sabato 21 maggio 2011

Anche i commessi vanno in vacanza

del Disagiato


Volevo salutarvi, visto che per qualche giorno andrò fuori dall’Italia. Vado in Marocco e più precisamente a Marrakech e a Essaouira, con un paio di amici e con uno zaino contenente lo stretto necessario per sopravvivere e per fare un tuffo in mare, anzi un tuffo nell’oceano. Parto per staccare la spina, come si suol dire, e per vedere quello che non ho mai visto. Il mio vicino di casa mi ha detto di stare attento, che in Marocco c’è la guerra. Gli ho risposto che lì la guerra non c’è e lui ha ribattuto che invece c’è, e che se i marocchini vengono da noi un motivo ci sarà. Io allora ho sorriso, come si fa con i vicini di casa, e me ne sono rientrato in casa. La guerra non c’è, ma c’è molta tensione. 


Settemila anni fa circa comunità sahariane, autoctone e mediterranee diedero l’impronta o la matrice di quello che oggi noi chiamiamo popolo marocchino. Conobbero la violenta intrusione dei fenici, dei romani, vandali, visigoti e degli arabi seguaci di Maometto che in Marocco diffusero la religione islamica. I marocchini conobbero la successione di Almoravidi, Almohadi, Merenidi, Saaditi, Alawiti e in fine del protettorato francese dal quale il marocco si liberò solo negli anni ’50 del secolo scorso. Durante questi anni la Spagna, il Portogallo e l’Inghilterra fecero cadaveri per ottenere pezzi di terra e per altri motivi che potete immaginare. Le tensioni religiose sono molte, l’analfabetismo tocca circa il 50% della popolazione adulta e la povertà è tanta. Schiacciati da una pressione fiscale soffocante, negli anni 80 i marocchini protestarono contro il re Hassan II per aver accettato la liberalizzazione dei prezzi decisa dal Fondo Monetario Internazionale che contribuì a far alzare i prezzi e impoverire i due terzi della popolazione. Le donne hanno ancora un ruolo marginale, ma rispetto al passato si sono fatti passi avanti grazie alla lotta di socialisti, marxisti, poeti, intellettuali e, in questi anni, di coraggiosi bloggers. Figure che da noi, in Italia, il nostro governo disprezza ogni giorno.

Forse è per tutte queste vicende che il mio vicino di casa si è fatto l’idea che lì, in Marocco c’è una guerra. Forse per questa tensione secolare e non troppo rumorosa, se paragonata alla guerra caricaturale e vistosa di altri paesi. Forse per l’esplosione di qualche settimana fa nel pieno centro di Marrakech. Non so. Per lui c’è guerra, per me c’è tensione. Sta di fatto che in questo momento sono su un aereo con la speranza di stare bene e di tornare con qualche aneddoto interessante da raccontare. Vi saluto, quindi. A prestissimo.

(Proprio non mi è riuscito di farvi un saluto rilassato, accidenti)

5 commenti:

(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)