giovedì 16 giugno 2011

chi prepara il caffè

di lo Scorfano

Come tutte le coppie, io e la mia compagna (la mia splendida compagna, se è lei che sta leggendo), ogni tanto discutiamo. Discutiamo, secondo i dati statistici a mia disposizione, un po’ meno delle altre coppie: però capita anche a noi, è ovvio.

Uno dei tipici argomenti di discussione di una coppia, e quindi anche della nostra, riguarda il chi si deve occupare di cosa e il chi invece può anche non occuparsene. Per esempio, non avendo noi in dotazione domestica una macchina lavastovoglie, abbiamo ogni tanto discusso su chi dovesse quel tal giorno lavare i piatti: poi lei ha stabilito un rigidissimo (e iniquo) sistema di turnazione e da quel giorno non discutiamo più, non su chi lava i piatti (ma, sia detto una volta per sempre, io li lavo un po’ più di lei).

Non discutiamo nemmeno su che deve preparare da mangiare: perché io sono un uomo fortunato e una delle sue maggiori passioni è la cucina, e quindi fa quasi tutto lei. Però, insomma, restano molti altri argomenti di instancabile questionamento: la lavatrice da fare, i panni da stendere, il disordine che lei lascia sempre in giro, il rifare il letto, la mia leggendaria e insopportabile pigrizia (lo so), fino all’estremo confine dibattimentale del chi deve scegliere il film che guarderemo stasera (non fraintendete: entrambi vorremmo che lo scegliesse l’altro, per non sentirci in colpa di aver fatto passare una brutta serata al prossimo: se non è amore questo…).

Soltanto su una cosa io e la mia splendida (lo avevo detto, vero?) compagna non abbiamo praticamente mai discusso:          
         a chi tocca sparecchiare tavola e a chi tocca preparare il caffè dopo pranzo e dopo cena. Non ne abbiamo mai dovuto discutere, perché quelli sono compiti che eseguo io, sempre e da sempre, quasi automaticamente, quasi come se fosse una legge non scritta della casa. Lei, devo dirlo con la massima onestà, si è anche offerta di preparare una rigida turnazione anche di questa funzione: ma io ho sempre declinato il gentile invito, non saprei dirvi bene perché.

O meglio, non avrei saputo dirvelo fino a qualche giorno fa, perché adesso invece lo so. Mi è capitato di pensarci una sera delle ultime, mentre appunto stavo liberando la tavola dai piatti sporchi e dai bicchieri e preparando il caffè anche per lei, che mi aspettava tranquillamente seduta. Mi sono chiesto: perché lo faccio sempre io? E in quel momento mi sono intravisto nello specchio e ho improvvisamente riconosciuto la sagoma inconfondibile di mio padre, trent’anni fa.

Ero lui, insomma. Nello specchio, porca miseria, ero lui. Ero diventato mio padre, che tutte le sere, immancabilmente, appena avevamo finito di cenare, si alzava da tavola, sparecchiava tutto quello che c’era da sparecchiare, e poi preparava il caffè per tutti, me compreso, seduti ancora a tavola, tranquilli.

Io, se mi ricordo bene, credo che mio padre non abbia mai fatto nient’altro in casa se non quello: non l’ho mai visto nemmeno mettere a posto un calzino o un paio di mutande, niente. Faceva tutto mia madre, casalinga. Però tutte le sere, dopo cena, mio padre si alzava, sparecchiava e preparava il caffè, immutabilmente. E oggi, mentre lo faccio io, so che sto semplicemente seguendo quelle impronte, meccanicamente, come se fosse ovvio e naturale, come se ci fosse un imprinting indelebile che mi ha forgiato. E mi alzo per primo da tavola e preparo il caffè, è normale, si fa così.

Ecco, volevo dire questo e volevo dirlo ai giovani internauti, incautamente innamorati, che casualmente dovessero passare di qua: fate attenzione quando andate a vivere insieme al vostro amore meraviglioso con il quale sarete per sempre e invidiabilmente felici. Fate attenzione perché a voi sembrerà di andare a vivere con una persona e invece andrete a vivere anche (anche) con una piccola serie di inveterate abitudini familiari; e quindi andrete a vivere anche (anche) insieme a vostra suocera o a vostro suocero. Guardateli e studiateli un po’, i genitori del vostro lui o della vostra lei, prima di fare il grande passo: perché è possibile che il vostro lui o la vostra lei, nel giro di pochi anni, si trasformino in gran parte in quella donna e quell’uomo, magari un po’ anziani, che adesso sembrano così distanti e diversi da lui (o lei).

Datemi retta: studiate pure il profilo facebook del vostro innamorato, fategli un esame del dna, sottoponetegli anche un bel questionario dettagliato sulle sue abitudini e aspirazioni… va tutto bene. Ma non trascurate di conoscerne a fondo i genitori. Perché, se sarete fortunati, lui (o lei) diventerà quanto di più simile a loro avreste mai potuto immaginare. E badate bene a chi prepara cosa, in quella casa a cui state strappando il giovane figlio (o la giovane figlia): perché un giorno vi sorprenderete a incazzarvi come bestie non per questioni riguardanti i massimi sistemi della filosofia occidentale, ma perché il vostro lui o la vostra lei non mettono a posto le scarpe o non preparano il caffè. E il vostro insulto preferito diventerà uno dei seguenti: «Sei come tua madre» o «Sei come tuo padre». Fidatevi.

26 commenti:

  1. Ogni volta che, anche con una punta di disappunto, mia moglie mi dice "sei uguale a tuo padre", il mio petto s'inonda d'orgoglio. Lo tengo ben nascosto però, che so che non è sempre facile assomigliargli.

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  2. Be', a proposito di insulti, quando Le dico "Mi sembri mia madre", si inca**a parecchio!

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  3. Però, insomma, mi confermate che il rapporto/confronto con genitori/suoceri resta la base della vita di coppia... Bisogna spiegarlo ai nostri figli, adesso, che non ci credono.

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  4. In realtà io sono *sicurissimo* di non assomigliare ai miei, anche perché cerco in tutti modi di evitarlo, non avendo mai instaurato con loro un rapporto sereno.

    Bisognerà vedere, però, se e quando avrò dei figli. Lì, come fai, sbagli.

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  5. c'è anche chi si dà da fare come un forsennato per reazione al proprio padre che, in casa, non faceva nulla. Se non qualche danno :-)

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  6. Sono infatti abbastanza certa che si proceda anche per opposizione e per contrasto. Benché, alla fin fine, ho come l'impressione che lo specchio prima o poi dirà la verità...

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  7. Egli è da dire che il caffè la sera non mi fa dormire.

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  8. (guardi, è così vero che a volte ho l'impressione di non avere mai sposato mia moglie, e che anzi io e mia moglie non si esista affatto, ma che da queste parti si verifichi una strana convivenza fra mio padre e mia suocera, o, cosa ancora più inquietante, mio suocero)

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  9. eppure, gentile avvocato e gentile Leonardo, nessuno ha ancora notato quel "se sarete fortunati", l'incidentale che dovrebbe (nelle povere intenzioni dello scrivente) dare linfa significante a tutto il senso del post...

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  10. Così, giusto per:

    http://www.youtube.com/watch?v=DWpHiQIMxnw

    0:35 circa...

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  11. Beato te che non sei solo al mondo... ti invidio tanto

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  12. Non si capisce se la tua sia l' apologia della vita di coppia o un generoso messaggio messianico criptato :-)
    Personalmente, ci leggo la seconda opzione, ma potrei toppare alla grande e , purtroppo, il carattere intimistico di un' eventuale discussione è impossibilitato dalle caratteristiche proprie della Rete, che ama ciò che è pubblico.
    Una cosa, però, la posso dire: quant' è inquietante e disumano quel "per sempre"...

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  13. ahahahah!!! anche noi abbiamo compiti più rigidi e altri molto più fluidi: io spesa e cucina, lui sparecchiamento, lavaggio piatti e caffè. io stiro, lui pulisce i pavimenti.
    ah, mia madre mi ha sempre detto "osserva bene come il tuo ragazzo/uomo tratta sua madre, perché un giorno o la'ltro finirà per trattare te allo stesso modo".

    comunque, la cosa buffa è che ogni tanto io dico a lui che sembra MIO padre. ma credo che un po' di sano complesso di Edipo faccia parte dell'amore... :PPP

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  14. @Sirio59
    Credo di non aver voluto scrivere nessuna delle due cose che tu ipotizzi: diciamo solo un avvertimento. Guardate i vostri suoceri perché prima o poi vivrete con uno di loro due. Ma era anche scherzoso, o almeno voleva esserlo.
    Per quanto riguarda il "per sempre" che ti inquieta, non riesco a trovarlo nel post...

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  15. @lanoisette
    Insomma, non sei la prima a citare Edipo a proposito di questo post. Non vorrei aveste ragione voi.

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  16. @Il Nomade
    Ammazza, Nomade, mi hai fatto guardare il Mcs... Il monolgo è divertente, ma non so se ti perdono. ;)

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  17. La citazione s'impone, a costo di deprimerti fino all'anno prossimo...

    http://www.youtube.com/watch?v=w75KaCK9MQo

    Uqbal

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  18. Il trucco per una lunga e serena convivenza è mettere da parte l'orgoglio.

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  19. Se io adesso ti dico che anche a casa mia il caffè l'ha sempre fatto mio padre, mi credi?

    (E, conseguentemente, anche oggi mi hai strappato un luccicone...)

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  20. Da quando avevo 12 anni il caffè in casa l'ho sempre fatto io e adesso che andrò a convivere credo che continuerò a farlo. Mi preoccupa notare solo ora quanto poco sua madre faccia in casa...spero ci siano eccezioni!

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  21. @Thumper
    I padri fanno il caffè... Chissà come mai.

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  22. @Anonimo
    Mah, io non credo molto alle eccezioni. Però magari in casa farai quasi tutto tu e andrete d'accordo, no?

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  23. devo ringraziare marco d. di sono storie, se adesso sto leggendo questa bella pagina di io scorfano e sorrido. lo faccio perchè molte cose raccontante nel post sono vere, ma non sempre capita di ravvisare, nelle due meraviglie che insieme convivono, un genitore in nuce. mi spiego: vivo da 27 anni con lo stesso uomo e lo conosco da circa 35 anni. entrambi lavoriamo e non ci siamo mai posti il problema di chi fa cosa; ognuno di noi fa quello che è capace di fare. non devo occuparmi delle sue cose perchè mio marito è un uomo molto ordinato,della cucina mi occupo io - altrimenti si morirebbe di fame - nel complesso entrambi sfaccendiamo quando siamo in casa - soprattutto perchè ci pensano i figli a non far nulla! mia madre ha lavorato sodo una vita, ma in lei non ritrovo me stessa. stessa cosa vale per il papà di mio marito, sono assolutamente diversi. di una cosa sono certa, io scorfano e mio marito appartengono a quella categoria che sparecchia la tavola, una vera bellezza! bisognerebbe farvi santi - neanche la mastercard può comprare il sollazzo serale della spaparanzata sul divano mentre la dolce metà maschile sparecchia!!! :-D

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  24. @mizaar
    be', 27 anni di convivenza valgono (oltre che tente congratulazioni) anche un patentino di autorità nel campo. Per cui mi inchino davanti alla tua esperienza... ;)

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)