sabato 9 luglio 2011

La selezione

del Disagiato

Poi, a un certo punto, noi commessi dobbiamo eliminare i libri che stanno in libreria. Lo facciamo volentieri, sia inteso, e lo facciamo volentieri per il semplice motivo che quelli nuovi, quelli che quotidianamente arrivano dentro gli scatoloni, non sappiamo più dove metterli per mera mancanza di spazio. Allora uno di noi dice: “Resi. Qui dobbiamo fare dei resi” e tutti sono contenti di potersi librerare della massa di libri che stanno a parete o sugli espositori. I settori che solitamente si riempiono più in fretta sono: Romanzi, Romanzi Gialli, Fantasy e New Age. Infatti ogni giorno arrivano romanzi, romanzi gialli di danesi o norvegesi da un milione di copie (una bugia ben scritta in copertina), romanzi fantasy da un milione di copie (bugia pure questa) e libri new age, qualsiasi cosa significhi, che hanno cambiato la vita di milioni di persone (bugia, inutile dirlo).

Allora ci si rimbocca le maniche e “si fanno i resi”. Fare i resi significa andare a prendere tutti i libri di ogni settore, visualizzare il titolo sul computer tramite pistola (quella con il laser rosso che va sul codice a barre), guardare la scheda e decidere se rendere o non rendere. La decisione ha dei criteri. Anzi: la decisione avrebbe dei criteri. Il criterio decisivo segue la logica delle date e delle quantità: quando è arrivato, ad esempio, il libro di Federica Bosco, quanti ne abbiamo venduti e quando è stata l’ultima vendita. Mixando queste tre cose, il commesso abbassa o alza il pollice, cioè decide se il libro deve ritornarsene sullo scaffale o se deve invece essere inscatolato e rispedito verso destino incerto. L’umore del commesso è decisivo per il sì o per il no. Se la commessa il giorno prima ha litigato con il fidanzato o se il gatto del commesso in piena notte si è messo a defecare per tutte le stanze di casa, ecco, il libro verrà sicuramente reso, anche se la quantità di vendita è buona e anche se l’ultima vendita è recente. Se la commessa o il commesso è di buon umore il libro rimarrà invece in libreria. Insomma, l’esistenza dei libri subisce i capricci dei librai. Quasi inevitabile. 


A me, questa cosa dei libri da selezionare, all’inizio della mia carriera di venditore mi fece una certa impressione. Erano i tempi in cui l’odore della carta e dell’inchiostro mi commuovevano, erano i tempi in cui pensavo che i libri non fossero semplice merce ma oggetti utili e pregiati. Poi, con il passare del tempo, mi sono convinto che non tutti i libri sono saggi consiglieri e che anche loro servono a fare mercato, ad arricchire ricchi signori (gli editori e il mio titolare) e infine a dare stipendio ai commessi. Merce, appunto. Ben venga la selezione, quindi. Che rimangano ad occupare spazio sulle mensole i libri che più valgono.

Ma i libri più venduti, però, non sono quelli che più valgono. Recentemente ho sentito Fabio Volo dire che non sa come spiegarsi il boom di vendite dei suoi romanzi. Lo diceva sorridendo, come fa lui quando fa il finto modesto. In effetti Fabio Volo vende tantissimo e i suoi titoli fanno parte di quella categoria di libri che non ci azzardiamo neppure a valutare se renderli o no. Sono gli intoccabili, diciamo. Ci sono anche i libri di Zafon, di Ken Follet e di Coelho. Perché sono intoccabili? Perché forse sono capolavori indiscutibili? Magari per qualcuno sì, ma per noi commessi no. 

Adesso i libri di Fabio Volo sono diventati articoli da regalo. Quando un cliente viene in cassa con un suo libro io faccio il libraio profeta dicendo: “Vuole che le faccio un pacchetto regalo?”. E lui mi guarda stupito e mi dice “Sì, un pacchetto. Ma scusi, come faceva a saperlo?”. E io, quando ho il tempo per una breve conversazione, spiego che su dieci libri di Fabio Volo, otto sono destinati ad essere regalati. Chi lo riceve, leggerà mai il librio di Fabio Volo? Questo vale per Zafon, Vespa (nel periodo natalizio), Faletti, Pansa, Coelho e altri che potete vedere in cima alle classifiche. Non sono i libri più letti ma i libri più venduti.

Ci sono libri che vendono tanto e libri che vendono poco. Ci sono libri belli che vendono poco e libri brutti o passabili che vendono tanto. Poi ci sono quelli che, come ho detto, vanno al macero. Quindi  pensateci bene prima di scrivere un libro. Ne va della vostra autostima.

9 commenti:

  1. Fabio Volo è un simpatico ragazzone e un bravo regista e documentarista. Come scrittore, mi commuove (nel senso che ho pianto quando ho letto un suo librino venduto, mi pare, con il Corriere della Sera, che, da lì, non ho più acquistato).
    Detto questo, raccontarmi che, causa Fabio Volo e gli altri che hai nominato, io devo andare a comprare su eBay (quando mi va bene) romanzi di appena quattro o cinque o sei anni fa che desidero leggere e che, una volta letti, mi convincono che i libri sono oggetti pregiati, ecco, raccontarmi questo mi deprime.

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  2. Sulla bravura di Fabio Volo non metto becco, non avendo mai letto un suo romanzo. Solo che spesso ci si chiede il segreto del suo successo e io cerco di spiegarmelo come un fenomeno da addebitare a logiche non propriamente intellettuali.

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  3. Neanche io ho letto mai un libro di Fabio Volo, ma ho visto qualche suo film in tv e sentito qualche sua intervista. Tenderei a dar ragione al Disagiato, che attribuisce il suo successo "a logiche non propriamente intellettuali", che non espliciterò, parendomi esse assai evidenti (ma sì, le esplicito: è un bel ragazzone e fa simpatia e tenerezza, ma pare anche un po' mascalzone; insomma, proprio quel tipo d'uomo lì che in genere piace a molte di noi donne).
    Quanto al post, ho rivissuto quel che per me non era affatto un bel momento: i resi venivano decisi dalla casa madre, io mi limitavo a fare la manovalanza bruta: prendere i libri, scaricarli, farne un sudoku negli scatoloni (c'erano tecniche particolari per riempire il più possibile gli scatoloni senza rovinare i libri e mi sono tornate utili in occasione dei miei 8 traslochi in 10 anni, avendo io, in casa, più che altro libri) e sospirare malinconicamente tutte le volte che le spietate logiche di mercato decretavano l'eliminazione di libri che reputavo validi.
    Mi piace molto leggere le tue storie dilibraio, Disagiato.
    Saluti!

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  4. Per fortuna la casa madre a noi consente di muoverci quasi (quasi) liberamente. Io parlato di umori e di simpatie ma la selezione deve comunque seguire dei criteri. È legge del libraio che non appena un libro viene rispedito indietro, per chissà dove, ecco che un cliente viene a reclamarlo. Noi dobbiamo evitare questa legge di Murphy puntuale e spietata.

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  5. i libri, adesso, sembrano hamburger di macdonald. Esiste ancora un'editoria diversa? con contenuti e cura dell'"oggetto libro" superiori?
    variabile

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  6. Esistono, ma non in una libreria come la mia.

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  7. Non propriamente intellettualei. Sante parole, disagiato. Posso ribadire per Fabio Volo la stessa cosa che abbiamo scritto per V per Vendetta?

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  8. Possi dire di non aver mai letto un fantasy ma di averne (comprati e) letti due o tre di Fabio Volo?

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)