giovedì 3 febbraio 2011

il segnapagine del 3.II.2011

Barabba, Ci vuole del coraggio: «Mio nonno, Corrado, eran già dei mesi che stava in prigione, ma ultimamente se la passava meglio. Meglio di qualche mese prima, quando c’era quell’aguzzino fascista a comandare la galera, un tipo sadico e cattivo che ammazzava i prigionieri a suon di botte, uno al giorno, tutti i giorni».
ilNichilista, Le “domande” del Tg1…: «Questa “domanda” serve a Berlusconi per introdurre la «frustata» all’economia esonerandolo, allo stesso tempo, da ogni responsabilità sui dati che la hanno resa necessaria».
Servizio Deragliamenti Uppsala, Ti vedo…: «Ti vedo dalla finestra della sala d’attesa del dottore. parcheggi davanti a un passo carraio, non hai la cintura di sicurezza. scendi. fai un ultimo tiro e butti la cicca per terra. chiedi di passare avanti che hai una roba di un secondo, stai dentro nove minuti».
In coma è meglio, Il minestrone: «Il mondo fa veramente schifo. Fa talmente schifo che bisognerebbe mettere un cartello all’uscita di ogni vagina: “Attenzione, mondo di merda”».
EmmeBi, Il periodo di garanzia come specchio dell’Italia: «Da questa settimana, come forse i più attenti avranno notato, in tv si sono apparentemente tutti ringalluzziti … Il motivo è molto semplice: è iniziato il cosiddetto periodo di garanzia. Lo so che entriamo in una tematica tecnica, ma vi assicuro che è piuttosto semplice da capire e, sopratutto, spiega mooolte cose sullo stato odierno della televisione italiana».
Lipperatura, Statistiche: «Dice sempre l’Osservatorio che quasi nel settanta per cento dei casi gli ospiti di sesso maschile vengono chiamati per competenza, mentre le donne sono chiamate per fornire “una testimonianza”».
Tempo reale, La certezza dell’incertezza: «Ormai quasi un italiano su due (40-45% secondo molti) si colloca fra coloro che non si esprimono nè per un partito nè per un personaggio o per un altro. Eppure molti di loro andranno a votare, dopo le solite ammuine del no, questa volta non ci vado, non mi riconosco, non mi fregano più ecc ecc.».

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