mercoledì 9 febbraio 2011

il segnapagine del 9.II.2011

BresciaOggi, I Soli vanno rimossi: «Il giudice del lavoro del tribunale di Brescia ha rigettato il reclamo presentato dal Comune di Adro contro l’ordinanza del tribunale del lavoro che imponeva la rimozione di tutti i simboli del ’Sole delle Alpì presenti nel polo scolastico».
Gramellini, Cento all’ora nella nebbia: «è saltato il senso del limite, la percezione chiara che ogni gesto non è un arabesco nell’iperspazio virtuale, ma va a finire da qualche parte, dove produce effetti concreti e definitivi: se non bagni un fiore, il fiore appassisce; se hai l’amante, tradisci il partner; se corri in auto nella nebbia, prima o poi andrai a sbattere».
Mirumir, L’interruttore: «Dice mia madre che non può più vedere un telegiornale o un talk show per intero. Perché tuo padre si incazza e cambia canale, dice».
Mantellini, La Serbia stia attenta: «Le intecettazioni di Sara Tommasi pubblicate oggi che contengono tutto ed il suo contrario come avviene nei pendolamenti dell’umore dei pazienti psichiatrici (compresa l’ingiunzione netta a Silvio Berlusconi a reintegrare Ronaldinho)».
Jacopo Fo, Solo B. ci può salvare: «Gli ultimi sondaggi d’opinione ci dicono che solo 1 italiano su 10 è convinto che le cene a casa di B. siano state una roba da educande. Ma 3 italiani e mezzo su 10 sono convinti che anche se ha fatto il porcello è meglio di tutti gli altri e deve continuare a governare».
Peppe Liberti, Gloriarsi: «Una delle conseguenze peggiori del pubblicare classifiche è che poi la gente le piglia sul serio e si vanta. Ci sono Università che in questi giorni rilasciano comunicati stampa in cui si beano del fatto che alcuni loro ricercatori "sono rientrati nella classifica dei migliori scienziati italiani"».
Tempus fugit, I libri: «I libri non sono, e non dovrebbero essere, rifugio, evasione dalla vita…»
Marco Lodoli, E la lotta di classe si sposta tra i banchi: «Non si sta più tutti insieme a istruirsi per un futuro migliore, a sognare insieme. Chi ha i soldi il futuro se lo compra, o comunque si prepara a "meritarselo". Chi non ha niente annaspa nel niente e deve anche subire l'affronto dei discorsi sull'eccellenza».

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)