sabato 9 aprile 2011

una meritata ovazione

di lo Scorfano

Il rappresentante dei libri scolastici, mellifluo, mi si avvicina in sala insegnanti. Io gli dico che no, grazie, non ho bisogno di nulla: che ho sette colleghe sette di italiano e latino che si occupano dei libri e che alla fine sono loro a decidere, che è meglio se parla con loro. Lui insiste: «Mi hanno detto che è un appassionato di Dante… Ho qui un’edizione nuova che potrebbe adottare».

Io gli dico quello che lui sa già benissimo: che da tempo non adottiamo più alcuna edizione; che lasciamo libera scelta agli studenti, salvo consigliarne una quando loro, raramente, ce lo chiedono. Lui approfitta subito del piccolo varco da me incautamente lasciato aperto: «Allora potrebbe consigliare questa, quando glielo chiedono» mi dice, e intanto mi ha già messo in mano un unico volume, che raccoglie tutte e tre le cantiche, tutti i cento canti stipati mellifluamente insieme.

E poi, nel giro di un attimo, approfittando della mia incertezza (borsa in una mano, nuovissima edizione commentata nell’altra), mi impila sul primo anche un secondo volume, un libro di storia per le seconde. «Guardi che io non posso fare niente» ribadisco io. «Ho sempre le sette colleghe sette che decidono!»; ma lui sta già sorridendo ed esaltando le virtù del nuovo manuale che mi propone (storia e geografia, un unico volume più una guida per l’insegnante, con le verifiche già pronte).  
               «Vabbè» dico io «allora grazie. E arrivederci». E vado verso la mia classe con il mio pacco di libri da sfogliare e soppesare.

Ma soppeso tutto in un attimo, in realtà. L’edizione della Commedia non ha nessun tipo di commento, ma solo il testo dantesco e a fronte la parafrasi; e alcuni canti sono soltanto riassunti. Nient’altro. Però ci sono molti disegni colorati e parecchie mappe concettuali da riempire. Il libro di storia, invece, ha una guida per l’insegnante che si chiama «Backstage». Cioè proprio «Backstage», chissà perché, chissà secondo quale calcolo, chissà se pensando di sedurmi con il ricordo di qualche calendario di qualche sgallettata… «Backstage» penso, «che schifo» penso...

Entrambi i preziosi volumi, comunque, giacciono ora incustoditi e soli nel bidone della raccolta differenziata della scuola, reparto «carta». Avevo anche pensato alla biblioteca, lì per lì, ma mi sembrava troppo. Il bidone, preso con straordinario lancio al volo passando in corridoio, è stato meglio assai: e mi ha anche fruttato un applauso spontaneo di una classe di geometri, pubblico occasionale, chissà perché tutti fuori dalla loro aula a quell’ora, entusiasti del mio gesto atletico e provocatorio insieme. E io, mentre mi chiedevo se una qualche curiosità avrebbe mai spinto quei bei giovani a controllare quali libri io avessi con tanto disprezzo (e abilità, ammettiamolo) gettato via,  li ho ringraziati (pubblico generoso ed entusiasta) con ampi gesti della mano, salutandoli con un urlo che li ha lasciati attoniti ma immagino anche molto felici: «Backstage!»

6 commenti:

  1. Non che sia quello il punto...ma i rappresentanti di libri fanno un mestieraccio infame.

    Io cerco di essere gentile e mi girano le scatole solo quando (raramente) mi interrompono durante una lezione.

    là me li mangerei...

    RispondiElimina
  2. Se c'è una cosa che non tollero sono le guide per l'insegnante.
    Trovo offensiva l'idea, molto prima del titolo.

    RispondiElimina
  3. Concordo. Infatti il mio con verifiche già pronte voleva essere ironico... Però, ammettiamolo, Backstage è da fucilazione.

    RispondiElimina
  4. Quoto LGO

    Una volta allegato ad un corso di latino c'erano le traduzioni allegate...l'ho presa sul personale.

    RispondiElimina
  5. "dietro le quinte della storia" suona meglio, no?

    RispondiElimina
  6. Le traduzioni allegate al corso di latino vanno assolutamente prese come un'offesa, non ho dubbi.

    RispondiElimina

(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)