Francesco Costa, Quelli che alle elezioni perdono sempre: Sui risultati elettorali c’è poco da dire, tanto sono chiari. E quindi approfitto di questo day after per dire qualcosa dei sondaggi, anzi: dei sondaggisti italiani.
Il grande marziano, «And the winner is...»: Il risultato di questo voto, significa prima di ogni altro dato politico, che la gente vuole normalità, la gente vuole fatti, la gente vuole rispetto e la gente vuole l'umiltà e il coraggio del riconoscimento dei propri errori.
Metilparaben, Responsabilità intellettuale: Sostenere che tutti siano uguali, insomma, mi pare un'oziosa forma di autoesonero dal pensiero critico, una comoda via di fuga dalla fatica di osservare, valutare e distinguere, sia pure in condizioni difficili e in mancanza dell'opzione ideale.
Fran Altomare, Le partite a tennis, da giovane: Da adolescente, la mia proverbiale pigrizia conosceva una sola incrinatura: la partita di tennis settimanale. Per un paio d’anni, presso lo stesso campo, contro il medesimo competitore. Anche il risultato era sempre lo stesso.
Tempo reale, Berlustrojka: Partiti e organizzazioni costruite sull’infallibilità del capo che ha sempre ragione, retto da strutture incartapecorite nel “culto della personalità” e nell’adesione cieca e assoluta ai dettati del padrone riprodotti dalla propaganda di partito non sopravvivono ai tentativi di riforma, se sono tentativi seri.
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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)