“Scusi, lei lavora qua?”.
“Sì, lavoro qua. Posso aiutarla?”.
“Guardi, mi servirebbero due libri: Bianca come il latte e poi Rossa come il sangue”.
“No, guardi che si tratta di un libro solo: Bianca come il latte, rossa come il sangue”.
“Impossibile”.
“È un titolo solo, mi creda. Lei l’ha spezzato in due”.
“Impossibile”.
Io e la collega che sta vicino a me scoppiamo in una risata per nulla soffocata e la cliente si offende. Un po’.
***
“Ciao, siccome sono troppo stanca per girare come una scema, volevo chiederti un consiglio per un regalo da fare a una amica. Mi raccomando, un bel libro”.
"Un bel libro…fammi pensare…ecco, questo secondo me è un bel libro”.
“Mmmm. Oppure?”.
“Oppure…oppure questo. Parla di amicizia, tra l’altro”.
“Mmm, non so. Ma ce l’avete I love shopping?”.
“Sì, ce l’abbiamo. Però…però magari sarebbe bello regalarle qualcos’altro”.
“Perché? I love shopping non ti piace?”.
“Non l’ho mai letto, però…”.
“Non so cosa avete tutti quanti contro I love shopping. Anche il mio fidanzato mi prende in giro perché leggo libri così”.
“Beh, dai, I love shopping non è proprio un libro bellissimo”.
“Tu però non l'hai mai letto. E poi questa è un’opinione”.
“Tu infatti mi hai chiesto un'opinione. Mi hai chiesto di consigliarti quello che secondo me è un bel libro”.
“Mmm”. E si offende e mi dice che fa un giro per la libreria e poi vede lei cosa prendere.
***
Una signora mi si avvicina. Nella mano sinistra tiene una guida di New York Touring Club e nella destra una guida di New York Lonely Planet.
“Scusi, lei quale mi consiglia?”.
“Io le consiglio quella della Lonely Planet. Mi sembra più completa”.
“No, perché io sono abituata con le guide Touring. Dice che è meglio l’altra, allora?”.
“Secondo me è meglio l’altra. L’altra non dice solo quali sono le cose belle del luogo ma anche le cose brutte. Può essere utile anche sapere dove non dormire o non mangiare”.
“Dice? Però io sono abituata con le guide della Touring Club. Mio marito ne ha una collezione”.
“Signora, lei deve proseguire la tradizione allora”.
“Non è questione di tradizione, è solo che le chiedevo quale guida utilizzerebbe per andare a New York, tutto qua”.
“E allora io le dico che utilizzerei questa qui della Lonely Planet”.
“Dice? Però non capisco cosa non vada nelle guide della Touring Club. Io e mio marito siamo abituati a usarle ovunque andiamo”.
“Signora, questa della Turing Club va benissimo. Faccia quello che la fa sentire meglio”.
“Sì, sì, però la vedo un po’ scocciata, adesso”, mi dice leggermente offesa. E io sorrido e me ne vado fingendo che là in fondo hanno bisogno di me.
***
“Ciao, vorrei, anzi, dovrei fare un regalo a mio padre e quindi ti chiedo per favore di aiutarmi. Un libro che non costi troppo perché non voglio spendere troppi soldi per lui. Non abbiamo un bellissimo rapporto, in cinque anni ci siamo visti una volta sola, ma no, ah ah ah, che dico, in un anno ci siamo visti cinque volte e non ho ancora capito che gusti ha. So solo che legge tanto e di tutto e una volta, pensa te, gli ho regalato una scatola di cioccolatini e lui sai cosa mi ha detto? Mi ha detto che dovevo sapere che a lui piace leggere e che di una scatola di cioccolatini proprio non sa che cosa farsene e allora…hai capito come ci sono rimasta? E adesso eccomi qua a comprargli un libro, così dopo è contento e non mi spacca le palle. Però, ti ripeto, non vorrei spendere troppo perché non mi passa per la camera del cervello buttare via soldi per uno come lui. Guarda, sapessi il nervoso. Io e lui non abbiamo mai avuto un rapporto, non ci siamo mai parlati seriamente…”.
Le suona il cellulare che lei in modo molto agitato tira fuori dalla borsetta. Con la mano mi chiede scusa per l’interruzione e piglia a parlare molto offesa e indignata:
“Amore, cazzo, quante volte ti ho detto di sistemarle diversamente le cose? Ti ricordi poi come è andata a finire l’altra volta? Te lo ricordi o no? Cazzo, non possiamo ritrovarci sempre a questo punto…”. Lei abbassa la voce ed esce dal negozio. Poi ritorna, mi chiede scusa, sceglie senza il mio aiuto un libro da 4 euro e cinquanta, paga e andando via mi dice: “Grazie e... scusa”. E fa un sorriso bello, così bello che avrei voluto darle una carezza in pieno negozio, davanti a tutti. Ciao.
“Scusi, non capisco perché questo vocabolario costa dodici euro, mentre questo costa sei. Sono tutti e due vocabolari di Spagnolo”.
“Uno è più grande, l’altro è più piccolo. E poi sono case editrici diverse”.
“Le pensate proprio tutte...”.
“No, guardi che i prezzi non li decidiamo noi”.
“Sì, sì, inventatevi qualcos’altro”.
E se ne va offeso.
***
"Ciao papà, cosa ci fai qua?".
"Non lo so. Mi sentivo solo".
Quante solitudini, messe tutte insieme.
RispondiEliminaHa detto proprio "camera del cervello". Proprio così cara Ste.
RispondiEliminaDettaglio che mi era sfuggito, devo ammetterlo. Lapsus freuidiano? Perchè il padre non dovrebbe entrare in camera della ragazza? Quale evento dell'infanzia ha fatto si' che ora, padre e figlia, non si parlino? Perche' la figlia si sente in obbligo di soddisfare i piaceri del padre?
RispondiEliminaHo trovato le domande giuste? Le risposte me le devi dare tu, che sei l'esperto..
Sono l'esperto del niente. Poi oggi è domenica e quindi abbandono le interpretazioni ;)
RispondiEliminaIo confesso di aver letto "I love shopping". Posso quindi dire con cognizione di causa che è una cagata pazzesca.
RispondiElimina(Anche io come "il padre" leggo di tutto. In camera, in bagno, al mare, in aereo.)
Disagiato, tuo padre mi fa tenerezza. Te lo invidio.
RispondiEliminaTutti i padri sono uguali ma alcuni più degli altri.
RispondiEliminaNah, ti assicuro. Il mio somigliava più a quello di Pietro Moroni in "Ti prendo e ti porto via".
RispondiEliminaPsychiatric help 5 cents. The doctor is in.
RispondiEliminaCerte volte la gente si comporta in modo strano a prescindere dal fatto che si trovi in una libreria o in un altro qualsiasi posto. Per me è stato gradevole leggere quello che ha scritto e a volte anche io mi sento come lei, magari in altri contesti, in certe situazioni paradossali come quella in cui si è trovato lei nella quale una cliente le chiedeva un consiglio però poi voleva consigliato un libro che piaceva a lei. Tutto ciò è paradossale perchè se chiedo un consiglio non posso aspettarmi che mi venga consigliato fortamente quello che voglio io, altrimenti sceglierei io. Mi piace molto anche il suo modo di scrivere.
RispondiEliminaM'è venuto in mente solo adesso. Alla ragazza per il padre avrei consigliato "Portami a casa" di Jonathan Tropper.
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