giovedì 14 luglio 2011

meno bonus meno male

di lo Scorfano


Non so se la notizia sia davvero stata riportata solo dal «Giornale» di famiglia e da «Libero», non ne sono sicuro: però io l’ho trovata solo lì. Ho anche provato a cercare nelle cronache locali della «Repubblica» e del «Corriere», ma niente, non ho trovato niente. E mi è pure dispiaciuto molto, lo ammetto: perché forse non è senza malizia che la notizia è stata trascurata. La quale notizia, in ogni caso, è questa:
Il primo taglio della giunta Pisapia cade come una mannaia sui libri della scuola. A muovere il primo passo concreto verso verso il mix di austerity e aumenti tariffari che è la ragione sociale dell’assessorato al Bilancio di Bruno Tabacci è stato il vicesindaco con delega all’Educazione Maria Grazia Guida. Da lei è arrivato lo stop al bonus libri per i bambini delle scuole medie a partire dall’anno 2012/2013.
Cioè, il comune, che rimborsava a tutte le famiglie milanesi il costo dei libri scolastici della scuola media inferiore, non lo rimborserà più. Non da questo settembre, ma comunque dall’anno prossimo. Non è tutto qui, però. Ecco come prosegue «Libero»:


Il bonus scuola era un punto d’orgoglio dell’assessore alle politiche sociali Mariolina Moioli, perché aveva reso Milano l’unica città d’Italia a concedere aiuti economici importanti a tutte le famiglie senza distinzioni economiche: 200 euro per la prima media, 80 euro per la seconda e 90 per la terza. Tra dodici mesi, invece, solo i redditi più bassi potranno accedere al bonus, e contestualmente cadrà il limite di almeno due anni di residenza in città necessario per poter godere del beneficio. Richiesta, questa, che permetterà ai bambini degli immigrati appena arrivati in città di contendere il bonus ai figli dei milanesi.
Ora, anche tralasciando la becera sgradevolezza dell’ultimo periodo (figli di immigrati, figli di milanesi, figli di), io sono proprio contento di questo provvedimento della giunta Pisapia. E non lo considero, per niente, un taglio alla scuola. Anzi: la considero una misura giusta e doverosa (e non siate maliziosi voi, adesso: lo scrissi già due anni fa, in tempi non sospetti).

Tutti gli anni, a settembre, assistiamo alle lamentazioni delle associazioni dei consumatori e delle famiglie sul «caro libri» nella scuola; tutti gli anni compaiono articoli sui quotidiani che sparano cifre tipo «500 euro», «700 euro», e cose del genere; mettendo insieme astucci griffati, penne luminose, diari dei comici di Zelig e libro di matematica. Non è così, ovviamente. Esistono dei precisi tetti ministeriali di spesa che le scuole sono tenute a rispettare. E, per le classi delle scuole medie, i tetti sono di 290 euro il primo anno, di 115 il secondo, di 130 il terzo. Molti soldi forse, ma solo per chi ha un reddito basso, cioè per la minoranza degli studenti italiani.

Perché la maggioranza, invece, indossa capi di abbigliamento il cui costo è già di per sé superiore a quelle cifre. Un paio di scarpe di uno qualsiasi dei miei alunni costa di più dei libri di testo che gli serviranno per tutto l’anno (e che potrà anche rivendere, tra l’altro). Il telefono cellulare con la mela, che in tantissimi posseggono e portano a scuola, costa come due anni di libri scolastici. Certe felpe di marca, che pubblicizzano a caratteri cubitali quella stessa marca, costano più di tutti i libri di italiano che un ragazzo comprerà in cinque anni (cinque) di liceo o in tre di scuola media.

Certo, ci sarà anche chi fa fatica, ne sono sicuro: ma per quelli, infatti, il bonus resterà e, se ho ben capito, verrà pure aumentato. Vi dà fastidio che la maggior parte di coloro che lo riceveranno saranno extracomunitari? Non ve la prendete, datemi retta: significa solo che sono più poveri di voi, molto più poveri di voi. E che non verranno mai a scuola con l’aifone.

Per cui, dopo aver constatato con dispiacere che sia «Repubblica» sia il «Corriere» hanno creduto opportuno non dare questa piccola notizia, mi congratulo con Pisapia e con chi nella sua giunta ha preso questa decisione. Bene così: fate in modo che i i milanesi si comprino un po’ di libri, ogni tanto; fate in modo che sappiano che quei libri costano meno di un qualsiasi paio di scarpe tra quelli che posseggono, fate in modo che sappiano che andare a scuola e studiare è più importante che possedere quel fighissimo paio di scarpe. Magari sarete antipatici a qualcuno, magari l’associazione dei genitori che consumano felpe e yogurt vi metteranno in croce sulla stampa locale e nazionale, non è impossibile. Però «politica sociale» vuol dire esattamente questo, in effetti: che chi ha i soldi per comprarsi i libri se li compra; e chi invece non li ha, riceve un aiuto. L’aiuto dato a tutti, in modo indiscriminato, non ha nulla di «sociale», a ben pensarci. E non aiuta nessuno, se si fanno bene i conti.

27 commenti:

  1. Un po' di onestà intellettuale, finalmente, bravo!

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  2. E grazie! (e ora aspettiamo che compaia anche su altri quotidiani, la notizia)

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  3. Eh, caro Plus, certe polemiche mi scassano la minchia...

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  4. Ti voglio bene, professo'. Sul serio. :)

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  5. Caro Professore, non è questione di figli di immigrati figli di italiani, bensi' di figli di evasori fiscali... eh si prof. sono proprio loro che godono di privilegi come bonus libri, mensa,ecc. come Lei certo saprà essendo a reddito fisso e perciò tassato fino all'ultimo cent.

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  6. Ho pensieri analoghi quando guardo il parcheggio universitario e penso alla retta di iscrizione e alle polemiche sul diritto allo studio.

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  7. @piragna

    Scusa caro piragna ma la tua argomentazione mi pare molto poco credibile. Non si può sospendere un servizio necessario ad alcune famiglie solamente perchè altre, infrangendo la legge, ne usufruiscono. Sarebbe una misura delirante. Potrei fare l'esempio di un contadino che non innaffia l'orto per non far crescere le erbacce. In questo modo muore tutto. Cosa dovremmo fare allora: ridare questo bonus a tutti o iniziare a non darlo a nessuno?

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  8. Caro prof,

    perchè allora non fare anche noi come in Corea del sud e proporre la sostituzione del libro di carta con un comodo e tecnologico tablet?

    Solo per i non abbienti sarà gratuito, un pochino come tu riportavi per le misure del sindaco Pisapia a Milano.

    Uguale uguale.

    http://www.repubblica.it/scuola/2011/07/11/news/corea_via_i_libri_dalle_scuole_dal_2015_solo_ebook-18628996/

    http://www.mondotablet.net/notizie/391/In-Sud-Corea-si-studiera-con-i-tablet.html

    http://pbxnero.wordpress.com/2011/07/04/corea-del-sud-tablet-in-sostituzione-die-libri-scolastici-entro-il-2015/

    http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2011/07/08/corea_tablet_digitalizzazione_economia.html

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  9. Prima ancora del supporto tecnologico perche' non parlare dei contenuti: elaborazione collaborativa dei libri di testo con licenza creative commons coordinando le intelligenze di decine di migliaia di docenti.

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  10. Ecco, io non so chi è Luigi ma sono anni che ho questo in mente.
    Che faccio, metto un annuncio?
    Cerco colleghi con cui collaborare :-)

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  11. Luigi,

    magari in Corea del sud hanno anche prevista la licenza creative commons. Ci sarebbe poi da meravigliarci? Non molto oserei dire.

    In questa nostra Italia non hai visto il recentissimo spettacolo degli avvocati parlamentari contrari allo smantellamento del loro ordine professionale? Sia mai.

    Poco da meravigliarci purtroppo.

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  12. @piragna
    L'opinione di uno come me (che paga tutte le tasse, che non dà lezioni private a pagamento, che paga il canone Rai, anche se quest'ultimo con parecchie perplessità) è che per ovviare al problema dell'evasione fiscale, si debba combattere l'evasione fiscale. Non dare un bonus a tutti.

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  13. Ma perché al posto di comprare libri per ogni singolo studente non si comprano libri per la scuola che poi li passa di anno in anno ai ragazzi?

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  14. In Trentino, appoggiandosi ad alcune librerie viene gestito un servizio di comodato d'uso che garantisce la gratuità dei testi di scuola fino alla terza superiore. Per tutti gli studenti.

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  15. C'è anche da dire che i libri scolastici sono fattio in modo particolare ormai, e molti esercizi sono concepiti apposta per essere svolti direttamente sul libro stesso. In modo che l'anno successivo il libro sia inutilizzabile (io lo impedisco ai miei alunni: ma io sono una crudele eccezione).
    Poi c'è da aggiungere che studiare su un libro significa spesso devastarlo: sottolineature, scarabocchi, eccetera. E' concepibile che un ragazzo desideri un libro nuovo, quando si iscrive a scuola, secondo me.

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  16. Non vedo l'ora che aboliscano le regioni a statuto speciale.

    Quando si inizia la scuola si hanno dei libri, quando si finisce si hanno i propri libri. O almeno così dovrebbe essere se con quei libri si è studiato :)

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  17. L'opinione di uno come me (che paga tutte le tasse, che non dà lezioni private a pagamento, che paga il canone Rai, anche se quest'ultimo con parecchie perplessità) è che per ovviare al problema dell'evasione fiscale, si debba combattere l'evasione fiscale. Non dare un bonus a tutti.

    Credo di averti già detto che ti amo, ma non so se l'ho fatto pubblicamente. E soprattutto non so se la tua ragazza legge questo blog... ;))

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  18. La mia ragazza è qui con me che legge, e sta ridendo... ;)

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  19. Luigi ha avuto un'ottima pensata. Io continuo ad essere offeso dall'obbligo ministeriale di indicare libri di testo, di cui farei semplicemente a meno.

    uqbal

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  20. L'ennesima scelta politica in favore degli extracomunitari, gli unici che sostanzialmente avranno il diritto ad avere libri gratuiti pagati con le nostre tasse.
    Gli stessi extracomunitari che avranno il diritto di vedersi assegnare le prossime 3000 case popolari che verranno costruite a Milano con i soldi dei milanesi (questi i numeri delle graduatorie Aler).
    Gli stessi extracomunitari che occupano per oltre il 50% le nostre carceri per un costo giornaliero di oltre 3.500.000 euro ovviamente pagati da noi.

    Siamo arrivati al punto in cui gran parte delle nostre tasse non vengono impiegate per migliorare i servizi ma bensì per migliorare il tenore di vita degli extracomunitari

    Ed alla fine quando pensi di aver dato abbastanza senti l'imam di turno che lancia una profezia: " Con le vostre leggi democratiche entreremo, con il ventre delle nostre donne vi conquisteremo, con le nostre leggi vi domineremo".

    Quando la profezia si avvererà almeno fatevi ringraziare per il supporto fornito...

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  21. Caro Anonimo, queste tue parole mi ricordano quelle dette dal sindaco di Adro in una manifestazione leghista a Brescia: "Sono fiero di essere razzista se esserlo significa difendere le nostre tradizioni, le nostre case, le nostre donne". La notizia purtroppo è comparsa solo sul giornale locale.
    Quello che secondo me bisogna capire è che questa non è un'invasione, un tentativo di conquista nemico. E' una migrazione di persone che hanno voglia di lavorare e di condurre una vita dignitosa. Noi italiani facemmo la stessa identica cosa alla fine dell'Ottocento, inizio Novecento.
    Noi dobbiamo rispettare loro quanto loro devono rispettare noi. Chi non ha rispetto viene punito di conseguenza dalla legge.

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  22. Caro Alessandro, smettiamola di paragonare l'invasione straniera di oggi alle migrazioni degli italiani del 900, se hai la possibilità chiedi a qualcuno che è emigrato come venivano trattati all'estero e come dovevano comportarsi.

    Vi riporto di seguito le percentuali degli stranieri sul totale dei colpevoli per vari reati, premettendo che la percentuale complessiva degli stranieri che risiedono in Italia è del 8/9%

    - violenze sessuali quasi 40%
    - furti di vario genere oltre il 50%
    - rapine in villa oltre il 50%
    - spaccio di droga 30%

    Questo dovrebbe farti pensare sulle persone che hanno voglia di lavorare e di condurre una vita dignitosa.

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  23. "Ho anche provato a cercare nelle cronache locali della «Repubblica» e del «Corriere», ma niente, non ho trovato niente. E mi è pure dispiaciuto molto, lo ammetto: perché forse non è senza malizia che la notizia è stata trascurata"

    Non ti dispiacere allora, sco... Forse solo non avevi guardato bene (questo articolo è semplicemente uscito un giorno prima degli altri, nessuna malizia)

    http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/07/11/news/tagli_anti_austerity_a_scuola_addio_al_bonus_libri_per_tutti-18945693/index.html?ref=search

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  24. Dunque non avevo guardato abbastanza bene, nonostante le ricerche mirate... Meglio così. ;)

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  25. Gli italiani in America venivano trattati come forza lavoro. Appena sbarcati erano visitati e schedati in base alle loro potenzialità. Chiunque non fosse in grado di lavorare veniva rispedito seduta stante nel suo paese. Siccome è passato più di un secolo da allora, noi, che siamo persone più civili e che abbiamo imparato da quell'esperienza, non trattiamo gli immigrati come bestie da soma ma come persone. Se una persone inizia a delinquere dovrebbe scattare il rimpatrio.

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  26. Io sono trentina, e alle medie ho sempre usato libri in comodato d'uso: erano sempre tutti tenuti molto bene, sia perché cambiati ogni qualche anno, sia perché c'era il dovuto rispetto verso qualcosa che non è proprio (se lo perdi o lo distruggi, comunque, lo ricompri). E poi dai, siamo seri, i ragazzi giovani non sottolineano e evidenziano con tanta "foga da studio" come può fare un universitario. Oggi che l'obbligo scolastico arriva fino alle seconda (terza?) superiore, i libri vengono prestati anche per questi anni, con la possibilità di riscattarli a un prezzo contenuto se si desidera tenerli (cosa molto utile, ad esempio, per i testi che verranno usati anche negli anni successivi).
    Personalmente, mi sembra un modo più oculato di usare i fondi pubblici: dare un bonus in euro non incentiva l'acquisto e la vendita di libri usati, la somma necessaria può variare molto a seconda del corso, è difficile obbligare i professori a rispettare il tetto di spesa dovuto. Quando, invece, è la scuola stessa a fare l'acquisto, non c'è pericolo di sforare il budget e il riutilizzo è sicuro. Anche a vantaggio dell'ambiente, se vogliamo. Senza contare che può aiutare ad imparare il rispetto per le cose pubbliche fin da piccoli.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)