In negozio abbiamo l’ordine di non prendere dai clienti le banconote da 500 euro, anche se queste non si presentano spesso. “Mi dispiace, abbiamo appena fatto un versamento in banca e non ho il resto da darle”, rispondiamo al cliente che ha intenzione di pagare un libro con un pezzo da cinquecento euro. E allora c’è chi capisce e va a spezzare i soldi da un'altra parte e chi, invece, non capisce e se ne va per sempre, lasciandoci il libro sul bancone della cassa. Insomma, non prendiamo il pezzo da cinquecento perché la nostra macchinetta che verifica se i soldi sono veri o falsi non è così brava da dirci se una banconota di quel valore è vera o falsa. Cambiate macchinetta, direte voi. Compratene una che faccia benissimo il suo mestiere. Magari un giorno il titolare deciderà di spendere tanti soldi per una buona macchinetta. Il fatto è che non prendiamo banconote da 500 euro anche perché non è bello avere in cassa banconote così importanti. È una cosa che ci fa paura o che ci hanno riferito che deve farci paura. Non sta bene per una libreria avere pezzi così grandi. Potrebbe succedere qualcosa e allora sì che sono guai. Ma cosa dovrebbe succedere? Boh, non lo so. So solo che una banconota da 500 ci spaventa.
Ma il fatto è che spessissimo scopriamo di avere banconote da cinque, dieci o venti euro false. Lo scopriamo dopo, perché siccome abbiamo paura delle banconote da cento o da cinquanta (da quelle da 500, come ho già scritto, scappiamo), quelle minori le sottovalutiamo. E quindi ecco che scatta la fregatura. Già, perché le banconote che più vengono falsificate sono quelle minori perché sono più spendibili e perché intanto nessuno le controlla. Figuriamoci se sto qua a perdere tempo a controllare l’autenticità di una banconota da dieci euro, pensiamo quando stiamo in cassa. E invece dovremmo stare all’erta. Sempre. In molti ci rifilano le monete da cinquecento lire invece che quelle da due euro e non sempre ce ne accorgiamo. Quando di sera contiamo e chiudiamo il cassetto troviamo monete da cinquecento lire. Pazzesco, diciamo guardando il negozio deserto. Pazzesco. Non ci si può fidare di nessuno.
Durante il tragitto che compiamo dal negozio allo sportello della banca per fare il versamento, abbiamo paura che qualcuno ci dia un calcio o un pugno per fregarci i soldi. Spesso molti soldi. Paura autentica, credetemi. Quando di sera entriamo in casa chiudiamo la porta a chiave perché magari di notte qualcuno entra. Ci cuciniamo due uove o altro, guardiamo la tv, scegliamo la faccia da votare alle prossiem elezioni e poi ci laviamo i denti. Poi andiamo a letto, spegniamo la lampada, ci addormentiamo e, giunto un nuovo mattino, ci svegliamo. E allora ricominciamo ad avere paura.
Sono falsificatissime anche quelle da cinque, risulta. E moltissime le monete da due euro, che nessuno ovviamente controlla. Ma, come mi disse a suo tempo il direttore della banca che veniva a prendere il caffè al bar da me "Non c'è problema, guardi, quelle le prendiamo anche noi". E in effetti il fatto che una moneta sia *falsa* ha senso solo nel momento in cui qualcuno la rifiuta. Basta continuare a usarle come fossero buone: il cliente mi paga con cinque euro che gli ha dato la panettiera e io li rendo come resto a quell'altro che poi li usa per comprare il giornale, e il giornalaio poi li spende dal macellaio che li dà di resto alla signora che poi... Finché li usi i soldi non sono mai falsi. Non c'è da aver paura. :)
RispondiEliminaIo mi ricordo la mia prima esperienza in cassa, alle allora Messaggerie Musicali. Anche noi avevamo il terrore delle banconote grandi, che all'epoca erano da 500000 lire. Quelle con Raffaello, per essere chiari. Io le ho avute in cassa un paio di volte. Noi le dovevamo accettare, e in più alle Messaggerie non avevamo nemmeno quell'affare per riconoscere le banconote false. (da Virgin lo avevamo). Se qualcuno ci avesse rifilato banconote false o se qualcuno ce le avesse rubate, quelle vere, avremmo pagato noi in solido. I soldi in cassa erano sotto la nostra responsabilità. E sì, anche con le lire avevamo il problema delle 10000. A me ne rifilarono una falsa. Pure una da 50000, ma quella da 10000 era abbastanza evidente, e l'unica giustificazione che ho per non essermene accorta è che sotto natale sei talmente sotto stress che l'errore capita, per forza. I colleghi le rifilavano a loro volta ai clienti, ma io non ci sono mai riuscita. Mi sembrava di rubare, a dare soldi falsi in cambio di soldi buoni. Pure se lo avevano fatto a me.
RispondiEliminaE ogni tanto dovevamo chiudere la cassa e scendere al piano di sotto, per portare l'incasso di metà giornata, che altrimenti non si chiudevano più i cassetti. Allora lo infilavamo in una busta, con lo scontrino del saldo, e scendevamo camminando in mezzo ai clienti, col terrore di essere toccati o di essere derubati. Uno dei primi giorni un collega venne abbrancato, per scherzo, da uno della sicurezza, mentre faceva il percorso. Preso dal panico di essere derubato, diede un cazzotto al cretino della sicurezza.
Il risultato fu il licenziamento per il collega. Eravamo ancora nel periodo di prova.
Personalmente avrei preso a calci nel culo quello della sicurezza, ma lui non era in prova e stava simpatico al signor conti. Il collega no. Era incazzoso e aveva pure famiglia da mantenere.
L'anno dopo da Virgin ci dissero che era normale, avere dei furti, in quel punto della piazza, e che entrava di tutto. E piuttosto che rischiare la pelle dovevamo lasciare che si portassero via i soldi. Io da virgin facevo tutti i giorni il turno 20-24. Non ho mai avuto la stessa paura che mi prendeva quando durante le 8 ore diurne alle Messaggerie scendevo le scale per portare il prelievo.
Una vita fa lavoravo a un distributore sull'autostrada e sui soldi falsi ne ho viste di tutti i colori.
RispondiEliminaUn tipo mi ha rifilato una banconota da diecimila, quella con michelangiolo, che pareva dipinta a tempera da mio figlio (quello di 6 anni), il tipo ripartì di scatto su un'850 verdina e io gli sono corso dietro per 100 metri imprecando.
Ero giovane.
Uno degli anziani mi prese da parte e mi disse: "Non lo fare tutto questo casino, son 10.000 false, può capitare di prenderle. Al primo romano con 50.000 gli si fanno di resto".
E così andò, ma mi tremano ancora le mani.
I soldi falsi, oggi, sono moneta sovrana.
RispondiEliminaSphera
RispondiEliminaIl problema è che si stampa denaro in maniera incontrollata, stampi inflazione...
Uqbal
Viva il bancomat!
RispondiEliminaFa passare la paura ai venditori ed è una vera e propria protezione per le fregature... :o)
Il superbo homo sapiens sapiens ridotto ad avere paura di un pezzetto di carta colorata. Che tristezza!
RispondiEliminaNon so quanto costa il servizio bancomat o carta di credito, però l'assenza di contante in negozio dovrebbe essere un bel vantaggio: nessun furto, nessuna perdita di tempo nei conteggi e nel resto.
RispondiEliminaSi dovrebbe incentivare. Forse. :-)
Va bene che il mercato dei libri è in crisi, ma i versamenti a piedi soli soletti... Io avrei un certo timore. -.-"
RispondiEliminaIo, al contrario di voi, non avrei paura ad avere una banconota da 500 euro nel portafoglio... :-) Ciao bello auguri di buon anno!!
RispondiEliminaSta pure tranquillo che io non spaventerò mai nessuna libreria con codesta terrificante banconota :D
RispondiEliminaAnonimo
RispondiEliminail superbo homo sapiens che ancora non ha trovato un modo di vivere senza lavorare.
Ivan
RispondiEliminaAuguri a te (e a presto, giuro).