venerdì 1 luglio 2011

frammenti di civiltà

di lo Scorfano

In questi ultimi giorni sono usciti due post che hanno molto richiamato la mia attenzione, e che infatti avevo già infilato nel segnapagine. Entrambi parlano del sistema carcerario italiano e delle condizioni in cui versa. 

Il primo, in ordine di tempo, è stato un post di Chamberlain, che diceva pressappoco questo:
l’italia è un paese che rispetta la direttiva europea per la protezione dei suini. le norme sulla superficie sono stabilite secondo il peso dell’animale: 0,15 metri quadri per un suino al di sotto dei 10 kg; 1 metro quadro per animali superiori a 110 kg; 1,64 metri quadri per scrofetta; 2,25 metri quadri per scrofa; 6 metri quadri per un verro (10 metri quadrati se il verro viene impiegato per l’accoppiamento). i pavimenti devono essere non sdrucciolevoli e senza asperità per evitare lesioni ai suini. la zona in cui coricarsi deve essere confortevole, pulita e asciutta.
un detenuto nelle carceri italiane ha, molto spesso, uno spazio vitale pro capite inferiore ai tre metri quadrati. meno di un maiale. ma sicuramente più di un pollo o di un coniglio.
Poi è venuto Malvino, che ha scritto più o meno così:  

A fronte dei reiterati moniti che negli ultimi anni si sono fatti sempre più pressanti da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, l’Italia rimane ampiamente inadempiente alle direttive che regolano i parametri di una carcerazione in linea con gli standard comunitari, peraltro liberamente sottoscritte. Con una densità del 153% rispetto alla capacità ufficialmente dichiarata e in condizioni igienico-sanitarie che non è esagerato definire disumane, le carceri italiane sono affollate da 68.795 detenuti, 29.992 dei quali sono in attesa di giudizio. È una situazione esplosiva e potrebbe esplodere già tra qualche settimana, se luglio e agosto dovessero essere mesi particolarmente caldi e afosi. Sarebbe serio ritenere illegittime le rivolte che dovessero divampare nei nostri istituti penitenziari? È difficile immaginarne la portata e le conseguenze?
Ecco, i due post sono scritti molto bene entrambi, ma non è per questo che li riporto oggi. Li riporto perché anch’io credo che il problema delle carceri sia uno di quelli che non vanno mai dimenticati; perché penso che ci siano poche cose in grado di descrivere e raccontare il grado di civiltà raggiunto da una nazione quanto il modo che tale nazione ha di trattare i suoi detenuti; e perché penso che l’Italia debba (debba assolutamente e rapidamente) fare qualcosa affinché quanto leggiamo sulle nostre carceri cominci davvero a cambiare. Prima di qualunque riforma della giustizia, prima di qualsiasi legge sulle intercettazioni: questa è un’urgenza di quelle vere.

Adesso è estate, comincia a fare caldo e tutti andremo in vacanza. Non tutti, in effetti: alcuni staranno dietro le sbarre a soffrire il caldo, oltre a tutto il resto. Ecco: proprio perché penso da tanto tempo che questa sia un’inderogabile urgenza, oggi ho voluto linkare di nuovo questi due post. E lo rifarò, citerò tutto quello che trovo, ogni volta che saprò trovare nuovi dati sull’argomento o anche solo nuove opinioni. Questo post vale quindi come promessa che faccio a me stesso, per non dimenticarmene. Perché appunto è una questione di civiltà, anche mia.
 

5 commenti:

  1. Vero. Basta vedere o sapere come sono le carceri in scandinavia.

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  2. Condivido perfettamente, parola per parola.
    Mi è capitato proprio in questi giorni di seguire una tesi sui diritti costituzionali dei carcerati (di un ragazzo, per fortuna, molto bravo!). Interessantissima, perchè ci sono tantissimi problemi aperti, norme di dubbia legittimità costituzionale, situazioni per le quali l'Italia è stata condannata da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. E pochissimi se ne occupano.
    C'è la questione dello spazio vitale (meno di tre metri quadrati per uno...ma ci rendiamo conto?!), ma anche quella di molti diritti riconosciuti in modo assolutamente insufficiente.
    Bisogna fare qualcosa. E' un'urgenza vera.
    Agota

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  3. Caro Davide,

    sei anche a conoscenza del digiuno in corso che il Marco Pannella nazionale offre in questi giorni per la causa che tu richiami?

    Non pensi che un piccolo riferimento all'attualità di quelle (poche) situazioni pubbliche che vanno nel senso del tuo pensiero possa essere utile?

    Ciao.

    Marco

    http://www.radicali.it/rassegna-stampa/lettera-pannella-digiuna-una-nobile-causa

    http://www.sabinamagazine.it/sabina-politica/2554-anche-il-carcere-di-rieti-partecipa-al-digiuno-di-marco-pannella.html

    .

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  4. @Gianni e Agota: infatti, come dite voi.

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  5. @Marco cuorevivo
    Ecco, hai ragione tu. Anzi, io credo che il primo stimolo a dire quello che ho cercato di dire mi sia venuto proprio qualche giorno fa, leggendo di Pannella. Solo che poi, quando ho cercato di ricostruire il percorso del mio pensiero, mi sono venuti in mente i post e non Marco Pannella. Una grave dimenticanza. E ti ringrazio di aver ricordato tu e avere in parte rimediato.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)