venerdì 18 febbraio 2011

La fantasia

di Sempre un po' a disagio

Il terreno della psicoanalisi è quello del sogno, delle emozioni, delle fantasie; che cosa ci sta a fare vicino a un computer? (Guido Medri)



Gli ebooks minacciano la sopravvivenza del mio negozio, e voi, che siete persone intelligenti, avrete sicuramente capito cosa intendo. Se nessuno entrerà più in libreria per comprare libri, il mio capo si vedrà costretto ad abbassare la saracinesca e a dire a noi librai:  mi dispiace, per colpa della grave crisi economica e degli ebooks il negozio chiude. Uguale uguale a quello che è successo, o sta succedendo, con i dischi. Quanti negozi di dischi avete visto chiudere nella vostra città? Dovendo dare una risposta veloce io vi posso dire cinque, ma sicuramente sono di più. Non verso lacrime per la sorte di quelle quattro mura stracolme di dischi e cd per il semplice fatto che ad ammazzarli sono stato anche (dico anche) io. In questi ultimi anni, infatti, mi sono rivolto a negozi senza corpo, in totale solitudine, chiedendo consiglio a riviste online e premendo soltanto un paio di pulsanti. 


Quello che però a me interessa di più è la sorte della nostra fantasia. Cosa voglio dire? Ora ve lo spiego. Quello che facevo qualche anno fa era di frequentare quasi assiduamente un negozio di dischi vicino casa. Per andare in quel posto percorrevo una strada, ovvio, e durante il tragitto mi capitava di incontrare qualcuno che conoscevo e magari di farci pure due parole. Poi nel negozio incontravo qualcun altro e magari parlavo di me o di musica e così facevo con il negoziante esperto che aveva o da criticarmi per gli acquisti fatti in precedenza o da propormi qualcosa di nuovo. Parlavo e ascoltavo (spesso scemenze). Immaginavo e riflettevo. Poi, a secono dei dobloni a disposizione, prenotavo un disco e me ne tornavo a casa. Cominciavo così l’attesa del disco prenotato e se, siete d’accordo, l’attesa lascia molto spazio alla fantasia. Mi immaginavo come potesse essere quel disco e nel frattempo mi facevo prestare da amici, invasati come me, altri dischi.

Con la scomparsa, o quasi, dei negozi di dischi ho ridotto le frequentazioni e, inoltre, impiego pochi minuti ad avere musica, scoperta da me e senza che nessuna me l’abbia suggerita. Così ho ridotto anche l’utilizzo della fantasia dettata dall’attesa, che neppure so più come è fatta. La stessa cosa si può dire della masturbazione. Quanta fantasia mettevate in gioco in questa occasione? Chiudevate gli occhi e facevate tutto voi. Ora è il vostro computer a muovervi la mano e dovete tenere pure gli occhi belli aperti. Così capiterà con gli ebooks. Non dovrete più prendere una macchina per venire in negozio, non dovrete più chiedere consiglio a me, che magari qualche dritta ve la posso dare, non dovrete più muovervi, non incontrerete per strada più nessuno, diminuiranno le possibilità di utilizzare la fantasia, le parole, le frasi, gli uomori e altre cose che appartengono a dimensioni interiori (e che danno, se siete d'accordo, sangue alla fantasia e trama ai romanzi). 


L’ultimo libro in formato elettronico di Severgnini, per fare un esempio, ha delle applicazioni che permettono di accedere a video, approfondimenti e documenti mentre si sta leggendo. Così che, ad esempio, nello stesso momento in cui l'autore racconta di Berlusconi che fa arrabbiare la regina Elisabetta, il lettore può subito rivedere il video di quell'episodio. C'è poi anche la possibilità di personalizzare e mettere in comune la fruizione del testo: si possono prendere appunti e condividerli tramite la piattaforma Twitter integrata all'applicazione, dialogando in una sorta di piccola comunità con l’autore e con gli altri lettori del libro

Come accade per la masturbazione anche qua ci sarà altro che farà tutto per noi. La lettura non sarà più il momento della solitudine ma della condivisione e delle applicazioni virtuali. Se adesso la lettura implica solitudine e fantasia (la regina Elisabetta voglio immaginarmela io), con l'intromissione di una piattaforma le  vicende intellettuali e umane presto cambieranno. Per me, come spero di aver fatto capire, cambieranno in peggio.


8 commenti:

  1. Mi sembra un poco il lamento di quelli che "la scrittura ucciderà la memoria" o "la fotografia ucciderà la pittura". Si continuano ad imparare cose a memoria, si continua a scrivere, si continua a pitturare e si continua a fare fotografie. Domani ci saranno gli e-book, che saranno utili per certe cose, e ci saranno i libri, utili per altre. Ci saranno sicuramente meno libri e meno librerie, ma non potranno certo sparire, come non sono spariti del tutto i negozi di dischi, i negozi di colori e pennelli, eccetera.

    Comunque non ti preuccupare: fino a quando ci saranno DRM e prezzi così alti il tuo posto non sarà messo in pericolo dagli e-book.

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  2. La mia è ovviamente una labile previsione catastrofica, che è cosa assai facile fa fare.

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  3. Vorrei fare un appunto su un aspetto marginale del tuo «disfattistico» (si fa per dire) racconto: e cioè su quello che dici a proposito del libro di Severgnini. Mettere il filmatino della regina Elisabetta potrà pure avere un senso, ma solo per un libro come quello di Severgnini, che è a metà (immagino: non li ho mai letti i suoi libri) tra il racconto e il giornalismo. È cioè pesantemente legato all’attualità dei fatti, quindi vorrà ammiccare a un lettore con le stesse esigenze di un lettore di giornale.
    Ma in un libro «vero», che sia o aspiri ad essere letteratura, un filmatino messo in quel modo non può che essere una fastidiosa distrazione. Un filmato di quel tipo è un’abdicazione al raccontare la realtà secondo gli occhi dell’autore. È una rinuncia, per un poco, a dire: Vi racconto la realtà, come a me pare che sia.
    Insomma, volevo dire che il venir meno della fantasia, come dici tu, ha in realtà una conseguenza parziale sulla nostra vita. Il filmato, il formato elettronico, può snaturare in questo modo che ti preoccupa la forma di un libro di Severgnini, o di un libro di ricette. In un libro vero, che miri ad essere letteratura, questo cambio di forma o non è utile (è una distrazione, come dicevo, e il lettore che ne sia infastidito la può bellamente saltare), o è asservito alla sua natura letteraria, al suo essere racconto del mondo e della vita. Non so se e in quale forma possa realizzarsi questo secondo caso, ma mi riservo un po’ di scettica curiosità.
    Spero di essermi spiegata.

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  4. Ti sei spiegata bene. Magari, hai ragione, il romanzo classico non verrà assolutamente toccato da piattaforme o filmati e così la fantasia non verrà meno (sempre che la fantasia sia questa cosa). Ma secondo me l'ebook si presterà a raccontarmi anche per immagini la battaglia di waterloo della Certosa di Parma. Sicuramente è stupida previsione, la mia.

    Ma quello che più mi mancherà, perchè già un poco mi manca con i dischi, sarà il muovermi per avere un libro. L'andare in una libreria e magari l'arrabbiarmi per qualcosa. Presto mancheranno nella vita di un uomo rapporti umani e aneddoti. Non ci saranno neppure più materiale e argometi per comporre la trama di un romanzo.

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  5. Questo però non è progresso, è sviluppo. Grazie comunque per il tuo messaggio di speranza.

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  6. A me pare ragionevole la tua ipotesi sulla battaglia di Waterloo nella Certosa di Parma, per nulla stupida. Però a me sembra che non sia un'innovazione di sostanza, quella, ma del contorno: non c'è molta differenza tra un filmato che racconti la battaglia di Waterloo e un'immagine del Resegone o uno spiegone sull'itinerario di Renzo a Milano in una qualsiasi edizione scolastica dei Promessi sposi.
    E se innovazione della sostanza ci sarà, non ho idea di come possa essere.
    Però smetto, che so bene che il post non parlava di questo, non principalmente almeno.

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  7. Noioso... Ma trovati una fidanzata, invece di rompere le balle! :)

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)