mercoledì 6 luglio 2011

"Non si sa mai"

del Disagiato

Mentre in libreria cerco di sistemare una pila di libri di Stephen King mi si avvicina una signora con in mano un’edizione per ragazzi di Piccole donne e mi dice: “Scusi, lei è qua?” (che sta per “Lei lavora qua?”. Molti clienti bresciani si esprimono così). “Sì, lavoro qua”, rispondo io. “Guardi, volevo chiederle se questo libro può andar bene per una ragazzina di tredici anni”. “Sì, va benissimo”, rispondo. E lei a questo punto si porta una mano sul mento, fa una faccia dubbiosa e si mette a fissare il libro. Poi dice: “No, perché non vorrei che…”. “Mi dica signora, non vorrebbe che cosa?”. “Non so, non vorrei che non fosse adatto. Con tutte le schifezze che ci sono in giro non si sa mai”. E io, che nonostante gli anni in libreria ho mantenuto la mia ingenuità pura e intatta, non riesco proprio a comprendere cosa abbia spinto la signora ad afferrare quel libro per poi esaminarlo insieme a me in modo così irrequieto. E allora le chiedo cosa c’è che non va, perché mai non dovrebbe andare bene, perché, signora, questo è un classico della letteratura e sono tante le bambine che leggono Piccole donne. E mentre parlo e mentre i miei occhi scrutano la libreria viene a pungermi una parola: schifezze. “Signora, scusi, ma lei cosa intende per schifezze?”

“Voglio essere sicura che nel libro non ci sia niente di pornografico. Il titolo, Piccole donne, mi suonava male e quindi ho pensato che dentro il libro, insomma, ha capito cosa intendo...”.
E io la guardo e lei mi guarda. E io rido come ridono i commessi e lei ride come ridono i clienti. E poi smetto di ridere e lei smette di ridere.

13 commenti:

  1. poteva essere una rivisitazione moderna, non si sa mai

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  2. Sarebbe stato interessante continuare in libreria la discussione con questa signora e chiederle qualche maggiore informazione sul dove come e perchè si siano formate le sue idee in cotal senso.

    Così, perchè sentirselo ripetere non può fare che bene.

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  3. Basta sapere che esiste una parola che spiega episodi come questi: fissazione.

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  4. E io rido come ridono i lettori di blog.
    Mi è apparsa in mente l'immagine dell'edizione di "Piccole donne" che ho letto da bambina, con la copertina a sfondo blu, con i bordi dorati.
    Che bel ricordo!
    Agota

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  5. Viva l'ignoranza! Non credevo fosse così dilagata! Forse colpa dei cartoni ?

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  6. non oso pensare a "piccole donne crescono"

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  7. Comunque per cercare l'immagine sopra sono capitato in "Piccole donne fottono". Che scontati che sono.

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  8. Dopo una risata iniziale a me verrebbe da piangere. Lasciamo stare il fatto che la signora non conosceva il libro in questione (cosa che ammetto pure io). Il problema qui è l'atmosfera che si è venuta a creare: un'atmosfera corrotta, di costante dubbio. Una mamma non si sente neppure libera di andare in libreria a comprare un romanzo per la figlia che subito ha paura le capiti tra le mani qualcosa di pornografico. E' preoccupante.

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  9. Sul fatto che i clienti non conoscano certi libri potrei scrivere cinque post al giorno, ma non li scrivo per una sorta di rispetto che ho nei confronti di una certa fascia sociale e culturale. Ciò che mi ha spinto a scrivere il post è quel "non si sa mai" molto preoccupato che è, secondo me, il prolungamento di un estremo allarmismo di chiara origine giornalisticotelevisiva. La signora, a dire la verità, era più una nonna che mamma. Ma nell'economia del discorso penso che la cosa non cambi di molto

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  10. Io mi sono ricordato che tanti anni fa, con la mia amica del cuore andai al cinema a vedere il film tratto dal libro in questione. Alla fine, mentre tutti piangevano, io e la mia amica facevamo le smorfie che non scoppiare a ridere come in genere ridono quelli che vanno al cinema. E lì ho scoperto che quel film e quel libro qualcosa di inquietante ce l'hanno davvero, e dunque forse la signora della libreria aveva ragione a preoccuparsi. L'alternativa, ossia essere due spostati noi che ridevamo mentre gli altri piangevano, oggi mi diverte un po' meno.

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  11. E se fosse la seconda ipotesi? No, non può essere ;)

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  12. Ma che una signora, che sta acquistando un libro per una tredicenne, non sappia che cosa sia "Piccole donne", significa che: non l'ha mai visto in giro durante la sua infanzia e adolescenza (gasp, perché l'età ci sarebbe); non ha mai visto il film con Liz Taylor (se è vecchiotta), con Winona Ryder (se è un po' più giovane), e non ha nemmenon mai visto "Una per tutte, tutte per una". Cioè, impermeabile a tutto.

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  13. Io lo so a memoria e potrei declamarlo in qualsisasi momento.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)