Siamo al bancone del bar e il mio amico mi dice: «Sai, ho comprato uno smartphone... molto bello». Io gli dico: «Bravo, ottimo acquisto». Lui mi dice: «Ma non è questa la notizia. La notizia è che ho comprato uno smartphone molto bello, poi appena sono tornato a casa, la prima cosa che ho fatto è stata scartare la confezione, togliere la pellicola protettiva e rigare lo schermo dello smartphone nuovo, in verticale e in orizzontale, per rovinarlo. E dopo, solo dopo, ho cominciato a usarlo».
Io guardo il mio amico. Non so se ridere, se fare finta di niente, non so cosa chiedere: allora abbozzo un sorriso scemo, che lui vede e che interpreta esattamente come un sorriso scemo. E mi dice: «Non voglio più essere contento degli oggetti, Scorfano, non voglio più. Non voglio che la mia felicità dipenda dagli oggetti, nemmeno per quei pochi giorni, nemmeno per quelle 24 ore di gioia che in genere un nuovo acquisto ci concede. Non voglio più. E quando mi comprerò l'auto nuova, la prima cosa che farò sarà rigarla su entrambe le fiancate, ho già deciso. Voglio che gli oggetti mi servano, non voglio che mi facciano felice.»
Poi cambiamo discorso, perché io non so mai cosa replicare a questo tipo di argomenti, e poi usciamo dal bar e ci salutiamo.
Io torno verso casa, pensando al mio amico che da anni, da quando lo conosco, è sempre stato una persona perbene, ma un tipo strano. Poi entro in macchina, chiudo la portiera e, quando sono sicuro che né lui né altri mi possono guardare, tiro fuori dalla tasca lo smartphone che anch'io mi sono comprato tre mesi fa e lo guardo: lo schermo è tutto rigato, uno schifo, se lo metto al sole è quasi illeggibile.
Perché sono un pirla, ovviamente: e lo tengo nella tasca dei jeans insieme alle chiavi di casa, che me lo rigano tutto. E allora penso che la sbadataggine (mia) forse vale come l'intenzione sua; anzi, mi dico consolandomi e volendomi bene: forse vale ancora di più.
interessante spunto, professor scorfano.
RispondiEliminaA volte oscillo tra ragionamenti simili a quelli del tuo amico e a volte credo che alcuni oggetti, forse, possano avere un'anima. Un'anima indotta dalla loro storia, dal loro utilizzo.
Si` insomma e` un discorso pesante che non mi sento in grado di affrontare. Tanto meno utilizzando la tastiera cinese. E poi devo andare al bagno.
variabile
Ecco: abbi cura della ceramica del water, non graffiarla. ;)
RispondiEliminaè quello che definisco "approccio alla John Belushi"
RispondiEliminase ti consola, anche il mio smartphone è tutto rigato. Per le tue stesse ragioni.
RispondiEliminaPerò io mi dico semplicemente che sono un imbecille :-)
Bah, questa del tuo amico mi sembra una bella cavolata.
RispondiEliminaE' un po' come se Robert M. Pirsig ne "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" avesse rigato la moto o lacerato i guanti (anzichè riparare entrambi). Se hai un oggetto e ti piace o lo ritieni utile dovresti averne cura (non mi modo ossessivo naturalmente), perchè questo avere cura serve a rafforzare la tua presenza di spirito, a non vivere passivamente la vita. Coò vale a maggior ragione per le persone.
Se invece ritieni che le cose che possiedi alla fine ti possiedono, consiglio un approccio più alla
Fight Club [http://www.youtube.com/watch?v=H7xTgqvtLzk] ;-)
Sayonara
cheneso 2 video Iscriviti Icona di avvisoIscritto
Se ha bisogno di rigare lo schermo è ancora dipendente dagli oggetti. Sarà solo infelice un po' di più, anche quando assume la "dose" (=acquisterà un nuovo prodotto).
RispondiEliminailcomizietto.doctor.is.in.5eurocent
perdonate un po' di garbage nel testo :-)
RispondiEliminaAnche io sono del parere che le imperfezioni sulle cose che usiamo o che possediamo (mi sono andato a rivedere la clip di Fight Club indicata da Marco) sono loro da sole le lucette rosse ad indicarci il nostro stato di attaccamento alle cose stesse.
RispondiEliminaSe dovessimo arrivare al punto del tuo amico, caro prof, che per evitare l'attaccamento alla cosa si taglia volutamente l'oggetto (mi fa tanto venire in mente il marito che vuole punire la moglie, con altrettanto taglietto) sarebbe un brutto segno.
La mia autovettura ha due grandi "bozzi", uno davanti sul cofano (procurato dalla caduta di un motorino parcheggiatogli davanti, causa vento forte) ed uno dietro in alto (dovuto alla mia imperizia nello scaricare una lunga anta di armadio caricata dal tetto di slancio dentro l'apposito raccoglitore di rifiuti speciali della sede AMA di Roma).
Ebbene davvero non mi sono mai curato molto dell'aspetto imperfetto della mia automobilina, apprezzavo ed apprezzo il suo aspetto di auto vissuta.
Penso che lo stesso valga per tutte le cose.
Ricordo la storia raccontata da Randy Pausch, un prof americano famoso per una sua lezione poco prima della sua morte, rintracciabile online su youtube: la storia della pelle dei sedili della sua nuova autovettura fiammante impegnati dalla cattiva digestione di un suo nipotino. Ebbene lui subito si preoccupò soltanto della salute del fanciullo e non tanto dei sedili.
Tanto sono oggetti, disse lui, non persone.
Marcolino
http://www.youtube.com/watch?v=l406RinGzPg
Astuto l'amico tuo, eh! Come frega lui il sistema, nessuno! XD
RispondiElimina(La Fender chiama questo approccio "Relic", però ti fa pagare di più).
Io ho un metodo mio, non del tutto dissimile da quello del tuo amico.
RispondiEliminaNel senso che, ogni volta che compro qualcosa, difficilmente la utilizzo o indosso subito.
Piuttosto, aspetto che faccia un minimo il suo tempo. Che si impolveri un po', magari. Certo non arrivo a rovinarla.
Ci sono quelli che se non hanno le proprie cose perfette vanno fuori di testa e finiscono cono il vivere per loro invece che l'opposto.
RispondiEliminaLui è arrivato all'estremo, certo è che la sbadataggine forse è la sola cosa che col tempo ci fa ricordare che alla fin fine di quei 700 euro che abbiamo speso ci siamo gasati per 3 mesi a dir tanto e poi ce ne freghiamo. A meno che ce lo rubino, o a meno che soffriamo di qualche disturbo psichico.
Probabilmente è una cosa che è stata accentuata con l'avvento degli oggetti tecnologici di massa che diventano quasi un culto. Prima, imho, non era così.
Non so voi, ma io ho un Nokia 3120 (e non ne sono neanche sicuro) che telefona, manda sms, mi fa da sveglia, tiene in memoria una decina di note e mi ricorda gli appuntamenti; stop.
RispondiEliminaPer il resto riesco a fare benissimo a meno di "Aifon" vari (anche perché per lavoro sto davanti al PC tutto il giorno). Quando non ho accesso a Internet: amen, mica me l'ha prescritto il dottore.
Poi, l'unico contatto (indiretto) che ho avuto con queste diavolerie è stato quando qualcuno mi ha detto di aver interpretato male le mie parole perché non leggeva bene un articolo o di non poter vedere un video, in quanto usava uno smartphone/iphone/ipad ecc.
Infine, condivido la citazione di Marcolino: sono solo oggetti. Personalmente ritengo che tra auto, PC e chitarre qualche graffio sia inevitabile.
stupendo
RispondiEliminaDevo mettermi a tagliuzzare le copertine dei libri nuovi? O vale solo per le cose che costano più di venti euro?
RispondiEliminaCi penso un attimo, ok?
secondo me vale tutto. comprare tutto e spaccare tutto. quando non sartà rimasto più niente, allora vedremo come ricominciare... (si scherza, eh) (il mio amico, no: lui non scherza; ma è sempre stato uno strano e piuttosto infrequentabile) (e non sa del blog, ça va sans dire)
RispondiEliminaIo comincio a godere veramente degli oggetti dopo il primo (involontario, nel mio caso) "graffio".
RispondiEliminaPrima sono troppo occupata a difenderli.
Da quando ho rigato (seppur lievemente e tutta da sola) la portiera della macchina (e dopo le prime trecentocinquantaquattro bestemmie) viaggio più lieve. Col cuore più lieve. Col piede destro ci vado sempre piuttosto pesante.
Anche a me questo amico sembra abbastanza sconclusionato.
RispondiEliminaDove sta scritto che devo dipendere dai miei piaceri?
Ho comprato a suo tempo una bella mountain bike con la quale ho cominciato a girare le campagne. Sono arrivato ad asciugarla col phone.
E allora? Mi faceva piacere. Adesso ne ho comprata una che costa il triplo, è una figata pazzesca, me la mangio con gli occhi, quando non la sto usando e non penso di essere vittima del consumismo.
Mi sono fatto semplicemente un regalo (e senza rovinare di certo le mie finanze...).
Uqbal
Già finito?
RispondiEliminapeccato, sarebbe stato un bell'argomento da approfondire un po'.
Gli spunti ci sono: i graffi sul telefono, l'asciugatura della bici con il fohn, l'attaccamento agli oggetti e le reazioni anche estreme di allontanamento, l'avvento dell'elettronica di consumo, un monologo interessante di Celentano sull'aggiustare gli oggetti di normale utilizzo (questa la aggiungo ora io).
Insomma un'occasione mancata..
Tutto veloce, usa e getta, anche su queste pagine. 2 post al giorno e i consigli per letture (veloci).
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