giovedì 22 dicembre 2011

del selvaggio dolore di esser uomini

del Disagiato


Mi domando che madri avete avuto.
Se ora vi vedessero al lavoro
in un mondo a loro sconosciuto,
presi in un giro mai compiuto
d'esperienze così diverse dalle loro,
che sguardo avrebbero negli occhi?
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
o lo passate a redattori rotti
a ogni compromesso, capirebbero chi siete?

Questi sono i versi iniziali di quella che per me è la più bella poesia di Pier Paolo Pasolini, La ballata delle madri, 1962. E poi i versi vanno a prendere le madri vili, le madri mediocri, le madri servili, abituate da secoli / a chinare senza amore la testa, / a trasmettere al loro feto / l’antico, vergognoso segreto / d’accontentarsi dei resti della festa e poi, infine, le madri feroci, intente a difendere / quel poco che, borghesi, possiedono, / la normalità e lo stipendio. Dirvi di questa poesia è stato un gesto istintivo e ruffiano, compiuto dopo aver visto, al telegiornale, Pino Pelosi entrare in una libreria in cui si presentava l’ennesimo libro sull’omicidio di Pasolini. In quella libreria c’erano Walter Rizzo, Simona Ruffini e Stefano Maccioni, autori di Nessuna pietà per Pasolini, e con loro anche Walter Veltroni. Nella libreria entra Pelosi, provoca gli intellettuali che se ne stanno lì seduti, chiede che non lo si giudichi come un Giuda, tra le righe pubblicizza i suoi, di libri, e poi, ammorbidito dalla pacatezza ricattatrice di Veltroni, risponde a qualche domanda, contraddicendosi, zoppicando un po’ con le parole, commuovendosi.


Insomma, se guardate il filmato potete vedere quanto vi sto dicendo.

E se vi va di guardare il filmato fate attenzione, per favore, al momento in cui Walter Rizzo prende il microfono (al minuto 16) e dice che a sporcare le indagini, a rendere Pelosi complice degli assassini e dei loro mandanti, è il suo atteggiamento sempre equivoco, il suo dire verità in mezzo a menzogne, menzogne in mezzo a verità. "Lei è stato il maggiore complice degli assassini di Pasolini", dice Rizzo a Pelosi. Perché ormai abbiamo capito che ad ammazzare Pier Paolo Pasolini, quel primo novembre 1975, non è stato Pelosi ma è stato…sono stati…. Vi piace se, nonostante non ne abbiamo le prove, ad ammazzare quel grande poeta e regista sono stati i fascisti? O i servizi segreti? Perché è questo che da anni sostengono certi intellettuali, perché è da anni che Walter Veltroni ci fa due palle così sul processo Pasolini e la sua riapertura.

Io non ho letto tutte le carte del processo, non ho rintracciato tutte le versioni, non ho seguito nel dettaglio quanto è accaduto in questi decenni ma ho una mia versione: il maggior complice degli assassini (o dell’assassino) di Pasolini è stato Pasolini stesso, con la sua vita contraddittoria, con i suoi gesti tristi e squallidi. Perché a questo punto delle nostre vite dobbiamo metterci d’accordo su una cosa: avere rapporti sessuali con ragazzini (o ragazzine) è una cosa brutta e triste oppure no? Per me sì, è una cosa brutta e triste. Sarebbe anche ora che Veltroni e quei signori che scrivono libri su Pasolini dicano che Pier Paolo (“io l’ho conosciuto”, ci tiene a sottolineare Veltroni nel video) passava le sue serate toccando il pene dei ragazzini poveri, borgatari, senza alcuna difesa intellettuale ed economica (anzi, il ricatto respirava nella loro povertà intellettuale ed economica). Moravia raccontava che quando di notte, in India, lui e Pasolini tornavano in albergo, il suo compagno di viaggio poi ritornava per le strade, da solo, infilandosi nei quartieri più pericolosi e poetici. E da quelle uscite in solitaria nacquero delle pagine bellissime che ora possiamo ritrovare in L’odore dell’India: Il canto è cessato: i due ragazzi che cantavano, ora, certo, stanno dormendo sul pavimento nudo, nei loro stracci. Già un po’ di quello che io volevo sapere dal loro canto, lo so. Una miseria orrenda. Bellissime parole. Stupende. Però possiamo immaginare che Pasolini ritornava per le strade di Bombay anche per avere rapporti sessuali, per pagare perché gli si toccassero le parti intime. Questa era la vita di uno dei più grandi poeti del ‘900.

E una vita come questa prima o poi si trasforma in una vita pericolosa: il desiderio sessuale diventa accecante, fai cose che non si dovrebbero fare e poi, alla fine, qualcuno ti spacca la testa a bastonate. Colpa, appunto, di un desiderio malato e mal gestito. Le teorie freudiane le possiamo utilizzare anche con Pasolini o le usiamo solo con i borghesi di Valle Giulia? Le considerazioni sul sesso le possiamo fare solo quando abbiamo a che fare con Silvio Berlusconi o le possiamo fare anche con Pier Paolo Pasolini? E poi, a dir la verità, questo è un parere personale che si appoggia ad un libro, Breve vita di Pasolini, di Nico Naldini, cugino di Pasolini, il quale sostiene che non esistono complotti e che le ultime ore del poeta furono assai banali oltre che cruente. “Lo si sapeva da sempre: Pier Paolo era la persona più coraggiosa e imprudente mai conosciuta. Il suo coraggio era condizionato da desideri ossessivi che lo portavano ovunque”. Già, i desideri ossessivi. E Nico è persona che frequentò il poeta e la sua famiglia e quindi è persona più che attendibile. Nel libro, poi, racconta che ad uccidere fu Pelosi e che le sue ritrattazioni, trent'anni dopo, scaturiranno da logiche televisive e d'immagine.

Ma di questo libro, breve e semplice, non se ne parla molto. Perché è breve e semplice, appunto. Perché non innesca teorie e non mette in luce alcun complotto. Perché non si colpevolizzano i fascisti ma si additano solo quelle zone oscure e contraddittorie di uno dei più grandi intellettuali che il nostro paese abbia mai conosciuto. Pier Paolo Pasolini è stato ammazzato per questioni, diciamo, sessuali e non intellettuali. Ma secondo i Veltroni non è bello ammetterlo. Di Berlusconi che si immerge fino al collo nello scandalo si può e si deve parlare, invece di Pasolini no. Ecco, questo atteggiamento è complice degli assassini (assassino) di Per Paolo Pasolini.

                                                  
Ecco, vili, mediocri, servi,
feroci, le vostre povere madri!
Che non hanno vergogna a sapervi
-nel vostro odio- addirittura superbi,
se non è questa che una valle di lacrime.
È così che vi appartiene questo mondo:
fatti fratelli nelle opposte passioni,
o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo
a esseri diversi: a rispondere
del selvaggio dolore di esser uomini.

8 commenti:

  1. una vita pericolosa e imprudente, certo. Ma non solo sul piano sessuale. Pelosi, da solo, non sarebbe stato in grado d'uccidere Pasolini, questo è accertato sin dalla prima sentenza.

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  2. Da te questo post bigotto proprio non me lo aspettavo... Troppo comodo dire che PPP è stato ucciso per questioni sessuali. Troppo comodo e assolutamente falso. E' stato ucciso perché era un personaggio molto scomodo, e nonostante facesso cose "brutte e tristi" o "cose che non si dovrebbero fare", come dici tu, era la coscienza morale di quell'Italia.
    Marco

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  3. ecco. stamane appena letto mi ero ripromessa di rispondere, ma "dopo", chè mi serviva tempo. tempo per articolare pensieri troppo sentiti.
    tipo che, CONTEMPORANEAMENTE, ho letto pasolini, considerandolo il vangelo, e da sempre, da subito, avuto un istintivo, più che mentale, sentimento di respingenza, per alcuni sue cose. una cosa che non ho troppa voglia di spiegare. una cosa vissuta dal di dentro, non so come dire, non un "ok per alcune cose, per altre no". una cosa tipo "come vorrei poter dialogare con te, per ore, e discutere discutere discutere per quanto le cose che hai detto abbiano sempre avuto un grado di problematicità altissimo. pasolini di scritti corsari che mi ha ispirato la mia tesi della triennale dove contestavo la sua visione diventeremo-tutti-omologati contrapponendole ok-sì-ma-il-progresso-del-boom-la-rivoluzione-dei-costumi/consumi-per-i-giovani-che-ascoltavano-celentano-fu-in-quel-momento-sinonimo-come-niente-altro-al-mondo-di-progresso; pasolini retorico che rimpiangeva la ruralità dell'italia prima che si vendesse al dio denaro, il rimpianto per qualcosa che, dai su, era giusto che cambiasse (al di là di come sia poi cambiato). pasolini che di fronte alla tomba di gramsci contrapponeva impegno reale, al suo estetismo; alla sua fascinazione estetistica, voluttuosa, per una miseria "pittoresca". per quegli uomini sottoproletari che lui sapeva benissimo essere (troppo) diversi da lui, eppure.
    pasolini dell'estrema onestà eppure non sufficiente dal non pormettergli di costruirsi, come fanno tutti gli uomini, alibi per le sue colpe umane, ahi troppo umane. pasolini che all'università tutti hanno esaltato senza aver letto, tutti hanno assurto a guru senza aver capito. pasolini che suo malgrado ha creato epigoni al pari solo di de andrè, pasolini che è diventato un marchio, dici "l'ha detto pasolini" cosìcchè nessuno possa contestare. pasolini che, lo ammetto, quando sgarbi ha fatto quel recentissimo discorso provocatorio ho pensato che, al di là di qualsiasi strumentalizzazione, quello che si diceva, dei suoi costumi sessuali, proprio assurdo, e ripeto, a livello istintivo, non lo trovavo. poi però leggo il commento di marco, qua sopra, che ti dà del bigotto, e niente, mi torna su l'astio di sempre, il pensare "pasolini, cosa hai combinato con le tue parole? quanti non hanno capito?" "perchè è stato così facile mitizzarti, ideologizzarti?". perchè ancora oggi, quando si parla di te, mi tocca tacere dell'amore ed evidenziare le tue incoerenze?" vorrei poter fare diversamente, eppure l'onestà che ho imparato anche da te, mi impone solo questo, ancora oggi. sogno un giorno in cui tutti daranno per scontato quello che ancora non lo è, e si potrà dire, finalmente, quanto tu sia stato importante.
    Laura.

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  4. Io, invece, ho letto con piacere il tuo post e punto.
    Lascio una domanda: che cosa vuol dire "essere un personaggio scomodo"?
    Non so, mi sembra una frase ad effetto, che effetto non ha più.
    Uhm, una cosa inutile, insomma.
    Ciao, neh.

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  5. Lo trovo un post molto coraggioso, al di là del concetto che vuole esprimere, che può essere più o meno condiviso, o contestato.
    Io non sono così documentato per poter esprimere la mia opinione. Nè mi sembra che esistano documenti storici condivisi per potersi fare un'idea "giusta". Resta ascoltare tutte le campane e farsi un'idea, però personale.

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  6. Laura
    Pasolini (con Primo Levi) è lo scrittore che mi ha dato la gioia di vivere e che ogni volta che lo leggo mi ricorda che sono un essere umano. Appunto perchè lo amo così tanto (e lo amo senza condizione e la maggior parte delle volte in modo acritico) ho questa necessità di capire la sua reale dimensione e la sua umana fallibilità.

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  7. thedarknomad
    Con personaggio scomodo penso si intenda un personaggio che dice cose che qualcuno non vuole che si dicano. Ecco, io sostengo che la politica non c'entra nulla. Lo sostengo senza averne le prove, naturalmente.

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  8. Disagiato, ma il mio commento non era "rivolto" a te, non so come dire. Forse non si è capito. Eppure anche il mio, di amore, era più che dichiarato.
    Il discorso è che per me è retorico dire "era un personaggio scomodo". E non perchè, bada bene, non penso che lo fosse. Lo era, sicuramente. Ma proprio non sopporto chi prende la sua immagine, se ne fa paladino, per una questione, appunto, di immagine, di simbolo, da colui che, mettendosi in bocca pasolini, automaticamente, si sente autorizzato a sparare sentenze sulla società.Cosa che, come ho detto, mi ricorda de andrè. Autore che più di tutti gli altri ha creato (incolpevole, capisci cosa intendo?) un mito di sè e una specie di patina per cui non si può dire nulla contro di lui, perchè figuriamoci se ci mettiamo a problematizzare ed eventualmente criticare de andrè. e invece, proprio pasolini quanto de andrè hanno tradito, più di moltissimi altri, la loro umanità. e allora come si può essere così sciocchi da prendere così "sul serio" le parole di uomini tanto imperfetti (nel senso migliore, ovviamente). perchè la vulgata la tradizione hanno voluto metterli sul piedistallo, sacralizzando le loro parole, al punto da renderli non più uomini-autori, ma "personaggi"? perchè anzichè capire la provocazione, lo stimolo, la critica della società, del suo pensiero da molti ne è stata tratta una lettura insopportabilmente conservatrice che fa tanto "intellettuale vezzoso con dilemma interiore tra testa e viscere che allora sfocia nel retorico e ti dice che era meglio quando le signore stavano in campagna e compiacevano i mariti"? perdonami, ma se non te ne fossi accorto, pasolini viene strumentalizzato proprio proprio così.
    più di così non so come spiegare. (questo non significa che dobbiamo essere d'accordo).
    :)
    Laura.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)