Di cosa parliamo quando parliamo del papa

di Sempre un po' a disagio

In questi due giorni non c’è momento che io e i miei colleghi non tiriamo fuori dalle scatole libri su Papa Giovanni Paolo II. Lo facciamo in continuazione, con gli stessi movimenti del braccio, del busto, con la stessa faccia di chi ne ha le palle piene ma non può dirlo apertamente. “Perché verrà fatto beato?”, ho chiesto ieri alla mia collega. “No, perché verrà fatto santo”, mi risponde lei e allora io le domando se non è la stessa cosa ma lei rimane titubante e non sapendo cosa rispondere, e dopo cinque secondi di silenzio, mi dice ”Beh, però il papa è il papa”. Io non la guardo negli occhi ma siccome non voglio deluderla, sorrido.

Già, il papa è il papa. Me la sono rigirata in bocca questa frase, mentre estraevo un libro di un cugino del papa, un libro fotografico sul papa, un libro più dvd sul papa, un calendario del papa. Il papa è il papa. Ma cosa vuol dire questa frase? Cosa ci sta, dentro queste parole? Mentre la diceva, questa cosa, aveva la stessa espressione di chi dice “Maradona è Maradona”. Dovevo chiederle spiegazioni, porco di un cane. Ma voi a uno che vi dice Maradona è Maradona direste mai “scusa, ma cosa intendi?”.

Così ho continuato a fare il mio lavoro, a estrarre un libro sulle automobili usate dal papa, sui vestiti indossati in Africa dal papa, un libro sugli sci del papa, un libro su tutte le più grandi e famose genuflessioni del papa e poi fumetti e romanzi e ancora un libro sul papà del papa.