Che brutto vizio che è, questo mio vizio! Tutti gli anni, alla fine di giugno, sbatto in un angolo dello studio la borsa che uso per andare a scuola e poi me la dimentico lì, per due mesi, chiusa, in quell'angolo. Poi arriva la fine di agosto (che arriva sempre, immancabilmente) e devo riprenderla in mano, e quindi devo riaprirla, maledetta borsa, e ci trovo dentro le più disparate inutilità. E tutti gli anni mi maledico, per non averla messa in ordine a fine giugno, quando avevo più tempo e sarebbe stato più facile.
Ma insomma: anche quest'anno ho ripreso la mia borsa in mano. L'ho aperta e ci ho trovato dentro libri che mi ero dimenticato di avere. Alcuni erano talmente belli e interessanti che mi sono anche dimenticato di non avere finito di leggerli. E poi carte, penne, avvisi urgenti, pacchetti di sigarette... Ma quest'anno ci ho trovato anche un'altra cosa, soprattutto un'altra cosa, più visibile del resto: un bel plico, perfettamente pulito e ordinato, di 174 fogli di carta A4, divisi in sei linde cartelline di plastica trasparente. Li ho presi in mano e mi sono ricordato tutto. E ho sorriso, vi dico la verità.
Succede anche questo, infatti, in un anno scolastico della scuola pubblica del terzo millennio in Italia. Succede che siamo «obbligati» (ma non so mica da chi) a mandare alle famiglie dei nostri alunni (dette: l'«utenza», per chi non è del mestiere) il riepilogo periodico delle assenze effettuate dai loro figli. Francamente io non so bene a cosa serva questo riepilogo: perché c'è il libretto delle giustificazioni, ovviamente; ci sono i colloqui individuali e quelli generali con i genitori in cui si parla anche delle assenze; c'è la segreteria che chiama a casa in caso di assenze prolungate o giudicate «strategiche» dal consiglio di classe... Insomma, ci sono già molti modi per misurare le assenze di un alunno. Ma siamo nell'era della comunicazione globale, e una scuola prima di tutto deve «comunicare» con l'«utenza», questo è il suo principale compito: non crediate che valga l'«insegnare», perché non vale. E una scuola che non «comunica» è una scuola di serie B; e nessuno vuole stare in una scuola di serie B; e quindi tutti «comunichiamo», tra di noi ma soprattutto con le famiglie, l'utenza.
Mi direte: be', è giusto, no? una famiglia ha il diritto di sapere se suo figlio viene o meno a scuola... Certo che ne ha il diritto. Ma c'è appunto il libretto delle giustificazioni, fatto apposta per quello. E se un ragazzo falsifica la firma del genitore sul libretto, ho il sospetto fondato che la falsifichi anche sulla ricevuta del riepilogo delle assenze: e il sospetto è fondato perché tante volte, infatti, è accaduto.
Ma non è solo questo, però: il foglio riepilogativo delle assenze, a dire il vero, costa soldi e tempo ed energie, non poche energie (e mie energie). Lo porta in classe il bidello di turno, infatti, più o meno una volta ogni quaranta giorni. Il bidello non bussa, entra, parla senza salutare, mi fa firmare (dandomi del tu) un altro foglio di ricevuta, se ne va senza salutare: e io ho già perso un paio di minuti di lezione. Poi io lo consegno ai ragazzi, ripetendo per la centesima volta che devono portarmi la ricevuta firmata dai genitori entro due giorni; e ho perso altri due minuti. Poi, due giorni dopo, raccolgo tutte le ricevute: e perdo altri due minuti. Poi, però, un terzo almeno della classe si è dimenticato di fare firmare la ricevuta; io mi innervosisco e perdo altri tre minuti a ribadirne la necessità. Poi, il giorno dopo, la scena si ripete per almeno la metà del terzo della classe che si era dimenticato la ricevuta... e via così per almeno dieci giorni. Quando poi ho tutte le ricevute firmate (da chissà chi) le porto in segreteria, dove firmo un altro foglio di avvenuta consegna. E poi... poi niente: è quasi arrivato il momento del foglio riepilogativo del mese successivo e i miei minuti di tempo non si contano nemmeno più. Dite che è il mio lavoro? Non lo so, onestamente: io pensavo di fare l'insegnante, participio presente del verbo insegnare.
Ma ancora: 174 fogli e sei cartelline di plastica trasparente, solo per la mia classe (28 alunni, più un foglio di riepilogo, per sei volte l'anno); essendo le classi dell'istituto 57, il conto è facile: 9918 fogli A4 (stampati su un solo lato) e 342 cartellette di plastica trasparente, solo nella mia scuola. Perché poi ci sarebbero le altre centinaia di scuole della provincia di Brescia, le altre migliaia della regione Lombardia, le altre decine di migliaia della bella penisola d'Italia. Non sarà così dappertutto, lo so bene, ma basterebbe anche solo che fosse così in un decimo delle scuole italiane. Lo spreco di soldi, tempo ed energie sarebbe comunque colossale.
E quindi? E quindi niente: l'anno scorso io ho boicottato i fogli riepilogativi, di proposito: ecco perché sono ancora qui tutti nella mia borsa abbandonata. Cioè, accoglievo con un sorriso il bidello che entrava in classe senza bussare né salutare, firmavo il foglio della consegna avvenuta, poi dicevo ai ragazzi «Ve li do dopo», e poi non glieli davo mai. Me li sono tenuti tutti in borsa, per un anno. L'ho fatto apposta: per vedere chi mi avrebbe detto qualcosa (se il preside o la segretaria o chiunque altro) e quando se ne sarebbe accorto. Ma nessuno mi ha mai detto niente, mai. Una volta un genitore mi ha chiesto, durante un colloquio individuale, se era o meno una nostra prassi. Io gli ho detto di sì, era una nostra prassi, che avrei consegnato tutto il giorno dopo: ma non l'ho fatto e nessuno ha più detto niente.
E ora sono qui, inizio del nuovo anno scolastico, con questi 174 fogli A4, evidentemente indispensabili al buon funzionamento della scuola, ma evidentemente anche del tutto superflui (sono prodigi, lo so). Sono qui, li guardo e sto quasi decidendo di buttarli nella raccolta differenziata e di non pensarci più, benedetti fogli... Ma no, non è il caso. Sono bellissimi e nuovissimi, questi fogli A4. Me li tengo. Ci stamperò le verifiche, sul retro, durante l'anno: è il miglior uso che posso farne. La «comunicazione» ridotta a verifica delle conoscenze di latino dei nuovi primini del liceo: che amaro destino, che degradazione! Essere usati proprio per una materia inutile, gli utilissimi fogli A4 della comunicazione con l'utenza...
GRAZIE DAGLI ALBERI
RispondiEliminaCaro prof,
i fogli A4 risparmiati sono uno splendido esempio delle molte economie che si potrebbero fare sul serio nel nostro bel paese se solo si volessero fare le cose seriamente.
Dubito che tale serietà sia stata raggiunta tutta d'un tratto, dopo decenni di pratica alternativa.
Resta comunque un bel racconto e, ripeto, un buon esempio di come si potrebbero fare facilmente ottime economie di spesa.
Non solo: si risparmierebbero (alla lunga, la famosa storia della gocciolina nel mare, ma tante goccioline, una più una ecc ecc) anche un bel numero di alberi di qualche foresta nel mondo che non sarebbero stati tagliati per produrre una marea di fogli A4 per tutte le scuole italiane e per le borse dei prof negli angoletti.
Buona giornata e buona preparazione per l'anno scolastico di qui ad iniziare.
Marcolino
@Marcolino
RispondiEliminaGrazie. Qui si è pensato sopratutto al *mio* tempo e, solo in seconda battuta, agli alberi. Qui si è, al solito, un po' egoisti... ;)
Anch'io lascio la borsa abbandonata per tutta l'estate... anzi, non l'ho ancora ripresa in mano!
RispondiElimina@Aliceland
RispondiEliminaI brutti vizi si diffondono con facilità imbarazzante. Le buone abitudini, invece, no. E' una regola...
Anch'io anch'io, borsa abbandonata ....! :-)
RispondiElimina(ma la tua, Scorfano, indubbiamente è molto più pesante della mia - che già pesa)
Ma sopratutto, bravooo per tutte le considerazioni: che tempi sprecati inutilmente! Io quando posso, scarico tutte le formalità burocratiche sulle colleghe di lettere. Eh eh, dimentico di chiedere le giustificazioni, ecc ... :-)
g
Forte sta cosa dell'"utenza".
RispondiEliminaDopo aver appreso di essere "mercato" scopro mille mie nuove identità.
variabile
@giovanna
RispondiEliminaEcco, io sono uno dei colleghi di lettere, infatti ;) (ma non assolvo ai miei doveri)
@Variabile
RispondiEliminaUtenti e consumatori: altre identità sono fasulle.
Sì, lo sapevo, ho scordato di "chiederti scusa" :-)
RispondiEliminaPerò sei un collega di lettere simpatico!! :-)
g
Io invece sono favorevole a questa comunicazione scuola-famiglia. Riepilogare le assenze fatte da ciascun alunno ogni quaranta giorni è da pazzi, ma almeno due volte all'anno è importante. Aiuta i genitori meno presenti (o semplicemente più impegnati) a rendersi conto di quanto il figlio sia stato presente a scuola. Vi assicuro da studente che il libretto scolastico è qualcosa di molto sfuggevole per un genitore.
RispondiEliminaSono invece le modalità di comunicazione a rendermi scettico. In una realtà burocratica basata su supporto cartaceo questo lento e noioso passamano di firme e tagliandi è l'unico modo per prestare tale servizio. La fatica è tanta e spesso passano inosservate dimenticanze o inadempienze (:P).
Io guarderei con favore ad un bell'investimento: un server scolastico in cui c'è un account personale con tanto di password dedicato ad ogni studente. Si potrebbero registrare lì assenze o comunicazioni varie e le famiglie potrebbero facilmente consultare comodamente tutto ciò che vogliono, magari anche in pausa pranzo sul posto di lavoro. Però per questo servono soldi, che oggi non si trovano da nessuna parte, soprattutto in Italia. Quindi non rimane che utilizzare ciò che abbiamo: 174 fogli e sei cartelline di plastica.
@Alessandro
RispondiEliminaNaturalmente l'informatizzazione del processo di comunicazione sarebbe un enorme passo avanti e un grande risparmio (si farè tra l'altro, anche nella mia scuola, entro l'anno prossimo). Io ho in ogni caso delle perplessità, francamente: questa pervasività dello sguardo genitoriale mi spaventa non poco, te lo confesso.
Siamo in finale agli MBA, eh.
RispondiEliminaIn bocca al lupo, ragazzi!
Eh già, Mr. Tambourine.
RispondiEliminaGrazie a te, davvero, e a tutti gli altri che ci hanno votato :)
ah, lo svuotamento della borsa... nella mia c'era di tutto, anche l'ombrellino pieghevole che non trovavo più.
RispondiEliminaPosso sorridere con complicità per la borsa importantissima ma destinata all'oblio estivo?Pochi giorni fa io mi sono decisa:l'ho svuotata e finanche lavata e stesa al sole.
RispondiElimina( è comoda e pratica, tela plastificata; quella di cuoio ce l'ho, ma è solo per scena, non l'uso!)
Ah, per votarvi mi tocca votare per tutte le categorie. Spero me ne siate riconoscenti...se vincerete come mi auguro.
E' certo che non vinceremo (guarda la concorrenza): però saremo lusingati e gratissimi del tuo voto, questo è ancora più certo.
RispondiEliminaAlessandro fa proposte di buon senso...però qui a Sud la informatizzazione della scuola la vedo lontana.
RispondiEliminaAnzi, pure quella accennata dallo Scorfano mi stupisce...(in positivo). Non sarei sorpreso però se la scuola non facesse tutte e due le cose: comunicazione elettronica e cartacea (i nostri burocrati generalmente fanno così...ma non vorrei far torto alla scuola dello Scorfano).
Mi viene in mente ora che l'anno scorso abbiamo fatto le pagelle, in un classico, COMPLETAMENTE a mano, con dettature doppie e triple, biro e righelli...
Uqbal
DOVE SI VOTA?
RispondiEliminaCaro prof,
sarebbe cosa gradita ed utile una comunicazione di servizio almeno per conoscere l'indirizzo web del concorso sui blog ganzi.
Va bene essere riconoscenti di ogni singolo voto rastrellato, però non dovremmo essere così auto-lesionisti e confondere i volenterosi che ancora non conoscono dove si svolgono le operazioni di voto.
Rimango in attesa di coordinate web.
Buona serata.
Marcolino
@Uqbal
RispondiEliminaNon illuderti: è già stato chiarito che dovremo fare entrambe le cose, sia la comunicazione cartacea sia quella elettronica. Non rispermieremo né tempo né carta. (però gli scrutinii sono tutti elettronici da molti anni, per fortuna)
@Marcolino
RispondiEliminaStiamo approntando un post di segnalazione che metteremo domani. Proprio per fare cosa gradita a chi gradirà, infatti.
ah, mi è venuta in mente una cosa: l'anno scorso al mare conobbi una ragazza francese che lavorava nella scuola e faceva proprio questo, cioè controllare le assenze dei ragazzi e comunicare alle famiglie. solo questo, nient'altro. e il suo stipendio era di 200euro più alto del mio...
RispondiElimina@lo scorfano
RispondiEliminaA cambiare sarebbe solo la modalità, non il contenuto della comunicazione. Più che pervasività la chiamerei quindi maggiore attenzione. L'unica novità introdotta sarebbe la semplicità.
@lanoisette
RispondiEliminaFigurati: qui tagliamo i posti da insegnanti e affolliamo le classi, altro che figure ausiliari...
@alessandro
RispondiEliminaInfatti, non cambierebbe nulla se non la semplicità (che è un bene, intendiamoci). Ma lo sguardo genitoriale resterebbe appunto pervasivo, cosa che continua, in qualche modo, a disturbarmi.