di lo Scorfano
I ragazzi fanno sempre più fatica a muoversi sui testi; è molto difficile proporre un mondo in bianco e nero quando loro vivono a colori.Dopo queste dichiarazioni (alla seconda delle quali non rende neppure giustizia la sintassi dell'articolo, va detto), l'amministratore delegato di Sei, il signor Ulisse Jacomuzzi, si meriterebbe naturalmente che nessun suo libro venisse mai più adottato in nessuna scuola d'Italia (anzi, suggerirei a Tremonti una manovra finanziaria 5.0 in cui figuri un emendamento in proposito; tanto manovra più manovra meno...).
Siamo stati i primi a offrire la parafrasi della Commedia e anche l'ultima versione non è stata un'operazione decorativa uscire con i quattro colori e lo dimostra la soddisfazione dei docenti.
Dopo queste dichiarazioni andrebbero ovviamente presi i docenti «soddisfatti» della Commedia a quattro colori (qualora esistano: ma so che esistono) ed espulsi dalle scuole di ogni ordine e grado (e colore).
Dopo queste dichiarazioni sarebbe necessario domandare al signor Jacomuzzi di illustrare e spiegare con la dovuta precisione la sua espressione «vivere a colori» riferita ai giovani; dopodiché, visto che il signor Jacomuzzi darà forzatamente una risposta incompleta e/o idiota, egli andrebbe prima licenziato per manifesta incompetenza (con l'accordo dei sindacati, e della Cisl in particolare), poi espulso dai confini della Repubblica. Per sempre.
Dopo queste dichiarazioni, tornerò a scuola sereno e soddisfatto di quel poco per cui ancora posso: del fatto di avere consigliato ai miei alunni (poveri ragazzi, con la vita così triste) una Commedia tutta in bianco e nero, interamente in bianco e nero, senza nemmeno un po' di azzurro da qualche parte. A parte il «dolce color d'oriental zaffiro», che leggeremo nel primo canto del Purgatorio, naturalmente; ma che, ci scommetto, il signor Jacomuzzi non sa nemmeno che razza di colore sia.
Darei tutta la televisione italiana per quel verso, "dolce color d'oriental zaffiro", che non vediamo ma immaginiamo, senza imposizioni editoriali
RispondiEliminaMi hai fatto ricordare alcuni versi di Lontano, una meravigliosa poesia di Kavafis:
RispondiEliminaRicordo appena gli occhi; azzurri forse...
Oh si', come zaffiro azzurri.
Però così, se il signor Jacomuzzi leggesse questo post, scoprirebbe "che razza di colore" è lo zaffiro!
P.s.: è il mio primo commento qui, bellissimo blog!
Marco87
Benvenuto, Marco87. Grazie per i complimenti e per il commento. Anche perché hai citato un altro poeta a me carissimo.
RispondiEliminanon capisco cosa dovrebbe essere se non una decorazione.
RispondiEliminaoddio quel "costa parecchio ma la cultura e` un investimento" e` anche essa una perla.
ora investo il mio tempo dormendo.
Variabile
scorf, diamine, stiamo parlando della casa editrice SEI, quella di cui mi sono ritrovata in adozione un testo di storia in cui si diceva che gli spagnoli si erano sforzati in tutti modi di trattare bene gli indios... °___°
RispondiEliminaNoisette sloggata
@Noisette
RispondiEliminaSono stati gli Indios a non accorgersene... (c'era scritto, tra le note? uhm)
Comunque, professo', semmai dovessero recapitarti una copia della "Commedia a colori" (che fa un po' "Totò a colori"... mi viene la nausea), saprai sicuramente come trattarla (mi pare che te la cavi bene con il "lancio nel cestino" ;)).
@thedarknomad
RispondiEliminaIo la terrei a portata di mano in bagno, che non si sa mai.
Il Nomade ha ottima memoria... ;)
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