In provincia di Venezia, gli studenti sono aumentati di 4200 unità nell'ultimo triennio; nello stesso periodo di tempo gli insegnanti sono diminuiti di 587 unità; in particolare, nelle scuole superiori ci saranno, da settembre 2011, 993 studenti in più e 340 insegnanti in meno (4 giugno). In provincia di Sondrio, a fronte di un numero di studenti invariato, ci saranno dall'anno prossimo 82 insegnanti in meno nella scuola primaria, 156 in meno nelle scuole medie, 29 in meno nelle scuole superiori (3 giugno). In provincia di Frosinone i docenti saranno, a partire da settembre 2011, 270 in meno di quest'anno (3 giugno). Nelle scuole primarie dell'Umbria ci saranno 98 maestri in meno e 439 bambini in più (2 giugno). In provincia di Treviso, nelle scuole superiori, ci saranno 99 studenti in più e 128 insegnanti in meno (1 giugno). Nell'intero Veneto, a fronte di un aumento complessivo del numero degli studenti, ci saranno 1723 insegnanti in meno (162 nelle superiori di Padova), che vanno ad aggiungersi ai 7000 in meno degli ultimi due anni (1 giugno). Nella sola scuola elementare siciliana ci saranno quest'anno più di 1000 maestri in meno (31 maggio). Otto scuole superiori in Toscana, che non raggiungono il tetto minimo (minimo) di 27 alunni per classe, verranno chiuse (29 maggio). In provincia di Bari
verranno soppresse 104 classi, che non raggiungono il tetto prefissato di 25 studenti: gli studenti verranno accorpati in classi di 35 alunni ciascuna (28 maggio). Nel solo distetto scolastico di Darfo (minima porzione della provincia di Brescia) ci sono stati tagli di 12 insegnanti negli ultimi tre anni e di altri 4 l'anno prossimo (27 maggio). In provincia di Pavia, solo alle scuole superiori, ci saranno 747 studenti in più rispetto all'anno scorso: i docenti saranno di meno, nessuno ha ancora comunicato quanti di meno; ma almeno un centinaio, visto che nell'intera Lombardia saranno 1000 in meno (27 maggio). A Bologna è stato effettuato da genitori e insegnanti uno sciopero della fame di una settimana, contro i tagli al personale docente delle scuole cittadine (26 maggio). Nell'area metropolitana di Roma ci saranno in totale quasi 1000 insegnanti in meno, a partire dall'anno prossimo; il numero degli studenti aumenterà leggermente (25 maggio). Nelle scuole medie della provincia di Firenze ci saranno, l'anno prossimo, 529 alunni in più e 21 docenti in meno rispetto all'organico previsto; alle superiori ci saranno complessivamente 80 cattedre in meno (24 maggio). Ad Arezzo (ciao, Nomade), alle scuole elementari, verranno perduti 75 insegnanti e 94 insegnanti di sostegno; nelle scuole medie 15 insegnanti e 4 insegnanti di sostegno; i dati per le scuole superiori di questa provincia non sono ancora noti ma si annunciano ben più drammatici; le iscrizioni non sono in calo (23 maggio). In Abruzzo sono stati tagliati 2263 insegnanti in tre anni; sono normali le pluriclassi (prima e seconda, per esempio, tutti nella stessa aula) non solo alle elementari ma anche alle medie (23 maggio). Nelle scuole superiori della provincia di Rimini, a settembre, ci saranno 519 studenti in più e 76 insegnanti in meno; alle medie 167 studenti in più e 18 insegnanti in meno; alle scuole primarie, a prescindere dal numero degli studenti,ci saranno 29 insegnanti in meno (22 maggio). A Reggio Emilia i presidi parlano di "scuole al collasso"; alcune classi prime delle superiori non potranno essere aperte perché le aule cono concepite per "soli" 22 ragazzi (21 maggio). Solo nelle scuole superiori di Salerno saranno tagliati 200 insegnanti; i presidi, calcolate le iscrizioni, avevano previsto la necessità di almeno 50 cattedre in più (21 maggio). Sono moltissimi i comuni italiani in cui i genitori protestano per i tagli al tempo prolungato nelle scuole primarie: Cerro Maggiore è soltanto uno dei molti (21 maggio). Nella regione Lazio le scuole elementari perderanno complessivamente 930 insegnanti e gli specialisti di didattica dell'inglese passeranno da 445 a 98; le scuole superiori perderanno in totale 1032 insegnanti (20 maggio). Nella città di Firenze, tra medie e superiori, ci saranno 1200 studenti in più e 350 insegnanti in meno (20 maggio). Le scuole superiori delle Marche avranno dal settembre prossimo 512 insegnanti in meno e lo stesso numero di alunni (20 maggio). Molti comuni in provincia di Piacenza hanno dichiarato inevitabile l'eliminazione del tempo prolungato nelle prime medie: tra questi, Castellarquato (19 maggio). Nella scuola materna della provincia di Modena 252 bambini non potranno iscriversi come vorrebbero, per mancanza di personale (18 maggio).
... e qui mi fermo. Un po' per stanchezza compilatoria, un po' perché il dato più comicamente tragico di tutti è che la stragrande maggioranza delle province e delle scuole italiane (e tra questa anche la mia) non sa ancora oggi quanti insegnanti ci saranno a settembre: i numeri usciranno tutti a giugno, un giorno dopo l'altro, secondo questa specie di bollettino di guerra a cui vi ho in parte fatto assistere (e che aggiornerò).
Ma qui mi fermo anche perché quello che c'era da capire si è già ben capito. Ed è anche vero che i tagli ai quadri orari degli istituti tecnici incidono un po' su questi numeri negativi; ma ciò che incide di più è però un altro dato, che è anche l'unico vero risultato di questi tagli: l'affollamento delle classi. Così si risparmia nella scuola italiana del 2011: stipando il numero più alto possibile di ragazzi in una stessa prima, sia essa una media inferiore, una prima elementare, la prima di un istituto professionale o di un liceo. Si risparmia senza badare a nulla. Trenta, trentacinque alunni per classe: solo questo è il risultato.
I tagli non sono solo una metafora, dunque. I tagli incidono nella carne e determinano ferite. Le ferite sanguinano del sangue di chi resterà indietro, di chi non imparerà quello che potrebbe, di chi pagherà queste scelte folli di un ministro (due ministri: Tremonti, Gelmini) che intanto parla di altro (meritocrazia, bullismo, sessantotto). Il sangue è quindi esattamente questo, e le ferite stanno già diventando cicatrici. Le cicatrici restano visibili a lungo sulla pelle di una società. Le cicatrici, prima o poi, dolgono.
(tu non lo sai, ma io ti linko su FB...)
RispondiElimina(ah... ecco chi è l'anonimo apprezzatore. Io vedo solo arrivare le visite...)
RispondiEliminaCome si coniugano i tuoi dati che indicano una crescita di alunni in ingresso nella scuola con i dati demografici che riportano una decrescita della natalità?
RispondiElimina@Luigi
RispondiEliminaCredo che incida l'innalzamento dell'ibbligo scolastico; così come i ragazzi immigrati di seconda generazione. (i dati comunque non sono i miei: sono quelli degli Uffici scolstici provinciali...). Magari meno ragazzi in giro, ma senz'altro più studenti nelle scuole.
(Anche io a volte ti ho linkato)
RispondiEliminail bullismo... mi fa ridere... una volta, con 18/20 alunni per classe, se anche ti capitava "il bullo" riuscivi a contenerlo senza troppa fatica. ora, con 27/30 stipati nei banchi, è già tanto se riesci a farli stare seduti per più di venti minuti.
RispondiEliminae arimetterci sono sempre i più deboli, sotto il profilo personale e sotto quello didattico.
Quanta parte della nostra attività didattica dipende dal fatto di avere 20 o 30 alunni seduti davanti a noi? Tutto, direi. Sono due mestieri diversi.
RispondiEliminatutto, dici giusto. quest'anno ho avuto tre classi di 30 alunni (più una di 25 e una, miracolo, di 15). ho lavorato male e mi sono sfinita. e per l'anno prossimo non cambierà nulla...
RispondiElimina(e tu lo sai che quello che fa thu' lo faccio anch'io, sempre, vero?)
Le cose sono destinate a peggiorare, altroché. Nessuna fiducia negli anni a venire.
RispondiElimina(e grazie per qualunque diffusione, sempre gradita)