venerdì 6 maggio 2011

realtà parallele

di lo Scorfano

Ogni volta che, come ieri sera, guardo Annozero alla televisione, mi lascio prendere da uno strano scoramento, una specie di asfissia argomentativa che mi manda a dormire come se non capissi più dove sto abitando. Perché guardo i politici di destra e di sinistra discutere tra loro sullo schermo e l’impressione che ne ho è sempre la stessa: che parlino di due paesi diversi; che abitino in due nazioni diverse; che non possano avere niente in comune tra loro (nemmeno le parole) perché non hanno lo stesso luogo in comune.

È successo anche ieri sera, quasi sempre: a proposito della crisi economica e di come l’Italia la sta vivendo; a proposito dell’emergenza immigrazione e della guerra; e finanche a proposito delle percentuali dei disoccupati in Italia (con numeri diversi, medie europee diverse e quindi considerazioni del tutto diverse).

Come può svilupparsi una discussione se non si parla nemmeno della medesima realtà? E infatti non si sviluppa nessuna discussione, mai. Si urla, si litiga, ha la meglio il più cattivo. E io resto lì, davanti alla tv, a fare quel po’ di tifo che le energie serali mi consentono. Ad aspettare che Bersani bruci la concorrenza con una battuta fulminante, con il numero giusto, con la ricetta definitiva. Che però non sarà mai definitiva, anzi sarà senza senso, perché gli altri, di fronte a lui, stanno parlando di un altro mondo, che per forza ha bisogno di altre ricette.

Ma questa non è politica, però. Forse è il frutto di un bipolarismo avvelenato, di una democrazia che ha i mezzi di informazione completamente nelle mani dell’uomo che la governa, forse è qualcos’altro che non so. Però non è politica; o almeno non è la politica che voglio; e senz’altro non è quella di cui la polis (che è unica, lo stessa, la nostra) avrebbe bisogno.

4 commenti:

  1. non ho mai posseduto una televisione, e quando leggo post come questo mi rafforzo nella convinzione che è stata proprio una bella idea.

    nick the old

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  2. Io ancora mi ostino a guardarla e a cercare di capirla. Senza molto successo, però.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)