percentuale massima del 15 per cento sul prezzo fissato ai sensi del comma 1."(prezzo fissato dall'editore).
    Se è rimasta invariata, si applica anche ai vari Amazon/IBS.

    Entrando nel merito, si aumentano per legge i costi per i consumatori per spostare parte delle vendite dalla GDO/corrispondenza a librerie medio-piccole.

    Personalmente, mi sembra un provvedimento dannoso perché:
    *va a danno dei consumatori (pagando di più possono acquistare meno o devono sacrificare risorse che spenderebbero su altri beni; solo negatività)
    *toglie vendite alla GDO per darle a venditori medio-piccoli (ci sono solo interessi di parte, senza un beneficio collettivo);
    *lesivo della libertà di scelta dei clienti e di prezzo per i venditori (chiamatelo pure libero mercato, ma obbligare un acquirente a pagare per un servizio aggiunto che non vuole è dittatura/statalismo/pizzo);
    *non produce valore aggiunto a fronte di un aumento di spesa per il cliente;
    *disincentiva le innovazioni che diminuirebbero il rapporto costi/ricavi (queste innovazioni si basano sui volumi; se non posso abbassare il prezzo, non aumento i volumi di vendita e non ho un ritorno per gli investimenti).
    :|
    Deve essere il cliente a poter scegliere tra un intermediario o un altro in base sia al prezzo che al servizio.

    Se i librai non sono più necessari (il servizio aggiunto non è richiesto dai clienti), è brutto dirlo ma è meglio che si dedichino ad altro, così chi vuole libri può comprarli a meno, e la forza-lavoro del libraio può essere usata per altri scopi.
    Se invece c'è chi preferisce ancora comprare dal libraio (perché è vicino casa, perché riceve buoni consigli, perché lo avvisano per le nuove uscite e gli mettono da parte una copia, ecc...), avrebbero già il loro mercato senza questa -dannosa- legge.

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  9. Bene, mandiamo tutti i librai a pulire i cessi del centro commerciale, in questo modo i clienti saranno piu' soddisfatti: potranno sedersi sulla tavoletta lustra, a leggere un libro che hanno pagato poco al GDO e non avremo forza lavoro sprecata; i librai saranno piu' ricchi: 600 euri in piu' al mese. (apocalittico)

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  10. Grazie Alessio per la spessa puntualizzazione. Per quanto riguarda la vendita on line sono proprio curioso se il primo settembre le cose staranno come stanno nelle librerie. Mi sembra strano.

    Le ultime tue righe sono veritiere abche se, essendo libraio, mi scoccia ammetterlo. Orami una fetta sempre più ammpia di pubblico (ho la sensazione che siano i lettori forti) ritengono di fare a meno del libraio.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)