martedì 6 dicembre 2011

la politica che dorme

di lo Scorfano

A me pare che il governo «tecnico» abbia fatto esattamente quello che doveva fare e che si sapeva che avrebbe fatto un governo «tecnico»: e cioè una manovra «tecnica». Poi leggo in giro molti commentatori (professionali e non) che si dichiarano delusi, che auspicavano «tutt'altro», che contestano la somma o i singoli addendi che determinano la somma, ma non mi pare che fosse questo «tutt'altro» il compito del governo dei tecnici bocconiani e dei docenti universitari.

Per esempio, tra tante cose che avrei molto gradito anch'io, ieri Alessandro Gilioli scriveva che quello che non c'è nella manovra tecnica del governo tecnico dei professori è che:
non c’è insomma il coraggio di cambiare passo, di mostrare una nuova visione, una cultura diversa, un’ipotesi alternativa di futuro.
Che è magari pure vero.  
Ma che non è affatto quello che deve fare un governo di bocconiani e professori mai eletti da nessuno e accettati da quasi tutti per disperazione (si tratta di questo, no?). Quello che Gilioli auspica (e anch'io) è invece quello che dovrebbe fare la politica, che avrebbe dovuto fare da molti anni a questa parte la politica, quando ancora non era tempo di essere disperati. Non i politici, sia chiaro, ho scritto bene: la politica. Che nel frattempo invece dorme, o più semplicemente finge di non pensare ai voti da raccattare in giro tra qualche mese, che è il grado minimo della politica.

È dunque la politica che ha fallito, non il governo dei tecnici (che ha fatto il suo mestiere). E la politica non sono semplicemente i politici, però. In prima e ultima istanza, la politica siamo noi elettori: ogni volta che non andiamo al consiglio comunale del nostro paese, ogni volta che ci chiudiamo in casa a pensare a quanto fanno schifo i politici, ogni volta che ci sentiamo migliori del nostro vicino di casa che sicuramente, ci potete scommettere, ha votato Berlusconi o la Lega. Questa è la nostra politica. Talmente fallimentare che c'è stato bisogno di chiamare i professori bocconiani per fare quello che noi, la politica, non siamo stati in grado di fare. Ma con la consolazione, impagabile, di potercene ancora lamentare, chiusi in casa, al caldo, con belle parole e una discreta tecnica retorica.

12 commenti:

  1. totalmente d'accordo. io pure sono un po' stanca del coro dei delusi che, sul web, sta disfacendo parola per parola, "manovra per manovra", le decisioni che sono state prese.
    cioè, a me, l'unica cosa che mi viene da dire, che poi è la più banale, davvero, è:
    scusate, ma voi, al loro posto, cosa avreste fatto?
    avreste fatto meglio?
    sicuri?
    e poi, aggiungo una cosa in relazione ad un post presente nel segnapagine di ieri, quello che diceva "c'è uno scansafatiche, un incapace...un vecchietto, e te"; ecco, io, sulle prime, ero d'accordissimo, tanto che stavo per postarlo sul mio profilo,
    poi, mi sono fatta una domanda, o meglio, una domanda legittima si è imposta a me con prepotenza, ovvero: ma sono così sicura, e, in generale, siamo così sicuri e certi di essere sempre "noi" i buoni, i bravi, gli onesti?
    si badi che non ho una risposta, neanche per me.
    su molti blog importanti che leggo quotidianamente si stanno sviluppando dibattiti seri, partiti magari dalle lacrime della ministra.
    e da lì a discutere della sostanza.
    e, il punto è, che ogni commento che leggo, ogni disappunto esplicito al presente governo e alle sue proposte, per quanto condivisibile, non riesce a non farmi pensare che sotto sotto ci sia, magari in minima parte, quel sentimento dell'esser "chiusi in casa, al caldo, con belle parole e una discreta tecnica retorica". cioè, per carità, da ignorante, mi rendo conto che davvero si va incontro a sacrifici e giri di vite, ma, boh, c'è qualcosa che non mi quadra...
    ...ma, cosa pensavate, che si usciva da una situazione del genere come? possibile che in questo caso siano così in pochi ad essere "logici"?
    non so. io guardando la conferenza pensavo "madonna, e quegli altri imbonitori da fiera che facevano passare un'immagine falsatissima di un paese che non era sul baratro...", "la realtà è putroppo questa e bisogna prendere necessariamente provvedimenti drastici", e così via.
    forse non c'entra nulla, ma a me queste situazioni fanno pensare sempre a una tipica questione romana, (sono romana), che ogni volta si ripropone, ovvero: roma ha un sistema di trasporti pubblici pessimo, pessimo, pessimo.
    banalizzando, succede che si intraprendono lavori, poi scoprono un reperto antico, e si sospende tutto, e nessuno mai che abbia avuto il coraggio di dire: ahò, non è che qui possiamo campare solo della gloria del passato! sennò il turista viene, e come se move?" ma tanto è inutile, perchè le risposte sono sempre quelle, sempre le stesse. ti pare che riesci a mettere in pratica una politica del compromesso? mai. la questione qui è diversa, ma la fruizione, la ricezione del "popolo" delle attività e delle strategie di terzi è la stessa, ovvero: qualsiasi cosa si faccia, si poteva fare meglio, si poteva farla diversa, se poteva lascià perde. e mi viene in mente che l'italiano è uno che "un po' se stava meglio prima, un po'non venite a toccamme l'orticello, un po' non sia mai che do fiducia e credito a uno che me propone qualcosa di nuovo, che impone dei sacrifici", e tutto questo, come si suol dire, per "partito preso". è così, non c'è niente da fa, l'italiano, il più ignorante, se ne sta al calduccio, rincuorato e rassicurato dalla sua coperta "semplice" che lo fa sentire parte di quel "noi" che sarebbero poi le vittime, e punta il dito contro cose di cui non ha la più pallida idea di come si possano risolvere. che urto. (poi che le cose che terzi fanno si possano e si debbano problematizzare e discutere, è tuuuuuutto un altro paio di maniche).

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  2. Il problema è che questo paese l'hanno distrutto i banditi, ma lo dovranno ricostruire le brave persone.

    Anche se non sono ricche.

    Concordo su tutto il post e anche con il commento di Laura.

    Uqbal

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  3. siamo così sicuri e certi di essere sempre "noi" i buoni, i bravi, gli onesti?
    Ecco sì: purtroppo ne siamo sicuri... E' da questa messa in discussione che, probabilmante, protremmo partire.

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  4. ...e siamo anche sicuri di saper qualcosa. Un qualcosa da far valere. Ecco cosa mi delude dei tecnici: loro sanno, ma, nel non fare, si comportano da politici. Un esempio? Cancellino una volta per tutti gli slogan. Tipo: "Non si è toccata la sanità!"
    E perchè mai? Non rappresenta forse la prima nota di spesa?
    E allora, se si deve rimettere il bilancio a posto, dove si dovrà metter mano se non proprio nella sanità? Tagliando sprechi e inefficienze, naturalmente, iniziando quindi a capire dove stanno gli sprechi e le inefficienze. E' una questione tecnica, no? Cos'altro mai sarà?

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  5. E' una questione tecnica, hai pefettamente ragione, ma forse non risolvibile in 20 giorni. Tagliare le (ampie) inefficienze e i numerosi sprechi richiede, mi immagino, uno studio accurato e preciso. Come avrebbe dovuto accadere nella scuola, dove i tagli lineari hanno fatto invece i loro bei danni...

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  6. 20 giorni? Il Ministro della Salute deve forse imparare il mestiere?

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  7. E piantiamola con questa storia del "governo non eletto".
    C'è un presidente della repubblica regolarmente eletto dal parlamento che ha affidato l'incarico a Monti e due camere parlamentari regolarmente elette dai cittadini che hanno dato fiducia all'esecutivo.
    Come è stato per ogni altro governo della storia d'Italia.

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  8. Il governo è per definizione (e costituzione) non eletto. In questo caso sono i ministri che non sono stati mai eletti: questo ho scritto.

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  9. Non conosco i dettagli costituzionali, ma se lo dice lei, Scorfano, non dubito che, in generale, il Governo sia "non eletto". Quest'ultimo poi, il Governo Monti, in particolare, è anche "non a letto", come il precedente. E questo, per favore, non scordiamocelo più.

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  10. Noto che si lamentano della riforma delle pensioni i pensionandi e non i loro figli. Noto che si lamenta Maroni che fino a ieri avrebbe potuto incidere. Noto che si lamenta la Chiesa. Noto che la sinistra balbetta sulle pensioni e capisce che nel 2006 avrebbe dovuto approvare lo scalone Maroni.
    Noto che con la casa in fiamme, tutti quelli che lo hanno appiccato o non hanno agito per estinguerlo non hanno nemmeno il buon senso di fare un passo indietro e lasciare ai pompieri il compito di spegnerlo. E di norma i pompieri non ristrutturano. Sarà compito nostro eleggere poi qualcuno che sappia governarci meglio

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  11. Sottoscrivo ogni singola parola, e del post, e del commento. Finché continueremo a non comprendere che politica è la forma di aggregazione delle vita civile occidentale, dunque che siamo noi, sarà sempre facile giocare al capro espiatorio.

    Aggiungo che il governo tecnico, oltre a fare quello per cui era stato chiamato a fare per l'appunto in quanto tecnico, ha dimostrato, nel modo di porsi e di spiegarsi, una alta e civicissima comprensione di tutto questo. Che è per me valore aggiunto alla questione.

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  12. condivido cio' che ho letto fin'ora da parte di tutti voi e la domanda che mi pongo sempre piu' spesso e' :come potro' fare a scegliere qualcuno, fra il marasma di parlamentari che comunque e chissa' perche' non si scolla dalla sedia e come potra' fare il mio voto ad incidere per poter creare una classe politica che sia degna di questo nome?

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)