sabato 11 giugno 2011

Quando eravamo grandi

del Disagiato

In libreria, in fondo a sinistra, c’è una stanza dedicata ai libri per l’infanzia e per l’adolescenza. Dalla cassa e dalla zona che sta vicino all’entrata del negozio, questa stanza non è visibile. Bisogna, appunto, andare in fondo al negozio e guardare a sinistra per vedere se tutto è sotto controllo. Insomma, se un ragazzino decide di guardare uno dei pochissimi libri pornografici o erotici che teniamo in negozio, ecco, va a guardarselo in quella stanza. Lì noi non possiamo vedere e sapere che sta guardando un libro erotico Però se il ragazzino non è solo ma accompagnato da due o tre coetanei, allora la cosa cambia. Già, perché il gruppetto si dirige in massa verso i visibilissimi scaffali che ospitano le pagine sconce, afferra il libro sconcio e poi con passo sconcio va nella stanza dei bambini, in un angolo, facendo cerchio e rumoreggiando. Questa scena capita spesso, in libreria, anche se a volte sono talmente bravi, gli imberbi, che non si fanno notare. Allora succede che nella stanza in fondo a sinistra io trovi sopolto dai Barbapapà e dagli Stilton il libro con le donne nude. Al che, e vi giuro che ora non so dirvi il perché, io penso: “Mi hanno fregato”.

Non solo i maschietti fanno questa cosa ma anche le ragazzine, con la differenza che le ragazzine (attendo smentita o conferma di un collega) rumoreggiano di più, soffocano l’emozione o l’eccitazone non proprio così bene ed è quindi assai più difficile che il sottoscritto commesso di libreria venga fregato. E, ripeto, non so dirvi perché io mi senta fregato. Perché sto invecchiando, molto probabilmente o solo perché io queste cose alla loro età le facevo allo stesso modo e cioè, come è naturale, di nascosto, in silenzio, fregando qualcuno e assottigliando il senso di colpa che nasce dal guardare su carta un paio di tette o un amplesso.


Ecco, questi sono i vostri figli quando di pomeriggio vanno al centro commerciale con gli amici e voi siete a casa a scrivere sui blog o a fare altro. Questi sono i vostri bambini quando voi siete al supermercato a spingere il carrello e loro a spasso senza guinzaglio per il centro commerciale. Questi sono, molto probabilmente, i vostri figli che si avvicinano al sesso. E io, quando intuisco quello che stanno facendo, li lascio fare. Non so se a voi fa piacere che il commesso chiuda gli occhi, ma a me un po’ fa piacere questo lento e furtivo avvicinarsi al sesso. La mia responsabile, invece, rovina loro la festa, intervenendo con una scusa o fissandoli negli occhi. Perché, secondo lei, certe cose non si fanno, certi libri non si guardano, certe cose non si pensano. Solo gli adulti possono prendere il libro e.

Io invece no, li lascio fare. Perché penso che quello è sesso. Anzi, a questi infanti mi piacerebbe tanto dire che quella furtiva e sgrammaticata educazione sessuale è la più bella possibile, colma d’immaginazione e di speranza. Il sesso è quel percorso che va dall’afferrare con risate strozzate il libro erotico al guardare le pagine del libro erotico. Sta tutto in quell’atto immaginativo e faticoso, in quei passi che vanno da uno scaffale a una stanza in fondo a sinistra di una libreria. Vorrei dir loro che presto non ci saranno più gli amici, che diventeranno grandi e indipendenti e che presto la loro educazione sessuale verrà affidata al movimento meccanico e triste in uno schermo.

Che presto diventeranno grandi, talmente grandi che smetteranno di immaginare e fantasticare e il sesso cominceranno a farlo per davvero, toccando un seno, accarezzando una testa e magari pronunciando anche parole d’amore. E allora sarà finita, e allora quello non sarà più sesso ma il frutto di una scoperta, il raccolto dopo la fatica. E allora, quando cominceranno a fare all’amore (all’amore, che termine), non ci sarà più nessuna strategia e la mia responsabile non verrà più a disturbarli in una camera da letto e io non mi sentirò più fregato e loro conosceranno già tutto o quasi tutto.

Chi è che diceva tecniche di seduzione? Andrea De Carlo, vero? Ecco, le tecniche di seduzione, le più limpide e affilate, sono quelle che io vedo ogni tanto in libreria, là in fondo a sinistra, mentre voi spingete un carrello a qualche metro di distanza e loro, gli imberbi, scoprono se stessi e chi gli sta affianco, complice e faticosamente muto. Mentre io, dietro un bancone, vendo libri riguardanti i movimenti migratori a sud di Lampedusa o le conseguenze della privatizzazione della gestione dell’acqua. Cose da adulti.

6 commenti:

  1. Le ragazzine sono rare e si, quando accade, sono piu' rumorose, magari fingono, non so.

    Comunque non e' da escludere che Jespica non vada a fare spaventare le coppiette imboscate, la sera, nei boschi..

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  2. Che dovevi intitolarlo: "Contro l'educazione sessuale", se ho capito bene.

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  3. e io che pensavo che tutti i ragazzini fossero già passati al sesso online

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  4. comunque niente male la scelta iconografica

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  5. Evidentemente non tutti hanno un pc a disposizione in cameretta. Quanta invidia.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)