sabato 25 giugno 2011

dare ragione ad angelino

di lo Scorfano

Proprio ieri parlavo al telefono con un mio collega di scuola, che si chiama Daniele. Lui mi raccontava alcune cose che succedono nella sua commissione d’esame, in una scuola qui vicino. A un certo punto mi ha parlato di un terzo collega, un comune amico che si chiama Giovanni, e di una sciocchezza che questi ha detto durante una riunione preliminare. Io l’ho ascoltato e poi ho detto: «Cazzo, ma che cretino che è Giovanni… Ha bisogno di una vacanza lunga, te lo dico io; e anche di qualcuno che gli dica di tacere, in certe occasioni…» E il mio collega ha aggiunto: «Anche di una donna ha bisogno… E pure alla svelta!»; abbiamo riso un po’, entrambi scuotendo la testa (o almeno io la scuotevo, lui non lo so, perché eravamo al telefono) e poi ci siamo salutati.

Ma la verità è anche un po’ diversa, naturalmente. La verità è che il collega Giovanni è stanco, come lo siamo tutti, e ogni tanto dice qualche «belinata», come la diciamo tutti, e adesso che è stanco ne dice anche qualcuna di più, come capita a tutti; e soprattutto la verità è che io e il mio collega Daniele vogliamo molto bene a Giovanni e abbiamo grande stima di lui, sia come persona sia come insegnante.   
        E poi, non ultima, la verità è anche che io e il mio collega non siamo indagati (credo) da nessuna procura, né conosciamo persone indagate, e quindi non siamo interecettati (credo). E anche questa è una verità importante, decisiva.

Perché se uno di noi due fosse indagato e se Daniele si chiamasse Mariastella,* e domani il Corriere, o la Repubblica, o il Giornale di famiglia, pubblicassero le nostre frasi su Giovanni, chiunque potrebbe pensare che noi riteniamo Giovanni un imbecille. Anche Giovanni, credo, lo penserebbe. Eppure non è vero: Giovanni, ve lo assicuro, è uno dei migliori insegnanti che io abbia mai conosciuto. E però, comunque, io rimarrei impiccato a quelle frasi riportate sulla carta, strappate via dal loro contesto, piantate su un foglio senza più la possibilità di dire quello che effettivamente avevano da dire. Anzi: ora sarebbero lì a dire tutt’altro, e a condannarmi.

Insomma, la faccio breve. Io credo che abbia ragione il ministro Alfano. Chi mi conosce bene sa quanto personalmente mi possa costare un’ammissione di questo genere (tantissimo), ma non riesco a dare torto al ministro Alfano, quando dice che:
La pubblicazione delle intercettazioni penalmente irrilevanti è un reato da perseguire … Le intercettazioni si devono fare perche' rappresentano un servizio per scoprire i criminali. È però sbagliato pubblicare sui giornali le intercettazioni che non sono penalmente rilevanti e riguardano vicende private e soggetti estranei alle indagini.
Se io fossi indagato chiederei che fossero usate tutte (e per intero) le mie intercettazioni telefoniche: mi sembrerebbe giusto e doveroso. Che invece ne vengano pubblicati degli stralci senza senso, in cui io magari faccio una battuta su Giovanni o dico che mi sono «praticamente prostituito» con chissà chi, senza che nulla aiuti davvero a capire quello che sto dicendo, ecco, questo non lo vorrei mai. E immagino che non lo vorrebbe nessuno, né io né il mio collega né Giovanni né chiunque; e nemmeno quelli che oggi gridano allo scandalo e sono già pronti con i post-it contro la "legge bavaglio". Lasciate stare, datemi retta.


* Lo so, se Daniele si chiamasse Mariastella non sarebbe amico mio: questo è il piccolo nodo che mi rovina il post. Pazienza, facciamo finta, eh?

9 commenti:

  1. non te lo rovina affatto il post, non è necessario che colpisca o meno un amico.
    Ciò che dici è sacrosanto, però, e mi rendo conto di essere meschino, ora stanno provando la medicina che il loro boss ama tanto: la gogna mediatica.Feltri Belpietro Fede sono creature loro

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  2. Ma sì, era un po' scherzoso l'asterisco, in realtà. E anch'io apprezzo la gonga mediatica quando tocca a chi se la merita, non sei il solo ad avere pensieri meschini. Però, insomma, sappiamo tutti che alcune cose sono francamente eccessive. (anche alcune polemiche)

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  3. Verissimo quello che scrivi, però per me l'amarezza sta nel constatare che questo genere di ragionamenti (correttissimi) vengono fatti solamente quando sono toccati i potenti.

    Allora tutti scoprono la propria anima libertaria. Non tu, non questo blog, dico in generale.

    Ma quando sono i comuni cittadini, tutte le garanzie giuridiche perdono il loro fascino, magicamente. E allora che siano gente che fa politica, gente passa di lì per caso, gente che si trova invischiata in situazioni di cui non sa niente, i presunti pedofili, gli immigrati, i musulmani... per loro non vale mai niente.

    Pare che, ad esempio, sia pratica comune che la polizia pesti per benino quelli che arresta, infatti ogni tanto ne muore uno, così, per strada o in carcere da innocente. Stranamente queste cose, molto molto più gravi delle intercettazioni di un paio di intoccabili, sono anche molto più deleterie per le "istituzioni democratiche" di cui tanto si parla.

    Ma per questi atti non vedo mai post-it su Repubblica, nessuno mi rompe le scatole su Facebook, non fanno referendum.

    L'unica cosa che mi incuriosisce è sapere con chi se la prenderanno dopo Berlusconi...

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  4. @Tommy Angelo
    Sottoscrivo il tuo commento parola per parola. Anzi, diciamo che lo considero un complemento essenziale per il post.

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  5. ti posso dire che nella mia città c'è un'indagine della magistratura che ha portato in galera un assessore e un dirigente comunale.
    ti posso aggiungere che l'inchiesta è molto basata sulle intercettazioni e che in queste intercettazioni compaiono anche esponenti dell'opposizione. essi, però, non hanno fatto niente non soltanto di illecito (e infatti non sono indagati), ma anche di moralmente sbagliato. semplicemente, per i loro rapporti istituzionali, son finiti in quelle telefonate. bene (anzi, male) tutte queste conversazioni son finite sui giornali e così ora il possibile corruttore, il possibile concusso, l'indagato e chi non c'entra niente (anzi: chi in questi anni si era opposto parecchio a certi progetti al centro dell'indagine) sono, per una parte dell'opinione pubblica cittadina egualmente colpevoli, "son tutti uguali".

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  6. A conferma del fatto che ogni tanto tocca dar ragione al nemico, per quanto acerrimo.

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  7. Io invece ho un altro punto di vista sulla faccenda. Provocatorio. Cioè, sono d'accordo sul ragionamento nel suo complesso (e come averne dubbi, dopo tanto tempo virtuale passato insieme) ma dissento sul particolare in questione. Perché sarà anche vero, come dice Angelino, che le intercettazioni non sono gratuite; ma di certo, checché ne dica lui, non mi fanno divertire. Non mi fanno divertire e anzi mi fanno infuriare. Perché c'è una differenza importante tra Scorfano e Daniele che (s)parlano di Giovanni e ministri e sottosegretari che confabulano con il maestro massone di turno: gli uni non sono personaggi pubblici a cui è affidata la mia vita, gli altri si. E allora l'intercettazione che li mostra al volgo per quelli che sono, squallidi figuri che in privato dicono l'opposto di ciò che dicono in pubblico, per me è una specie di manna dal cielo. Ciò che ha fatto tremare di più le stanze del potere, in questa occasione, non è tanto il contenuto delle intercettazioni (che probabilmente è vero, non sono penalmente rilevanti) quanto il carattere, emerso in trasparenza, delle persone intercettate: la loro volgarità, l'assoluta mancanza di onestà intellettuale e di ritegno. E pure, non dimentichiamolo, il fatto che così tante persone influenti avessero a che fare con un "faccendiere": uno che, se come credo ha messo a frutto la lezione di Gelli, ha fondato tutta la sua malsana costruzione su ricatti e analoghe riprovevoli manifestazioni di potere.
    Sono costate tanto, queste intercettazioni? Forse. Ma sicuramente ci hanno mostrato le facce dei potenti per quello che sono, e infatti loro ne hanno avuto paura e hanno reagito (scompostamente, come al solito; compattamente, come al solito).
    E quindi, se proprio devo pensare a soldi veramente sprecati, preferisco concentrarmi sulle auto blu inutili, sui voli aerei a sbafo per andare allo stadio, eccetera.
    Queste intercettazioni colpiscono il cuore del cattivo potere politico più di un referendum perso, o di una città in cui il proprio candidato sindaco è stato trombato.

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  8. @Gaddo
    Non sei stato l'unico a muovermi questa obiezione; anche l'altra sera, a cena, un amico a cui dicevo le cose che qui ho scritto, mi replicava con le parole che hai usato tu. Io resto perplesso: perché se è vero che la natura delk potere va svelata sempre (e questo è il compito dell'informazione libera, in una democrazia) è anche vero che in questo caso si tratta veramente di debolezze personali, di lamentele prive di pesa politico, di bassezze.
    Però sto parlando delle intercettazioni penalmente non rilevanti e solo di quele, sia chiaro: sulle altre (e sulla necessità di divulgarle)non ho il minimo dubbio nemmeno io.

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  9. Giusta osservazione. Tuttavia viviamo in un'emergenza istituzionale mai avuta in precedenza: non c'è mai stata occasione come questa in cui la natura del potere politico meritasse di essere svelata, anche avvalendosi di mezzi poco ortodossi. E anche perché mai come oggi quelle bassezze, quelle debolezze personali influenzano in negativo la vita di tutti noi.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)