Lucidissima mi è sembrata l'analisi di Suzukimaruti, a proposito dei recentissimi (e all'apparenza poco comprensibili) movimenti e rivolgimenti politici di Antonio Di Pietro, dal fitto colloquio con Berlusconi nell'aula della Camera, alle dichiarazione di impazienza nei confronti del Pd, fino alle tre (tre!) interviste rilasciate oggi al Corriere, alla Stampa e al Fatto Quotidiano. Lucidissima, dicevo, la sua analisi, e anche parecchio istruttiva:
Questa improvvisa inversione di marcia dipietresca mi ha confuso un po’ più del solito. Ho provato a chiedere lumi in giro, giacché qui non si rinuncia a parlare di politica, ma mi sono reso conto che ai miei “non capisco Di Pietro” fanno sempre seguito ragionevolissimi discorsi off-topic sulla sua inadeguatezza grammaticale. (...)
Secondo me Di Pietro si è fatto incuriosire dall’analisi dei dati di partecipazione ai referendum: su 27 milioni di votanti, quasi 10 milioni sono elettori di PdL e Lega. Si tratta di voti in sostanziale libera uscita: votanti che non si sentono di “appartenere” al blocco Bossi-Berlusconi, dispostissimi a votare altro se opportunamente coinvolti e interessati.
Non è una notizia che ci sia disaffezione nei confronti di Berlusconi e dei suoi alleati, di recente. Il problema è tradurla in risultati elettorali positivi per il centrosinistra.
Prosegue sul blog Suzukimaruti, appunto.
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