venerdì 27 maggio 2011

La nausea e il re

del Disagiato

Prima di partire per Marrakech insieme a due miei amici ero molto stanco di lavorare in libreria. Ero molto stanco di eseguire gli ordini e di soddisfare le pretese più o meno assurde dei clienti. Ero anche stanco di scrivere post per questo blog, di quella stanchezza dettata dalla nausea di dire sempre e ostinatamente le stesse cose. Ma soprattutto ero molto stanco di fare quei gesti che stanno nel mezzo di questi due atti quotidiani che vi ho appena detto: ero stanco di leggere cose giuste e intelligenti. Stanco delle lamentele dei froci, dei negri e dei disoccupati, nauseato dagli avversari di Berlusconi, da quelli che frequentano i centri sociali e da quelli che non sono froci, negri e disoccupati ma che però allineano parole per difendere froci, negri e disoccupati. Vaffanculo a tutti quanti.

Tornavo a casa dal lavoro, mi bevevo un bicchiere di acqua e una volta accesso il computer o la televisione mi veniva quasi il vomito a sentir parlare di mignotte e di Arcore e così tanto vomito da voler spegnere il computer o il televisore. Se guardo il comodino, mi accorgo che tra le letture di queste settimane ci stanno parecchi fumetti. Fumetti d’autore, è vero, ma erano anni che non leggevo fumetti, che non davo la precedenza al disegno invece che alle parola. Perché ero stanco di Calvino, di Pasolini e di Sciascia, ed ero stanco della letteratura impegnata, qualsiasi cosa voglia dire questa espressione.

Insomma, ero stanco di voi che vi lamentate (chissà quanto lo siete voi di me) e dalle mie orecchie che stavano ad ascoltarvi. Perché sentire cose profonde e intelligenti spesso fa perdere il contatto con la realtà e spesso si perde il filo del discorso che fa la vita vera, quella che sta sotto il davanzale. Ci vuole una gran maturità per starvi ad ascoltare. Berlusconi dice una cazzata? Giù tutti a parlare male di Berlusconi. “Siete prevedibili, ormai conoscono ogni vostra mossa”, mi dicevo prima di salire sull’aereo. E poi, mi chiedevo, cosa siete voi che scrivete e vi lamentate? Bloggers punto e basta? Intellettuali? Persone che perdono tempo? Gente che perde tempo.

Poi sono andato a Marrakech e mi è successa una cosa che mi ha ferito molto. Non si tratta della povertà che lì in Marocco è ovunque. Non si tratta della gran quantità di uomini e animali menomati che si aggirano per i suq, le piazze e i quartieri di questa grande città. Non si tratta nemmeno dei bambini, nessuno escluso, che al mio passaggio mi seguivano per avere una sigaretta o del denaro, in maniera insistente, come mosche fastidiose. Non si tratta della pelle butterata, delle bocche senza denti e di una città sfasciata e accartocciata. A farmi male è stata una fotografia del re del marocco Mohammed VI mentre scia.

Ero in una bottega per comprare spezie e per ripararmi dalle insistenze dei mendicanti quando appesa alla parete vedo questa foto di Mohammed che scia. Ogni bottega e ogni casa tiene appesa alla parete una fotografia del re. Però questa fotografia mi ha un po’ ferito. Per il contrasto con il mondo fuori, per una adorazione in questo caso non istituzionale ma personale. E allora al bottegaio ho chiesto conferma, se quello era il re e lui mi ha risposto sorridente di sì. “È un bravo re?”, “Sì, è un bravissimo re”, mi ha risposto. Magari più bravo dei precedenti o bravo a fare qualcosa che io non ho capito bene, però in quel momento, e guardando fuori dalla bottega, mi sono chiesto come si può tenere la fotografia di un re che si svaga sulla neve mentre fuori la dignità evapora al sole.

Perché secondo me la dignità è quella cosa che fa sì che un bambino non debba spaccare le palle ai turisti per una sigaretta o per due monetine. La dignità è avere ospedali che funzionano per tutti (per tutti) e scuole per tutti (per tutti) e case non fatiscenti per tutti. La dignità, e poi la smetto, è quella cosa che permette di essere abbastanza riposati per poter aggiustare il proprio dolore, quello dei parenti e dei vicini di casa. E allora cos’è questa cosa che in Marocco si tiene appesa alla parete la foto del sovrano mentre scia quando le proprie mani non hanno dita e le bocche non hanno denti?

In Marocco non ci sono i froci, i negri e i disoccupati che si lamentano. O non abbastanza da far venire la nausea.

10 commenti:

  1. Cambiasti pure nick; questo vuol dire che non sei più un po' a disagio, ma totalmente a disagio. Ottimo.
    Naturalmente il mio tono è scherzoso.

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  2. L'ultima volta che riuscii a cambiare nome si impallò blogspot.

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  3. Confesso d' esser stata una mezzoretta, dopo averti letto, a chiedermi a quale categoria, tra le nauseabonde, potrei disgraziatamente appartenere, tra quelle da te citate: frocia no, negra no, disoccupata non esattamente, intellettuale no, indignata prevedibile non direi...
    O così mi auguro :-)
    Ben tornato, mi son mancati i tuoi pensieri...

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  4. La mia era una provocazione e una caricatura, naturalmente.

    Sono contento io di risentirti ;)

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  5. Ben tornato!
    Hai detto uomini e animali menomati?

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  6. Ma quando hai visto la foto e c'erano i bambini fuori che aspettavano (immagino) hai avuto voglia di tornare? Ti sono mancati i fumetti sul comodino?

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  7. Non ho pensato a tornare. Ero molto arrabbiato. Tanto arrabbiato.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)