lunedì 18 luglio 2011

Decrescita infelice (per il libraio)

del Disagiato

Sul sito di Minimum Fax, Minima & Moralia, qualche giorno fa Marco Cassino ha proposto, seguendo un’idea di Simone Barillari, la cosiddetta decrescita felice per i libri e cioè produrre meno per affogare meno le librerie, dare tempo ai librai e ai lettori (ma anche ai critici letterari e alle pagine culturali) di “assorbire” con i giusti tempi la produzione delle case editrici. Con molta abilità Cassino ricostruisce il rapporto nato in questi anni tra le case editrici e il mercato. Cos’è il mercato? Il mercato è quel percorso che porta alla promozione di un libro. Solo? No, il mercato è anche il lettore. Solo che, sottolinea sempre Cassini, con i lettori il dialogo non c’è più. Colpa delle eccessive uscite giornaliere di libri, colpa della quantità a discapito della qualità. E io, che in libreria ci sto ogni giorno, questo lo posso confermare.

Quello che però non mi convince è l’eccessiva responsabilità che Cassino mette sulle spalle delle case editrici. Come può un lettore avere le idee chiare con tutte queste uscite? Come soddisfare la richiesta di qualità e non quantità di quella parte di lettori che noi consideriamo esperti e di buon gusto? Producendo meno e non riempiendo le librerie. Decrescita, appunto.

Buona proposta, però impossibile: vi assicuro che sarebbe decrescita infelice (per il commesso sarebbe una tragedia). Una libreria campa solo di libri studiati a tavolino e soprattutto non di romanzi. Impossibile per un negozio che sta in un centro commerciale, figuratevi per un negozio di quartiere. L’editoria deve la vita esclusivamente a libri d’evasione o a libri che insegnano come fare una buona pasta alla puttanesca e non potrebbe fare altrimenti. La decrescita, per una libreria, sarebbe solo un suicidio. Sarebbe bello, invece, che il passo verso la qualità lo facessero i lettori. Sarebbe bello che un giorno il settore di libri Fantasy, e cioè quei libri che non parlano della realtà, si riducesse. Poi ho la sensazione che i lettori ai quali Cassino vorrebbe rivolgersi, cioè i lettori forti ed esperti, non frequentino più le librerie (acquistano online).

Insomma, a governare l’editoria o, come dicono in molti, “il mondo dei libri”, è e sarà sempre l’educazione del lettore. Da dove proviene questa educazione? Basta, io mi fermo qui.

11 commenti:

  1. Di ricette non ne ho nessuna (e men che meno sulle leggi di mercato delle librerie...).
    Credo che si collabori tutti insieme a un'educazione migliore, a una vita migliore: io cercando di essere morale insegnando, tu vendendo libri, ciascuno essendo più umano lì dove cerca di costruire qualcosa.
    Se posso, poi, io non stroncherei per esempio i libri di evasione: ogni lettura ha le sue età (io nel mio passato per esempio ho amato moltissimo Ende e Tolkien...). Il problema non è forse che ci sia poco d'altro, anziché troppi fantasy...?

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  2. E che ti ha fatto il fantasy? E' letteratura d'evasione, ma lo stesso lo puoi dire dei gialli, della fantascienza e del romanzo storico!

    Non ne leggo più tanta di fantasy (mentre leggo un botto di fantascienza) e certi romanzetti son tutti uguali, ma non parliamone male...

    uqbal

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  3. Nel suo articolo Cassino afferma giustamente che le librerie sono piene. Vi assicuro che a fare numero e ad abbassare la qualità dei libri sono, appunto, i libri fantasy. Perchè ci sono tanti libri fantasy? Perché sono rivolti a una vastissima schiera di lettori: piccolissimi, piccoli e adulti. C'è più fatturato.

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  4. Arrivo in tuo aiuto con la spada laser!

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  5. Finalmente ho un buon motivo per odiare il genere fantasy. Grazie.

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  6. Il mio però è un dato di fatto, non un capriccio personale. Spero che voi lo abbiate capito.

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  7. Personalmente, quando entro in libreria, rimango disorientato dai troppi titoli dai troppi, oscuri autori. Ma so che nelle collane storiche, qualcosa di buono posso trovare.
    ciao Falcolibero

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  8. Entrare in una libreria avendo già una buona idea di cosa guardare aiuta tanto. Conoscere le collane e gli autori ancora di più.

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  9. Che tristezza la frase sul genere fantasy.
    Bisognerebbe educare i lettori a distinguere i buoni libri dai cattivi libri. Invece si spiega ai ragazzini che, invece che leggere quello che gli piace e selezionare la qualità, devono fare propri i falsi stereotipi di cento anni fa (letteratura fantastica = stupidaggini). Poi ci si stupisce che in Italia si legge poco.

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  10. Il genere fantasy è un genere che in parte piace anche a me. Quello che sostengo è che si dovrebbe dare la possibiltà, a una libreria di mantenere in vita anche libri che a tale genere non appartengomo. Ma è dura, te lo garantisco e tutto per un mero progetto di marketing.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)