Non so come vadano le cose in città, ma so benissimo come vanno qui, in un piccolo paese: da quello che io vedo, su tre clienti che entrano in una tabaccheria, due acquistano un Gratta e Vinci o una giocata al Superenalotto o al Lotto istantaneo, e uno soltanto compra le sigarette (inutile dire che, in genere, quest’ultimo pirla sono io).
Io rimango tutte le volte impressionato. Ma oggi, in particolare oggi, sono rimasto proprio senza respiro. Perché, mentre io buttavo via i miei cinque euro di sigarette (e insisto: non sto facendo una classifica di intelligenza tabacchinesca: che in quella io arrivo sempre ultimo, lo so), proprio mentre pagavo, una signora anziana del paese ha “grattato” un biglietto che valeva 100 euro. Ne aveva giocati 5 e ne ha vinti 100. Io ho pensato che era stata fortunata e che se ne sarebbe andata via con quella piccola sommetta che, a seconda della pensione che uno ha, potrebbe non essere nemmeno tanto piccola. E invece no.
E invece, ecco cosa mi ha fatto rimanere senza fiato, la signora si è subito precipitata al banco del tabacchino e ha cambiato quel biglietto da 100 con tanti altri Gratta e Vinci di diverse misure e qualità, almeno una quindicina, scegliendoli praticamente uno per uno, ordinandoli come si potrebbe fare con i pesci o la frutta o le caramelle, quando c’è la festa del paese.
L’episodio mi è rimasto nella testa, come quelle melodie che tormentano la memoria, in certi giorni, e non si sa perché: allora sono tornato a casa e ho fatto una piccola indagine sul web. E ho scoperto che questo tipo di giochi arriva a rappresentare quasi il 3% del Pil nazionale; e che in alcune province (Pavia, Napoli, Caserta, Palermo, ma anche la mia originaria Savona) arriva a superare o sfiorare il 5% del Pil provinciale; e a Brescia, provincia in cui vivo, si assesta intorno al 2,75% del reddito complessivo. Insomma, una pioggia di denaro, una rendita incredibile per le casse dello Stato, una voce di spesa molto cospicua per qualunque cittadino (per quelli che giocano, intendo).
Così finisce che ogni volta che esco da un tabacchino mi chiedo quanto sia “morale” che uno stato venda ai suoi cittadini questo tipo di opportunità; e finisce che ogni volta rimango senza nessun tipo di risposta, perché in fondo è vero che il cittadino non è costretto da nessuno a buttare via il suo denaro in Gratta e Vinci. Lo fa liberamente, forse consapevolmente (anche se la “consapevolezza” è parola che presuppone molto di quello che non vedo in giro) e sicuramente non con una pistola puntata alla tempia. E però.
E però immagino che tutti quelli che spendono tanti soldi in biglietti da grattare (l’unico che vince sempre è proprio il tabaccaio – oltre all’erario – se ho capito bene la faccenda) siano poi le stesse persone che si lamentano molto delle tasse che pagano e che vorrebbero pagarne di meno. E poi finiscono con l’autotassarsi volontariamente, sedotte da questo tipo di trucchi da paese non so quanto culturalmente evoluto.
E poi smetto di pensarci e mi accendo una sigaretta: che, a proposito di contributi volonatri e di soldi buttati e di salute mentale e fisica, be’, certo il mio andare dal tabacchino non mi aiuta a essere meglio di nessuno. Mentre mi gratto via i polmoni come se ne avessi degli altri, in qualche cassetto di casa.
Esatto, se non fumi, non gratti e non fai benzina, praticamnete dai ben pochi soldi allo Stato oltre a quelli che già chi chiede (per fornirci pochi o nessun servizio in cambio).
RispondiEliminaMeledetta dislessia... ci riprovo.
RispondiEliminaEsatto, se non fumi, non gratti e non fai benzina, praticamente dai ben pochi soldi allo Stato oltre a quelli che già ci chiede (per fornirci pochi o nessun servizio in cambio).
Insomma, era veramente un refuso da niente! Pensa che ci sono altri che non si vergognano (e non correggono) sviste ben più importanti... ;)
RispondiEliminaBeh, il lotto è da secoli considerato la tassa sui poveri.
RispondiEliminaDiciamo che la Chiesa vieta le cose divertenti, lo Stato vieta e tiene per sé le cose remunerative :-)
Ecco: non ho quasi mai fumato, non mi ricordo di avei mai grattato e non ho una macchina (ho usato quella dei miei, lo ammetto). Niente soldi allo stato, oltre alle tasse (che quelle poi vanno comunque all'estero, quindi niente soldi allo stato italiano per quei pochi servizi poco funzionanti).
RispondiEliminaSarò mica la causa del fallimento dello stato italiano?
Valuta tu: o cominci a fumare, o giri in macchina tutta la notte almeno due giorni a settimana... ;)
RispondiEliminaUn vecchio proverbio di tanti anni fa diceva:
RispondiEliminaSe dal gioco aspetti il soccorso, ti viene il pelo lungo come l'orso.
A voi le conclusioni
purtroppo molta persone
RispondiEliminaquandole cose non vanno
perdono la speranza
con le ultime risorse che hanno
si affidano alla Dea bendata
sperando nel classico colpo di Fortuna
dove non ci sono risorse si affidano alla Chiesa.
se non è zuppa le pan bagnato e come dicono a Napoli chi ha avuto ha avuto chi ha dato ha dato scordiamoci il Passato siamo fessi Paisà. Nessuno1°
Anche io confesso di avere acquistato qualche (pochi ed a distanza di molto tempo l'uno dall'altro) gratta e vinci.
RispondiEliminaPerchè? Magari per continuare a sperare nel sogno del poco probabile che diviene possibile.
Un sogno nel cassetto, un acquisto oggi impossibile ma chissà un giorno reso possibile da una fortuna sfacciata.
Il mio sogno nel cassetto in caso di vincita alla lotteria? Una bella Harley Davidson nuova fiammante. Ho già adocchiato il modello: Fatboy Special 2010. Per ora sta bene dove si trova, dal concessionario.
Sarò sentimentale?
Oh be', è capitato anche a me, eccome. Già che ci sono, lì dal tabaccaio... Ma non ho mai vinto niente, come ovvio.
RispondiEliminaOddio, a chi dice che lo stato non ci fornisce nessun servizio vorrei ricordare che molte scuole e molti ospedali sono ancora pubblici... se sapeste quanto costa un giorno di ricovero in ospedale, forse ci andreste più cauti... Poi, chiaro, sono settori che subiscono sempre tagli enormi, ma mai sufficienti a far capire alla gente cosa voglia dire NON avere, per esempio, una sanità pubblica. Per fotuna, dico.
RispondiEliminaPoi, quanto al gioco: mi domando quanti biglietti da 100 euro ci siano, in giro, e quanti siano effettivamente riscossi... Immagino che la maggior parte dei vincitori spenda queste piccole somme in biglietti per giocare ancora e ancora e ancora. E anche questa è una patologia. Ma nessuno scrive sui biglietti "può nuocere gravemente alla salute, e al portafoglio'. Come invece capita sui pacchetti di sigarette...
non so altrove, ma a milano nei bar molti giocano con le macchinette mangiasoldi. e ci stanno attaccati ore. e vedi cambiare in gettoni banconote da 50 euro a ritmo continuo. c'è pure una teoria, secondo cui le macchinette per legge ogni tanto devono far vincere, per cui è frequente vedere qualcuno che, finiti i soldi va a prelevare al bancomat, avvisando il barista di non far andare nessuno sulla macchinetta. sulla moralità del lotto ricordo un'articolo di Gramsci quando ancora scriveva sull'avanti (...hem, non sono così vecchio, una decina di anni fa era uscita una raccolta degli editori riuniti) in cui osservava come soprattutto creasse l'illusione di un guadagno senza doversi impegnare
RispondiEliminaSto ancora cercando di ricordarmi se ho mai comprato un gratta e vinci... Direi di aver grattato un paio di volte quelli che compra mia madre, ma non mi pare di aver mai pensato "già che ci sono..." Anche perché dal tabaccacio ci entravo al massimo per comprare un paio di fracobolli.
RispondiEliminaPacchetti di sigarette credo di averne comprati al massimo 5 in tutta la mia vita... E non vi dico che fine hanno fatto la metà di questi.
Anche la mia sarà una patologia: sono riuscita ad entrare in un casinò e a non spendere neanche un centesimo.
Mi fa piacere che gli ospedali e le scuole siano (ancora) pubblici e spero lo restino. Mi spiace purtroppo assistere alle scene del tipo: "Il prossimo appuntamento libero è fra due mesi, ma se vuoi venire (in ospedale) e pagare privatamente, posso dartene anche uno domani."
Evviva il paese dei furbetti!
In realtà credo sia l'8% del valore del biglietto che si intasca il tabaccaio, lordo ovviamente. Non è comunque poco, ma in fin dei conti resta solo un "misero" 4%..
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