Quando ho letto l’accusa nei confronti di Dominique Strauss-Kahn ho pensato subito che lui fosse colpevole. Ho messo in moto quello che tutti chiamano Pregiudizio e cioè un giudizio senza prova. Perché? Semplice: DSK è un uomo potente e mia mamma e mio papà mi hanno insegnato sin da bambino a diffidare degli uomini potenti, perché gli uomini potenti spessissimo non badano alle regole e alla morale e anche perché, forse questo è il nocciolo della questione, i potenti sono più ricchi di me e del mio vicino di casa. Allora, sommando tutte queste cose pensate con la pancia, ho pensato che lui fosse colpevole di aver stuprato una povera e indifesa cameriera di colore. Pregiudizio, insomma.
Di fronte a casa mia c’è una bella casa abitata da un signore che, tenetevi forte, ha in garage due Ferrari (l’ho visto al volante della sua macchina rossa anche poco fa, mentre tornavo dalla libreria). Io lo detesto, inutile dirlo. Lo detesto perché tiene accesa la sua Ferrari una buona ventina di minuti prima di uscire dal suo cancello e sgommare chissà dove. Lo detesto perché non ha ansie, perché non prova rimorso e perché se ne fotte altamente di me e del mio vicino di casa. Però, se devo essere sincero, io la musica, in casa, la tengo a palla almeno un tre quarti d’ora al giorno e nessuno, che io sappia, ha mai detto nulla. Quindi ritengo il signore con le due Ferrari un coglione per il semplice fatto di avere due Ferrari. Pregiudizio. Che magari, invece, è un uomo intelligente e sensibile, nonostante le due Ferrari. Magari.
Le accuse nei confronti di DSK si sono complicate e sgonfiate, ma nulla cambia: il mio pregiudizio rimane, insistente, a farmi pensare certe cose da vecchio socialista. Però è successo che l’altro giorno ho letto quello che avrebbe, o ha fatto, Alessandro Haber. Accuse non di certo paragonabili a quelle di stupro, però schiaffeggiare un’attrice non è proprio corretto. E infatti è stato cacciato dalla compagnia teatrale per la quale stava lavorando. E allora io ho pensato subito, senza neppure pensarci un momento, che era innocente. Ancora un pregiudizio, accidenti. E anche ora penso che lo sia, innocente, e penso che non può essere che abbia fatto questa cosa di baciare e poi schiaffeggiare una donna. Le prove e i testimoni sono contro di me, però per me è innocente o giustificabile, la situazione in cui si è trovato Haber deve essere stata contorta, colma di fraintendimenti e poi, si sa, recitare l’Otello deve essere mestiere stressante. Come può un uomo che per mesi ha viaggiato in Italia per leggere le poesie di Raymond Carver in pubblico fare una cosa del genere? Non può essere, anche se i testimoni dicono il contrario. O magari ci sono delle giustificazioni che possono spiegare e metter d’accordo tutti.
E quando ho letto questa cosa di Haber mi è venuta una voglia un po’ malata di scrivere una lettera all’attore (che si dice distrutto per le falsità che circolano sul suo conto) per dirgli che sto dalla sua parte. Una lettera lapidaria e incisiva: “Caro Haber, anche se hai picchiato una donna, io sto dalla tua parte”. Perché? Non lo so. Forse perché hai girovagato per la penisola con un libro di Carver in mano o forse perché mi piace tantissimo come fai l’ansioso in un film di Nanni Moretti. Sto con te, ti voglio bene.
E poi ho pensato a Pier Paolo Pasolini, che amo da ormai troppi anni in maniera acritica e viscerale E vorrei tanto scrivere una lettera a Veltroni: “Caro Walter, smettila di romperci i coglioni con questa cosa di riaprire il processo. Pier Paolo Pasolini non è stato ammazzato dai fascisti, non c’è stato nessun complotto. È stato invece un regolamento di conti, cose che riguardano papponi, omosessuali e poveri giovani”. Suo cugino, Nico Naldini, lo dice grosso modo, con mezzi termini. Ma io, anche se Pasolini pagava per fare sesso con i giovani, sto dalla sua parte. Ma io, anche se Pier Paolo Pasolini ebbe una vita piena di contraddizioni, lo difendo anche senza sapere come sono andate veramente le cose. Perché? Perché amo le sue poesie, penso. O forse perché a leggere le Lettere Luterane mi sembra di leggere un palinsesto Mediaset. Sembra di leggere quello che avverrà, come fossero pagine di un profeta.
O forse sto dalla sua parte, dalla loro parte, perché mamma e papà mi hanno insegnato a sputare sui potenti e ad amare i poeti. Senza pensare, con pregiudizio, raccontandomi tante bugie. Che è più comodo.
1. abbiamo capito che vivi in un quartiere di ricchi: altro che professori che non guadagnano abbastanza...
RispondiElimina2. la Ferrari non è l'utilitaria per andare a fare la spesa, bisogna scaldarla prima di usarla. Se non sai le cose, sappile.
3. se PPP fosse stato di destra al giorno d'oggi sarebbe stato schedato come stuppratore di infanti e pedofilo (R). E siccome PPP pensava da uomo di destra (!!!) mi stupisco che ciò non sia successo.
1 No, è lui che abita in un quartiere medio borghese (vedi quanto sei prevenuto).
RispondiElimina2Rimane che con quel motore rombante scassa la minchia al quartiere intiero.
3Hai ragione
4Non sono professore
Ma tu non eri in vacanza?
RispondiEliminabellissimo il quadro che hai scelto.
RispondiEliminac'è pure lo specchio convesso.
(scusami per il fuori-tema)
variabile
@Tommy
RispondiEliminaTornai venerdi notte.
@Variabile
RispondiEliminaI due sono ricchi mercanti. La scelta si basa su questa cosa, oltre che per lo specchio convesso.
Sì, conosco il quadro. E' uno di quelli che mi trasmette allo stesso tempo compostezza e tensione.
RispondiEliminavariabile