mercoledì 13 luglio 2011

Uno diritto e uno rovescio

del Disagiato


Domani ti diranno che quello che ieri hai impilato con tanta fatica oggi si è sfasciato. Te lo diranno con una telefonata in pieno pranzo, a tradimento, mentre sei davanti al televisore a mangiare come un innocente. “A proposito”, ti diranno dopo un discorso già avviato, “i vocabolari sono caduti”. E tu rimarrai un po’ a bocca aperta, con la forchetta in mano. “È caduto tutto?”. “Sì, è caduto tutto. A un certo punto abbiamo sentito un fracasso là in fondo al negozio e tutti abbiamo capito che erano i vocabolari che ieri hai impilato tu”.

E allora continuerai a mangiare ripensando a come è potuto succedere. I vocabolari blu, che formavano la pila più alta, li ho messi in mezzo, penserai, quelli verdi a sinistra e tutti gli altri a destra. Un’ora, ho impiegato. Anzi, di più. Ho spostato libri a terra, ho fatto spazio abbondante e ho cominciato la costruzione. Io che è da una vita che vado dove tira il vento ho fatto addirittura dei calcoli per mettere in bella esposizione quei volumi che pesavano tanto. Come è potuto succedere?


E allora, domani, dopo la notizia, ritorneranno anche le impressioni. Sì, in effetti pendevano un po’ a sinistra, anzi no, un po’ a destra ma pensavo fosse solo un impressione. Pensavo che mai e poi mai avrebbero ceduto. Un’ora ho impiegato a sistemarli. Faceva caldo, c’erano i clienti e poco spazio per agire, ma io con i denti stretti e le mani disciplinate sono riuscito a trovare il mio spazio, la quadratura, la forma. Pensavo fosse un buon lavoro. Che cosa è stato a far crollare tutto?

“I vocabolari che hai impilato tu”, ti dirà domani la collega, per telefono, un po’ scocciata. E tu te ne stari zitto, a bocca aperta, come fanno quelli che ricevono una brutta notizia. Le simmetrie e gli equilibri non sembravano precari, l’ordine delle pile era bello da vedere. Troppo alte? Troppo vicine le une alle altre? L’esposizione aveva anche attirato un paio di clienti che visto il prezzo basso si sono decisi per un vocabolario di spagnolo e per un vocabolario di inglese. I volumi che stanno davanti alle pile alte possono aver influito? No di certo, troppo basse e innocue per decidere la caduta dei volumi alle loro spalle. Ecco, forse qualcuno che volontariamente ha voluto fare il pasticcio: una vendetta. Ma no, neppure questo è possibile, non ho nemici capaci di farmi questo.

E allora cosa è stato? “Li hai messi testa coda, i vocabolari?”, ti chiederanno i colleghi. Mettere i libri “testa coda” e la prima cosa che ti hanno inseganto cinque anni fa, quando hanno deciso di darti dei soldi per fare il mestiere di libraio. “Quando impili i libri devi metterli uno che ti guarda e l’altro all’incontrario, uno che ti guarda e l’altro all’incontario. Serve per mantenere l’equilibrio, per far sì che non cadano” Uno dritto e uno storto, uno dritto e uno storto. Ecco, ti chiederanno se li avevi messi testa coda.

E allora domani dirai di sì, che i vocabolari li avevi messi testa cosa. Ma la verità è che no, non li hai messi tutti testa coda. Le pile centrali, quelle più alte sì, ma quelle laterali no. Eri troppo stanco, faceva un caldo infernale, c’erano i clienti ad interrompere il tuo lavoro e allora hai messo testa coda solo le pile centrali. “Non serve che lo faccia con tutte le pile, con tutti i vocabolari, con tutti i volumi”, hai pensato ieri. “Non sarà mica questa cosa che non ho messo testa coda tutti i libri che ha portato alla rovina, alla caduta. Non può essere”, dirai a te stesso domani pomeriggio. Domani sarà tutto da rifare, con il caldo, la stanchezza, le ascelle sudate e i clienti esigenti. Ancora una volta, sperando che non cada.

7 commenti:

  1. dai, lo sappiamo che la colpa è della signora che ha preso quello in fondo alla pila perché sporgeva un poco ed era più semplice che mettersi in punta di piedi e tirare via quello in cima.

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  2. Ecco, allora mi diranno che li ho fatti troppo alti. Dovevo immaginarlo.

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  3. Un bel cerino..

    Ma la posizione dei libri è studiata nel dettaglio o è lasciata alla vostra sensibilità?
    variabile

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  4. Sensibilità? Mi commuovi caro Variabile ;)
    Diciamo nessuno dei due. L'esposizione deve essere visibile e ordinata.

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  5. Io dico che, invece, l'esposizione dei libri e' guidata dalla nostra sensibilita'. I colleghi che non hanno sensibilita' buttano i libri a caso, sullo scaffale, a caso, nel magazzino, a caso, nella vetrina.

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  6. pensavo che ci fossero delle direttive precise dettate dal marketing, sullo stile delle caramelle vicino alla cassa, nei supermercati..
    variabile

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  7. Caro Disagiato, grazie.
    Grazie perché, stanotte, sicuramente non mi cadranno in testa i libri che, stamattina, avevo impilato in malomodo sul mio comodino.
    Grazie.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)