giovedì 8 settembre 2011

a settembre

di lo Scorfano

Mentre tengo immobile la mano, ferma sul registro, non ho quasi il coraggio di guardare: sbircio, ma con poche speranze. So dove sbirciare, so quale sia il collega da cui tutto dipende, il collega che ha esitato, che non si è espresso fino in fondo, quello che forse ha dei dubbi e che quindi, magari, a causa dei dubbi, voterà per il no. Ma sbircio e capisco che non c'è niente da fare: la mano del collega è già a mezz'aria, si è alzata, mentre quello di religione dice a voce bassa: «L'alunno non si avvale», e quindi lui non vota, e quindi i conti sono facili: l'alunno è bocciato.


Mentre mi guardo la mano ferma, penso che le bocciature a settembre mi tolgono il fiato, ogni volta; che è ancora un evento a cui non riesco a prepararmi, che tutte le volte che mi è capitato (poche per la verità, pochissime per fortuna) ho poi tenuto gli occhi bassi per qualche minuto, ho controllato e compilato con cura gli ultimi dettagli del registro (ci sono i ricorsi, si sa), mi sono alzato e ho salutato senza guardare più in faccia nessuno (per paura, non per dissenso), sono uscito e sono andato verso la macchina pensando a dove qualcosa era stato sbagliato. In quale punto, in quale momento, in quale minimo tratto della storia.

Io non sono un professore "buono", è giusto saperlo. Io sono uno di quelli che boccia (molto) a giugno, che vota per bocciare, che pensa che sia giusto e formativo bocciare, quando un alunno se lo merita. E quando alzo la mano è perché sono sicuro che se lo meriti; e onestamente la alzo molto spesso. Io non nutro sentimenti di fratellanza o complicità verso i ragazzi che non studiano (forse perché un po' studiavo, all'epoca), non penso che sia un'ingiustizia essere bocciati, so che è molto più facile che capiti l'ingiustizia contraria: che si promuova qualcuno senza che se lo meriti.

È settembre che mi disturba, non la bocciatura. È il fatto che ci si aspettava qualcosa da un ragazzo senza averlo più visto né sentito per due mesi (l'alunno non ha fatto nulla, capiamoci: l'alunno ha tutte le colpe, non c'è dubbio; l'alunno è stato un deficiente e non ha studiato, lo so). Ma a settembre, l'ho già detto, mi sento male ogni volta.

Forse perché settembre è il mese in cui tutto ricomincia e invece quella è una storia che s'interrompe brutalmente, che non comincia più; forse per tanti altri motivi che ho già scritto e che non ripeto, perché nemmeno ne vale la pena. Però, a settembre, torno a casa con un nodo che non si vuole sciogliere, penso allo sguardo di chi è stato bocciato, di chi lo saprà pochi giorni prima che ricominci la scuola, davanti a un quadro in cui gli altri saranno invece felici e sorridenti, penso allo sguardo di chi non ha fatto nulla durante l'estate (cretino che sei stato, cretino di un cretino) perché forse pensava che comunque una mano qualcuno gliel'avrebbe data...

Ecco, no: a volte non c'è nessuno che ti dà una mano, mi dispiace. Impara almeno questo, visto che a settembre è difficile che si possa imparare altro. Impara che non si può sempre contare sull'occhio chiuso dell'altro o sulla sua innata benevolenza. E studia di più, l'anno prossimo; che ti sarà utile, vedrai. Ciao.

15 commenti:

  1. ohibò...
    sai che questa storia mi ricorda la mia quando andavo a scuola?
    ogni anno venivo rimandato a matematica. solo a matematica, alle altre materie andavo bene.
    non facevo niente per due mesi (cretino che ero, cretino di un cretino), facevo la mia mediocre figura all'esame di riparazione e i professori alla fine mi promuovevano perché comunque era soltanto a matematica che avevo l'insufficienza.
    accadde per essere ammesso in seconda e in terza. in quarta un professore si spazientì, ma fu l'unico. prima di iniziare la quinta mi volevano bocciare per farmela pagare: si sentivano presi per il culo. poi ebbero un sussulto di umanità e mi ammisero ugualmente.

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  2. Come rovinare un ragazzo, fagli perdere l'autostima e avviarlo ad un futuro grigio, come se già senza la Scuola non lo fosse a sufficienza.

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  3. con tutto il rispetto per quello che possa sentire o pensare un professore, però se uno non ha studiato, sa benissimo di non averlo fatto, capisce come gli sono andati gli esami e perchè, quindi sa cosa l'aspetta ben prima di andare a vedere il quadro dei risultati.

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  4. Chiaramente non riesco a capire ciò che provi (anche se, come al solito, l'hai scritto e l'hai scritto bene).
    Ciò che mi domando è: deve essere punita l'indulgenza di certi professori o il fancazzismo?
    Entrambi, direi. Ergo: bisognerebbe bocciare sia il professore, che l'alunno.

    Il professore che vota per la promozione di un alunno che non ha meriti sufficienti, non è un buon professore, secondo me; e certi difetti si debbono correggere subito (anche se giugno è comunque "troppo tardi"), non a settembre, che, scusami tanto, mi sembra proprio una "pirlata".

    A volte ti invidio, professo', a volte mi chiedo come fai. (Sì, lo so, lo scrivi tante volte e bene, ma sono pur sempre uno studente: mica posso capire tutto e subito! Mi rimanderai a settembre? :P)

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  5. Io non sono d'accordo. Bocciare non serve a nulla. Non hai studiato? Meglio! così avrai la mente più fresca per l'università....
    Bocciare fa pensare che studiare sia la cosa più importante. Poi qualcuno si iscrive a lettere, studia tantissimo e si ritrova a pulire cessi all'autogrill.

    avc

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  6. Tu pensa che qui, in Trentino, per il discorso dell'autonomia, la direttiva della sospensione del giudizio non è stata recepita. Di conseguenza si fanno i corsi di recupero, si fa l'esame e se va male il ragazzo ha diritto a chiedere entro dicembre (o 31 gennaio se anche quest'anno cambieranno idea) di sostenere un'ulteriore prova, diritto che è (ok, suona un po' farsesco) la stessa scuola a dover più volte sollecitare la famiglia ad esercitarlo.
    E se va male anche quello? Ecco, io, di solito, di fronte a questa domanda dei ragazzi vado in crisi perché qui nessuno lo sa di preciso, colleghi e compagnia. Di solito, spavaldo, sentenzio che tale "carenza formativa non sanata" può, da sola, compromettere l'accesso all'anno successivo a seconda del giudizio del consiglio di classe... che in definitiva suona come un "imbecille, in seconda non hai recuperato una cosa di prima? beh, ti rifai la seconda" che è talmente non-sense che nessuno si azzarderebbe a tradurla in realtà.

    Aggiungo un altro tassello a questa commedia (che Boccaccio epitetarebbe come grottesca), un eventuale ragazzo di seconda di un istituto professionale che venisse bocciato, dovendo confluire in un percorso ITE dello stesso istituto perché la sua vecchia tipologia di scuola non esiste più, avrebbe dovuto sostenere il corso di recupero di 8 ore più esame di materie, tipo "fisica", che non ha mai visto o studiato.

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  7. @avc
    Hai ragione, sai? Perché non ci avevo pensato?! Sono un idiota.
    Ehi, ragazzi! Non studiate!
    Nuntio vobis magnum gaudium: habemus frescones!

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  8. @thedarknomad
    "così avrai la mente più fresca per l'università...."

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  9. @avc
    Sì, sì, la mia era solo una metonimia tirata per i capelli. Che cosa ci vuoi fare? L'ho scritto: sono un idiota, ed è un dato incontestabile.

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  10. @il nomade
    La sensazione che provo è quella, amara, del fallimento. Non saprei nemmeno spiegartela bene, in realtà: credo che sia giusto che chi non ha studiato ne paghi le conseguenze (e, per regola, la conseguenza è la bocciatura, punto); però "settembre" mi agita, forse anche per l'abitudine di non avere gli esami (io entrai nella scuola l'anno che furono aboliti, 1994).

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  11. @eridan
    Conosco la situazione che descrivi tu: è quella che abbiamo vissuto per quindici anni prima della riforma di Fioroni. Ed è vero che tornare indietro sarebbe peggio ancora, lo so.

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  12. E' toccato stamani anche a me. Decidere, intuire le decisioni di qualche collega,alzare la mano,passare dal voto a matita a quello a penna definitivo, valutare le opzioni. In qualche caso, mi son sentita come te, ma meglio di un anno fa.
    Si è fatta strada la convinzione che debiti ed esami a settembre non servano a granché, che si debba fare scuola seria da settembre a maggio e che le somme tirate a giugno sono più le più corrette. Premesso questo, cambierei comunque diversi aspetti del fare scuola oggi.

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  13. I ragazzi dovrebbero essere abituati prima a essere fermati a ripetere l'anno, pur nella complessità dello stabilire se manca lo studio o ci sono carenze generali da tenere in considerazione. Ma la meritocrazia con cui talvolta ci si riempie la bocca a sproposito inizia proprio da qui. Per la sufficienza, è sufficiente studiare. Se mi avessero bocciato subito, per farti un esempio che conosci, avrei imparato la lezione e perso molto meno tempo dopo.

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  14. @Plus1
    "Per la sufficienza, è sufficiente studiare": dovrebbero scriverla sui cancelli di tutte le scuole questa tua frase.
    (E mi ricordo anche del tuo caso, infatti)

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  15. Anche io ho alzato la mano, e anche io dopo avevo gli occhi bassi. Sarà che conoscevo anche la situazione familiare così spinosa di alcuni dei miei studenti.
    Però hai ragione tu: a settembre si vorrebbe solo cominciare, non tirar giù la clèr...

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)