mercoledì 11 maggio 2011

Sale e calcio

del Disagiato

M.fisk aveva scritto il 6 aprile un post sulla “montagna di sale” o meglio sull’opera “La città che sale” di Mimmo Paladino installata a Milano davanti all’ingresso di Palazzo Reale. Ci si chiedeva, nel post, se la montagna di sale si sarebbe sciolta causa piogge, se tale scioglimento avrebbe reso palese una qualche idea di Paladino stesso sula caducità dell'arte e, insomma, la lettura del post era stata, per me, anche una buona occasione per pensare alla consistenza e alla lunghezza del filo che lega un’opera d’arte al cittadino milanese (e non solo). Stessa riflessione che feci a proposito del dito medio di Maurizio Cattelan, collocato su piazza Affari. Il cittadino, il popolo, cosa pensa di una montagna di sale sulla quale poggiano dei cavalli? Ci trova un senso?

Poi il Milan ha vinto lo scudetto e i festeggiamenti che sono seguiti hanno portato alla quasi totale distruzione dell’opera in questione. Ecco, a questo punto cosa dovrei pensare? Che il cittadino, e non la pioggia, non ha alcuna considerazione per l’arte? Che una buona parte dei milanisti, e solo dei milanisti, è arida e insensibile davanti alla cultura o ai canoni artistici? No. Io preferisco chiedermi: m.fisk si sarebbe mai aspettato una cosa del genere e cioè la vittoria dello scudetto da parte del Milan e la conseguente amputazione e distruzione della “montagna di sale?” Troppe domande alle quali, sinceramente, non so rispondere. E poi ci sarebbe anche da sorridere (o ridere) se m.fisk fosse interista. Ma questo darebbe un tocco di perfezione non tanto a questo post, ma al suo. E, si sa, nel mondo, nell'arte e nelle cose umane la perfezione non esiste.

6 commenti:

  1. Dev'esserci un nome per la figura retorica delle ultime tre righe del post, ma non riesco proprio a rammentarmi qual sia.

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  2. La figura retorica, per la precisione, si chiama "perculo", secondo me.

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  3. Se non mi sbaglio era gia successo un paio di anni fa mi pare con la vittoria dell'italia del 2006 con le mucche colorate che erano in giro per la città, evidentemente la lezione non è bastata
    n.s

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  4. Anche a Brescia sono accadute cose simili. E la lezione, eviedentemente, non è bastata.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)