lunedì 28 febbraio 2011

cronache locali

di lo Scorfano

Stamattina, a scuola,  ho avuto un’imprevista ora libera e sono andato al bar sul lungolago, a prendere il caffè. Mi sono seduto a un tavolino vicino al bancone: la signora che gestisce il bar stava dicendo a una sua amica: «Ma che lo lascino un po’ in pace, con questa storia delle feste e delle telefonate…! Che faccia quello che vuole; tanto, alla fine, lui è l’unico che pensa anche un po’ a noi. Se fosse per gli altri!» La sua amica, dall’altra parte del bancone, annuiva. Poco lontano da lei c’erano due ragazze, sui venticinque anni. Avevano una rivista di gossip in mano e guardavano una foto di Nicole Minetti; e una diceva all’altra: «Ma come si fa a ridursi le labbra in quel modo? Sembra che abbia un gommone al posto della bocca…» E la sua amica rideva forte, con una bella risata tintinnante. Sulla sinistra, nel tavolo accanto al mio, c’erano due signore sui sessant’anni. Parlavano in dialetto locale della ragazzina Yara, trovata morta a Brembate, che è un paese non molto lontano da qui. E una signora diceva all’altra: «Questa non è gente di qui» (si riferiva all’assassino); «Questa è gente che viene da Roma o da Napoli!» (sì, è proprio vero, diceva così: da Roma o da Napoli). 

E nel mezzo c’ero io, unico uomo, che bevevo il caffè; e che, per completare il quadro della cronaca locale di una mattina qualunque di un qualunque paesino dell’Italia del Nord, sfogliavo avidamente, e con serena noncuranza,  la Gazzetta dello Sport.

11 commenti:

  1. E' che noi, che frequentiamo la Internet, ci figuriamo che Lei se ne vada sempre in giro accompagnato da uno dei trecento volumi della Sua biblioteca: un Bugatti, un Campana, un Botero. Magari fors'anche un Birago.

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  2. Lei mi vuol far cercare delle voci prive di senso sulla Wikipedia, avvocato (a parte il Campana, chi erano costoro?).
    E poi, che vuole farci, dopo averLe fornito una chiave esegetica, stamattina, sono uscito e ho ritenuto che il mio lavoro letterario potesse dirsi concluso, per oggi.

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  4. Ahimè, Lei mi delude: il Campana era posto lì per inganno.
    Da Lei, non da altri, mi aspettavo fosse colto a a colpo sicuro il riferimento al capitolo XXVII.

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  5. C*zzo, don Ferrante! Era don Ferrante!
    Ecco, cogliendomi in grave fallo, Lei mi ha rovinato la giornata...
    (che peraltro Botero lo dovevo proprio sapere, pirla che sono)

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  6. non è una grave mancanza. Fra cinquan'anni nessuno si ricorderà di Botero e delle sue pingui figure.

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  7. @anonimo - come il Campana non era il Dino, neppure il Botero era il Fernando

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  8. Caro Scorfano, dovrebbe porre maggior attenzione nella scelta degli amici, così come in quella dei BAR...

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  9. Io vado nel bar più vicino alla scuola. E' la pigrizia che, da sempre, mi frega...

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  10. Dalle pingui figure alla pigrizia che frega: il pensiero ha radici profonde...

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  11. @ m.fisk: Chi ha detto Fernando?
    Anche il tuo Botero non era quello che pensavi te e nemmeno il mio Botero era quello che pensavo io.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)