Anch'io, come Giovanna Cosenza, ho avuto il coraggio, qualche sera fa, di guardarmi alla tv il documentario «Sivlio for ever», girato da Roberto Faenza e scritto da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo (sono stato però meno coraggioso di lei e non ho seguito il successivo dibattito: lo confesso). E comunque anch'io, come lei, ho avuto la netta impressione che si trattasse di
Perché io lo detesto, Berlusconi, sempre e comunque, da 17 anni; e forse, diciamoci la verità, questo mio detestarlo mi ha accecato, per troppo tempo, e mi ha impedito di capire; perché le passioni accecano l'intelletto, molto spesso.
una vera e propria agiografia, no, che dico, una beatificazione, in cui Silvio appare come un eroe mattacchione e furbo che, in barba a ogni regola, ne combina di tutti i colori e alla fine vince sempre. Un eroe che avrà pure luci e ombre – ti porta a pensare il documentario – ma guarda quant’è simpatico, acuto, eccezionale.Al contrario di quanto mi pare che pensi Giovanna, però, io credo che mi sia stato molto utile guardare un film-documento del genere; e che mi sia stato molto utile proprio perché, a uno come me, è troppo facile che sfugga la dimensione di «umana simpatia» che ispira Berlusconi.
Uno per il quale fai il tifo dall’inizio alla fine. Pure alla fine, sì, con tutte quelle sventole che lo circondano e la magistratura che lo perseguita. E lui, poverino, che gli vengono pure gli incubi di notte.
Perché io lo detesto, Berlusconi, sempre e comunque, da 17 anni; e forse, diciamoci la verità, questo mio detestarlo mi ha accecato, per troppo tempo, e mi ha impedito di capire; perché le passioni accecano l'intelletto, molto spesso.
Mi ha impedito di capire, per esempio, perché tante persone (più o meno il 30 per cento degli italiani, grossomodo) abbiano continuato a votarlo in tutti questi anni nonostante egli abbia mancato tutte le sue promesse. E mi ha impedito di capire, la mia passione negativa, perché tante persone perbene (sottolineo: perbene) continuino a votarlo tutt'ora, quando l'evidenza dei suoi limiti e della sua pericolosità è così palese. Insomma, io (come tutti quelli che detestano visceralmente Berlusconi) ho bisogno di capire perché lui sia così simpatico ad altri come me.
Insisto: come me, non antropologicamente diversi. Mia madre ha votato per anni Berlusconi; e così anche la mia vicina di casa, una signora di cui mi fido ciecamente; e il mio tabacchino, e tantissimi genitori di miei alunni, e tanti colleghi di qualsiasi materia, e pure tanti alunni maggiorenni. Persone, insomma, come me e voi. Non più stupide di me; non semplicemente devastate dalle tv di Cologno Monzese (che senz'altro hanno contato tanto, ma non così tanto), non spregevoli, né evasori fiscali conclamati e incalliti, né maleducati che investono le vecchiette sulle strisce pedonali, appena possono.
Ecco, mi sono detto l'altra sera, proviamo a capire perché Berlusconi sia così simpatico a così tanta gente che stimo; perché non posso accontentarmi della ricetta per cui chi lo vota è stupido e chi vota l'opposizione è invece intelligente. Mi perdonerete ma, anche in questo caso, troppe volte ho avuto l'evidenza del contrario: e troppe volte ho conosciuto pessime persone che votano a sinistra e poi evadono il fisco, sono maleducate, se ne sbattono dei limiti di velocità sulle strade, non hanno nessun rispetto per il bene comune eccetera.
E l'altra sera, per qualche attimo, ho creduto di capire in cosa Berlusconi possa essere simpatico: lo avevo scritto già qualche tempo fa, ma il film mi ha aiutato a capire ancora meglio: Berlusconi ha quell'aria da fanfarone di paese, un po' bullo, un uomo che si vanta di quello di cui io mi vergognerei, un uomo che non ti fa sentire a disagio, un uomo «pratico» e pronto all'azione. E soprattutto mi ha aiutato a capire, il film dell'altra sera, che il manicheismo politico (i buoni da una parte, i cattivi dall'altra) è un ottimo sistema per non capire nulla e forse per continuare a far vincere Berlusconi, non so per quanti altri anni. Mentre è sulla politica che Berlusconi è debole, debolissimo, imbarazzante; ed è quindi su quella che, evidentemente, è vulnerabilissimo.
Benché poi, intendiamoci: capire perché Berlusconi possa essere a qualcuno simpatico non significa provare davvero simpatia per lui, ci mancherebbe: che io continuo a detestarlo con tutte le mie forze, quell'uomo; e lo considero responsabile di gran parte dello sfacelo che mi vedo intorno, in Italia. E mi sta anche molto antipatico, sia chiaro.
(era chiaro)
RispondiEliminabel pezzo!
(ho voluto essere esplicito, che poi c'è qualcuno che equivoca ;) )
RispondiEliminaChapeau :-*
RispondiEliminaMerci bocù ;)
RispondiEliminaCapire Berlusconi? Un bel mistero!
RispondiEliminaAnche io mi sono chiesta come tanta "brava gente" possa votarlo in buonafede e, grazie al mio lavoro, mi sono risposta così: io ho un cinema, un piccolo cinemino d'essai nella profonda provincia del nord Italia, ho programmato Silvio Forevere e, sinceramente, non ho "avuto lo stomaco" per guardarlo. Ma non solo io. Anche il pubblico non ha apprezzato, chi già lo ama non apprezza le critiche mentre chi lo odia non ha bisogno di riconferme (in questo ha vinto lui: ha creato un Paese in bianco e nero, senza sfumature).
Però io la risposta me la sono data grazie ad un film del 2009, Videocracy, Basta apparire di Erik Gandini, del 2009, che parla appunto di "personaggi" cone Berlusconi, Lele Mora o Corona. Nelle scene finali ambientate in un centro commerciale un pubblico di spettatori incantati guarda la volgare esibizione di alcune ragazzine scollacciate ed aspiranti veline.
La risposta al tuo dilemma è nei loro occhi: affascinati ed ammiccanti, privi di ogni dubbio o critica nei confronti di uno spettacolo disgustoso.
Hai provato il libro di Severgnini al riguardo?
RispondiEliminaLa Pancia degli Italiani mi pare che si intitolasse
Io l'ho trovato interessante...
Uqbal
Ah, meraviglioso! Mi approprio di tutto il post, me lo stampo e lo faccio leggere a persone che mi stanno a cuore. Mi ci rispecchio in pieno, tranne che per una cosa: tra le mie conoscenze non ho ancora trovato uno/una che dichiarasse apertamente di avere votato e di votare Berlusconi!
RispondiEliminaOmertà del Sud, forse...anche là dove non c'è pericolo o minacce reali.
Severgini non l'ho mai letto. Ma in questo acaso agisce l'antipatia nei confronti di Severgnini, non quella nei confronti di Berlusconi...
RispondiEliminaDetto che Bwelusconi è kaput, secondo me la questione è un'altra e tutti questi scandaletti la rendono solo più platealmente tale: rispetto all'alternativa, su cui ci si divide nel ritenerla davvero tale o mera finzione, sulla base della quale è comunque intuitivamente chiaro che si andrebbe comunque alla malora - e lo era, se ci si ricorda i discorsi, già non diciassette, ma almeno vent'anni fa - buona parte della gente ha preferito(e tuttora, non fosse fuorimoda e apertamente incredibile anche per finta, preferirebbe) giacché si doveva andare a puttane, andarci con voglia e allegria, piuttosto che col rimorso e i moralismi del bigotto preso dai rimorsi e che, ogni volta che paga il conto, innalza lodi e proclama intenti circa l'immancabile amore in ogni occasione di rapporto sessuale. Un po' come il Mike Bongiorno analizzato da Umberto Eco, con in più la considerazione che, se la speranza è quell'altra (e cci vuol coraggio a chiamarla speranza) tanto vale accettare la disperazione non tanto con la malafede tipica degli intellettuali grandi e piccini, ma con allegra leggerezza.
RispondiEliminaNon so se mi spiego, potrei anche approfondire, ma mi pare di aver già abbastanza fatto il tafano...
Ah meno male, non sta antipatico solo a me. Grazie Scorfano, è bello sapere di non essere soli al mondo.
RispondiEliminaMi riferisco a Severgnini ;^)
(Non che l'altro mi stia simpatico...)