Nel centro commerciale, in queste settimane, ci si inventa di tutto pur di attirare gente. Alcune cose sono piacevoli, altre spiacevoli. Gli incontri di pugilato, ad esempio, sono piacevoli e non tanto per i cazzotti, ma per via del fatto che oltre a uno speaker che racconta quanto avviene durante il finto incontro sul finto ring, non c’è altro rumore. Le sfilate di moda, invece, sono spiacevoli, perché la gente urla e dice sconcezze (“io a quella le leccherei le gambe", per dirne una), perché lo stilista, o la stilista, con microfono alza la voce, perché la musica è a palla e, insomma, in libreria, che è vicina al palcoscenico dove avvengono tutte questi eventi, quando c’è baccano non si riesce a sentire cosa il cliente ha da dirci e di conseguenza si lavora male. Il volume troppo alto da fastidio oppure no?
Ieri non c’è stato un evento fastidioso, ma un evento fastidiosissimo e cioè il karaoke, che è una cosa che io proprio non sopporto. Ma non solo. Un’altra cosa che in vita mia non sono mai riuscito a sopportare è l’entusiasmo per le sigle dei cartoni animati. Non so se vi è mai capitato, ma ci sono delle sera, quando si sta tra amici degli amici degli amici, che qualcuno incomincia a parlare dei cartoni animati e a canticchiarne la sigla e allora tutti gli vanno dietro e ridono e fischiettano e ricordano gli anni settanta o ottanta con enorme entusiamo. Ecco, a me è capitato di trovarmi in situazioni del genere e tutte le volte mi sono alzato dalla sedia, ho salutato e sono tornato a casa.
Così ieri, sul palco poco distante dalla libreria, c’era il karaoke delle sigle dei cartoni animati e a cantare (quasi sempre lei) c’era questa signora che ogni tanto prestava il microfono a qualche adulto nostalgico (forse un amico di un amico di un mio amico). Solo che la signora che conduceva l’evento avrebbe fatto piangere Cristina D’Avena da quanto la sua voce era patetica, antipatica e stonata. Poi la musica era ad altissimo volume e tutti ridevano e tutti cantavano e alzavano le mani e intanto in negozio noi commessi ci guardavamo e i clienti erano costretti a urlare: “MI SCUSI, AVETE L’ULTIMO LIBRO DI BARBARA D’URSO!?!”. Ieri il karaoke, le sigle dei cartoni animati e la voce stonata della conduttrice ci hanno guastato la giornata. Abbiamo lavorato male, malissimo, per due ore.
Sì, insomma, quella signora sul palco era Cristina D’Avena e io l'ho scoperto solo in tarda serata, notando finalmente la sua faccia sorridente su un manifesto appeso alla parete.
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Da piccolo non mi sarei mai aspettato di lavorare con lei in un centro commerciale. Uno di noi due, nella vita, deve aver sbagliato qualcosa (secondo me, lei).
dovrebbero regolare i volumi del karaoke, l'ho sempre pensato che fanno stonare!
RispondiElimina(poi al momento ho due duenni canterini, che vogliono cantare da soli ma non ne hanno ancora la capacità... pensa solo tu cosa mi tocca ascoltare)
Cavolo io pensavo di essere un orso ma tu molto molto peggio di me. Come si fa ad andarsene quando partono le sigle dei cartoni?!?
RispondiElimina:-)
ma quindi non era un karaoke...
RispondiEliminaDiamine, che cose superate. il karaoke e le sigle dei cartoni animati e il karaoke di sigle dei cartoni animati. Credo che Cristina d'Avena sia in bolletta, è l'ennesima reunion (come si dice a proposito di un cantante singolo e non di un gruppo?) a fini commerciali perché ovunque vedo manifesti di suoi concerti.
RispondiEliminaOssantamadonna...
RispondiEliminaTi capisco. Credimi.
SoulExplosion
RispondiEliminaC'era una base musicale e lei cantava. Non era un triste karaoke, questo?
Si, lei. E' lei che ha sbagliato strada amico mio.
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