venerdì 11 febbraio 2011

I libri di Roberto

di Sempre un po' a disagio 

Certo che scrivere sta roba venti minuti prima che Mubarak si rivolga alla nazione non è certo facile. Le dita che battono colpetti sulla tastiera, le orecchie in attesa del boato della folla ripresa da Al Jazzera, un piede impegnato ad allontanare il gatto qui sotto la scrivania che gioca con la mia ciabatta, insomma, qui si sta attendendo un movimento di sistole e diastole della storia mica da ridere. Cosa può fregarvene a voi dei libri di Roberto Re in una giornata come questa, mi dico. Non lo so cosa può fregarvene, è solo che ho la sensazione che vi riguardino. I libri di Roberto Re, intendo. Perché Roberto Re è uno dei massimi esperti europei nello sviluppo delle risorse umane e prima di entrare, pagato, in libreria, neppure sapevo che esistesse. 

Poi ho dovuto maneggiare i suoi libri e quando ho letto la sua biografia scritta su un risvolto di copertina l’ho detestato subito e senza esitare. C’era scritta questa cosa: è fondatore e presidente di HRD Training Group, società specializzata nella formazione manageriale e comportamentale e nella crescita personale. Non riuscivo a salvare una sola espressione, una sola parola tra queste. L’espressione formazione manageriale anche oggi mi destabilizza e al solo pensiero la notte si fa ancora più buia e fredda. Formazione manageriale e comportamentale? Ma che razza di linguaggio è questo?
Se aprite una pagina a caso di un suo libro a caso potreste trovare anche di peggio: palestra mentale e emozionale, emozioni negative, team building, creazione e gestione di gruppi di successo. Cose orrende, queste, e orrendo è il fatto che i libri di Roberto Re vendono tantissimo. Mi capitò, sempre qualche anno fa, di vedere in televisione un suo corso chiamato "Power seminar". Caspita che personalità. Spiegava a una platea che se un nostro collega sbaglia qualcosa, noi dobbiamo avvicinarci e incoraggiarlo oppure dargli una pacca sulla spalla per non farlo sentire una nullità. Ma sono cose da insegnare, queste? 

Poi un poco sono cresciuto, che è un modo dolce per dire che sono invecchiato. Poi la vita ha cominciato a essere irrimediabilmente blindata dal lavoro e dalle urgenze quotidiane. Poi sono cominciate storie d’amore e sono pure finite. Poi è successo che ho perso amici e per cinque amici persi ne ho incontrato mezzo, magari pure lui blindato e nostalgico. Mi sono distratto cinque anni e mi sono trovato a dover fare i conti, molto di più e in maniera autentica, con voi. Mi sono inserito pure io nel commercio, nel marketing, nei miseri affari di negozio, tra colleghi piegati come me dalla fatica, tra clienti e parenti imbottiti di psicofarmaci o idee spirituali e orientali. Ho cominciato a chiudermi in casa come voi, a non voler più rispondere al telefono per non essere disturbato, a ripararmi in una bolla fatta di computer e palinsesti, a fare docce più lunghe e ad ascoltare per mezzo delle tubature distribuite per l’appartamento le lacrime della mia vicina di casa chiusa nel cesso. Appoggiate un orecchio al pavimento e le tubature vi parleranno di disperazione e di camere da letto che hanno l’odore del pianto. 

Allora ho capito che Roberto Re cerca di farci recuperare quello che abbiamo irrimediabilmente perso o, nei peggiore dei casi, non abbiamo mai conosciuto. Il suo metodo (ecco, parlo come lui) continuo a considerarlo orrendo, certo, e pure tutte quelle parole inglesi che ci fanno male per il semplice fatto che sono il prolungamento di un nulla culturale, di un’idea di vita come azienda. Come se ci fossero bilanci, saldi, budget, controlli di gestione. Come se si dovesse per forza vincere o essere felici. Però, in questi giorni del 2011, ogni volta che in libreria si presenta alla cassa qualcuno con un libro di Roberto Re, non posso fare a meno di pensare a voi e alla vostra formazione manageriale. 

22 commenti:

  1. Tanto poi Mubarak ha nominato il suo vice Luogotenente del Regno, insomma nulla di nuovo.

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  2. Sì, infatti. Io che mi aspettavo chissà quale stravolgimento.

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  3. Quante volte c'è la parola "dinamico" nel libro? Io quando la incontro sento minacciata la mia sopravvivenza...

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  4. La posa in foto è il preludio di tutte le considerazioni

    variabile

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  5. Sia chiaro che non ho mai letto un libro di Re per intero. Il fatto è che in tanti anni di frequentazione stipendiata di una libreria i libri, soprattutto quelli antipatici, finisci per leggerli a piccoli brani per volta e quindi a considerarli.

    La parola "dinamico" è il motorino della formazione manageriale.

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  6. @disagiato
    Io allora lo sposterei nella sezione thriller. Oppure ci metterei davanti un triangolo con un teschietto dentro, per avvisare della sua pericolosità. Spero ci sia la scritta V.M.18 nella quarta di copertina.

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  7. Se faccio così ne vendo di più. La gente che pascola per la libreria è da non sottovalutare (o sapravvalutare, dipende dai punti di vista).

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  8. Bell'intervento. Davvero.

    "dargli una pacca sulla spalla per non farlo sentire una nullità. Ma sono cose da insegnare, queste?"

    Forse, proprio a fronte dello spaccato che hai offerto attraverso l'analisi dei tuoi (nostri) ultimi anni di vita, la risposta è "sì"; tra i miei colleghi (per fare un esempio), forse solo tre sono in grado di incoraggiare quello che ha sbagliato.

    Passo il link ad una persona che potrebbe apprezzare.
    Grazie

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  9. Infatti alla fine del post rispondo che sì, che siamo arrivati al punto che la gentilezza, o anche qualcosa che sta sotto la gentilezza, deve essere insegnata da un coach manager. Trovo sia cosa poco umana, ma le cose vanno così.

    Grazie a te, comunque ;)

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  10. @thedarknomad
    Uno che usa la parola "dinamico" fuori da un libro di fisica non ha nulla da insegnarmi. Il mio non è un pregiudizio o una valutazione ponderata. E' di più, un dogma di Fede, un Assioma Filosofico. Un punto fermo che mi sono messo per non sbandare troppo nella vita. (Punto fermo che applico solo a me, sia chiaro.)

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  11. Oh comiziante! (esclamato con tutta la toscanità che ho in corpo)

    Ho scritto forse la risposta è sì, ai margini dell'inciso. Forse.
    E non ho scritto che forse deve essere insegnato da Roberto Re.

    Comunque sia: beato tu che un punto fermo ce l'hai. Pensa a chi un ce n'ha punti di punti fermi.
    :)

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  12. Se avete mai lavorato con un manager, specie di quelli stampo anglosassone, non trovate strano che qualcuno debba insegnar loro queste cose.

    Siccome sono per la maggior parte parassiti del sistema produttivo (non lo fanno per cattiveria, è la loro natura) gli si insegnano delle strategie per poter evitare che i sottoposti si mettano a spargere antiparassitari in ufficio.

    Io, che non ho praticamente mai fatto a botte in vita mia, sono stato spesso tentato di tagliare la gola ai manager, in modo non solo da potermene liberare, ma anche di avere il piacere il bagnarmi del rosso sangue che zampilla dalla carotide.

    I libri come quello servono a fare in modo che quelli come me siano mantenuti sempre un passo indietro a quello fatale.

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    1. Trovo la tua considerazione straordinaria e la sottoscrivo nella parte ematologica. Nella mia vita ho cambiato una quindicina di lavori, anche perché ho incontrato della gentaglia arrivista, che con la scusa del gioco di squadra, ti teneva a bada, distante dalle decisioni e magari anche dalle progressioni lavorative, con tutto quel che segue. Ho scritto a Roberto Re via Facebook, cominciando subito a criticarlo fortemente, senza mai aver letto un suo libro. Credevo che nemmeno mi rispondesse, dal momento che ha oltre 46.000 amici in FB, invece mi ha risposto e mi ha attaccato come persona piena di pregiudizi. In effetti, gente come lui mi fa rizzare non solo le antenne, ma anche i radar.

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  13. @thedarknomad
    Scusami, la mia verve non era nei tuoi confronti, ovviamente.

    Con stima.

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  14. Sto con variabile. La fotografia in posa è la didascalia perfetta di quel se stesso.

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  15. @ilcomiziante
    la mia, infatti, era una risposta "sorridente" ;)

    Tra le altre cose, mi sono venute in mente un paio di tracce, proprio grazie alla tua risposta.
    Tracce a proposito dell'apprendimento e dell'insegnamento.

    @professo'
    anche io sto con variabile, ma solo se è una variabile statica :P

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  16. In molte offerte di lavoro(temporaneo si intende) la parola "dinamico" e' la caratteristica principale che il candidato deve avere.Subito dopo compaiono le parole "buona predisposizione allo stress". Uno pensa che l'ammazzano, o quasi.Allora corri in libreria a comprare un manuale per essere "leader di se stessi"!.

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  17. @ste
    Anche il mitico "bella presenza" fa fatica a farsi dimenticare.

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  18. Noi non richiediamo la fotografia con il curriculum, ma ormai e' dato per scontato che ci debba essere. Non ti dico che foto allega certa gente!Se stessimo reclutando delle indossatrici avremmo dell'ottimo materiale.

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  19. Perche gettate merda addosso a qualcuno che non conoscete? E' forse lui la causa della vostra profonda infelicita' ? Io penso che se voi iniziaste ad utilizzare tutte queste energie per aiutare il prossimo ne riscontrereste risultati sotto tutti i punti di vista, di autostima, di felicita' e anche a livello finanziario. Quindi vi prego di amare di piu voi stessi e gli altri . grazie .

    Persona felice :)

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)