sabato 3 settembre 2011

Il proprio muro

del Disagiato

Non che fare il libraio regali quotidiane felicità, però quando ieri, poco dopo le dodici, guardavo il negozio vuoto, completamente vuoto, e la mia collega in cassa parlare da sola, mi sono detto che mi dispiacerà quando le cose cambieranno. Perché le cose cambieranno presto, ne sono più che certo. Se all’ora di pranzo una libreria che sta all’interno di un centro commerciale è vuota, significa che le cose stanno già cambiando. Certo, ci sono momenti buoni (parlo di incassi), a volte entusiasmanti, ma la gente che acquista libri ora è poca. Sarà per il centro commerciale nuovo che hanno aperto nei paraggi, sarà per la particolare congiuntura economica, sarà che gli acquisti on line sono più comodi, sarà che gli italiani leggono sempre meno, sarà quello che volete, sta di fatto che le cose si stanno mettendo male. E il giorno in cui il titolare ci chiamerà per dirci che si chiude, beh, io quel giorno sarò triste.

Starsene rintanati in un centro commerciale ha dato più dispiaceri a mamma e papà che a me. “Ti sei arenato in quel negozio”, mi dice quasi tutte le domeniche mia madre. E ormai me ne sto zitto, non ribatto, cambio discorso, pensando che sì, è vero, mi sono costruito mattone dopo mattone un muretto un po’ storto, che potrebbe crollare al primo violento temporale ma che però, insomma, non so come dirlo, a me, quello che faccio, piace. Non saprei cos’altro fare, giuro, e non riesco neppure ad immaginarmi in un luogo che non sia una libreria. Non so se capita anche a voi, ma a me molte cose piacciono più per quello che potrebbero essere che per quello che sono. Ecco, così è per il mio mestiere. 


Vorrei non fare mai lavori di cassa, di contabilità e di magazzino, vorrei che il titolare mi pagasse i libri che normalmente compro con soldi miei, vorrei che il titolare assumesse soltanto chi legge libri, vorrei poter dare ai clienti consigli pacati e non frettolosi, vorrei che i clienti avessero la voglia di chiedermi un consiglio e vorrei, infine, poter non avere fretta e ansia. Vorrei, insomma, quello che il ritmo di un centro commerciale non può dare o garantire. Perché se il ritmo non è quello, allora significa che qualcosa non va e che, come si suol dire, i conti non tornano. E allora il negozio chiude. 

Ma soprattutto quando chiuderà la libreria (speriamo di no) mi mancheranno i libri e chi i libri li compra, perché nonostante un pessimismo di fondo che mi è stato dato in sorte ( e che io ho curato bene), continuo a credere che i libri siano ottimi strumenti per non far perdere la bussola a me, a te e agli altri. Però, perché accada questo, serve qualcuno che sappia distinguere il libro intelligente da quello stupido, il libro bello da quello brutto, il libro scritto con perizia (e passione, perché no) da quello scritto tanto per far soldi. Insomma, serve qualcuno che abbia a cuore quello che sta facendo. Anzi, servirebbe che molta gente incominciasse ad avere a cuore quello che sta facendo.

19 commenti:

  1. "a me, quello che faccio, piace."

    C'è chi dice che sia la chiave per la felicità.

    "Insomma, serve qualcuno che abbia a cuore quello che sta facendo."

    Sempre. Come i due che scrivono su questo blog ;^)

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  2. Che una cosa piaccia penso non basti. Serve anche sia giusta o qualcosa di simile.

    Per il resto... grazie ;)

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  3. Qualche anno fa, in una via periferica di Londra, mi sono lasciata catturare per quasi 4 ore, dalla bellezza di una libreria davvero accogliete.
    Ricordo di aver bevuto un the squisito in compagnia di altre 6 persone. Al centro della libreria era allestito una location con qualche divano, cuscini, candele profumate e un tavolino basso al centro. Tutti avevamo tra le mani un libro di quelli che si possono sfogliare e si discuteva di gusti e libri già letti! C'erano un paio di pc con i quali si potevano "sfogliare" virtualmente i titoli dei libri presenti e ognuno poteva aggiungere un proprio commento personale.
    Poco prima che andassi via è arrivata una ragazza che ha letto un libro ad un gruppo di ragazzi tutti seduti per terra...è stato davvero bello vedere come, i piccoli, fossero catturati dalle parole.
    Mi sono divertita tanto e mi sono resa conto che quello che rendeva speciale il tutto era l'essere stimolati a 360°.
    Non ho più trovato una libreria come quella.
    Forse, le nostre librerie sono un pò fredde. Io acquisto spesso libri e, ogni volta che entro in una libreria, lo faccio con i titoli già belli stampati nella testa, perchè magari me li hanno suggeriti o ho letto in rete qualcosa che mi ha interessato.
    Quando mi capita di entrare nei punti vendita di Feltrinelli non oso mai rivolgermi ai personale, perchè ogni volta sembra che gli si chieda chissà cosa...quindi faccio da me.
    E' proprio vero, hai ragione. Il personale di questi ambienti dovrebbe amare i libri, non dovrebbe semplicemente venderli, ma farli desiderare.
    Chissà che un giorno tu non riesca ad aprire una libreria tutta tua.
    A presto! Buon Sabato!

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  4. Io di solito vado al libraccio per i libri scontati. Mi fa piacere che la libraia mi saluti dicendomi "ciao" anche se non ci siamo mai parlati. Mi piace restare anche un'ora e poi prendere solo un libro. Mi piace anche sentire i ragazzi che arrivano e chiedono "Sequestro un uomo". Se fossi a Milano o nei dintorni verrei anche nella tua libreria.

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  5. la mia figliola grande sogna di aprire un bar/pub/ristorantino con annessa libreria, un luogo dove si possa leggere e mangiare e bere e chiacchierare. va da sè che io bazzicherei in cucina, ma ti chiameremmo di sicuro come consulente... :-))

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  6. (ma questo è un post sui muri... coraggio, siamo tutti dentro ad un piccolo o grande recinto. l'importante è tenere aperte le vie di comunicazione tra un recinto e l'altro.)

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  7. pensi che con la legge sugli sconti dei libri potrebbe cambiare qualcosa?

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  8. Servirebbe anche che molta gente incominciasse ad avere a cuore quello che stai facendo tu (e se ne avanza un po', anche quello che sto facendo io).

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  9. @Ayame e anche Astrid
    Penso che non solo le librerie ma tutta la società stia andando in quella direzione. Ci stiamo isolando e non certo per caso. Gli ebook, o la vendita on line, porteranno a un consumo e non a un utlizzo culturale (la cultura si deposita soprattutto negli incontri e nei dialoghi) dei libri. Non so se è un qualcosa che accade inconsapevolmente o se è un progetto culturale e antropologico. Ci stiamo allontanando e siamo sempre più soli. La liberia, così come i negozi di dischi, erano anche luoghi di ritovo, di crescita (è una parola un po' stantia, lo so, ma la voglio utilizzare lo stesso)e anche di smarrimento. Penso che la società occidentale, ripeto, stia andando verso l'annullamento e la squalifica di questi luoghi. A soffrirne di più sono quelli che, come me, hanno conosciuto i due modi di vivere, cioè sia la libreria come posto di ritrovo sia l'isolamento. I più giovani hanno conosciuto solo iTune o amazon e con questo non significa che staranno meno male di noi.

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  10. @paolopisacane
    Ti piace stare con gli altri e vedere che accade qualcosa. Penso che sia umano e giusto.

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  11. @lucia
    Se aprite un posto che ingrana, chiamatemi per favore ;)

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  12. @Astrid
    Alla fine, insomma, penso che la legge suo libri non cambierà nulla. Le librerie di questo passo spariranno.

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  13. Io da Lucia ci verrei se non altro per la compagnia :D

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  14. Carissimo Disagiato, dove si trova la tua libreria?! mi piacerebbe farci un salto prima che chiuda!!! ora scherzo, certo, ma se vuoi vedere gente che legge e tanto, e si diverte a farlo, e mi dispiace che i libri costino tanto e che ci siano sempre meno lettori in Italia... o che si compri da internet e si diffondano ebook che sono altor e non soppianteranno mai un buon libro di carta... ecco se vuoi conoscere un po' gente come me vieni a trovarci da queste parti... io mi chiamo Vera.
    a presto e buon lavoro!
    (buoni libri e buoni lettori a te!) http://gruppodilettura.wordpress.com/2011/02/03/i-libri-piu-belli-letti-nel-2011/

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  15. 84 Charing Cross, il più bel libro ( sottile ma intenso)e il più bel film sulle librerie come luoghi impareggiabili di cultura, scambio, affetti e competenze. A questo ho pensato leggendo il post. E a quanto la scomparsa delle librerie di un certo tipo sia un delitto imperdonabile. Vivo in una città in cui le librerie sono poche e gestite da incompetenti. Ne soffro, compro libri appena posso anche on line, ma appena arrivo in una città più grande mi tuffo nelle grandi librerie.Avere una libreria sarebbe un sogno, a cui credo dovrò rinunciare. Spero che la tua non chiuda.

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  16. @Vera
    Speriamo che la mia libreria abbia da campare ancora un po'. Grazie per l'indirizzo.

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  17. @temporalia2

    Io mi segno tutti i tuoi suggerimenti letterari e poi, magari, ti farò sapere.

    Avere una libreria, in questo momento, penso non sia proprio un ottimo sogno. Come abbiamo detto, non è un buon momento.

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  18. @disagiato

    Mi farebbe piacere, sì, sapere che ne pensi dei miei consigli di lettura. Aspetterò.

    La libreria da aprire la metterò nel cassetto dei "belli e impossibili".

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  19. Potresti fare l'insegnante, tanto per dire...

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)