sabato 16 aprile 2011

paura, eh?

di lo Scorfano
 
Usi esattamente le stesse parole; proprio lo stesso verbo, inculcare, che tanto ti era stato contestato. Usi le stesse parole e, siccome non sei l’ultimo dei cretini, lo fai per ribadire, per dimostrare che ci credi proprio, a quel concetto e a quelle precise parole. Poi, sempre perché non sei l’ultimo dei cretini, sai benissimo che è proprio a forza di ripeterle che le cose diventano vere, anche quando non lo sono (è la storia dei bidelli e dei carabinieri, per esempio). Quindi vuoi assolutamente che questa cosa diventi vera, che sia sentita come vera. In aggiunta, usi le stesse parole proprio nella settimana in cui alcuni esponenti del tuo partito hanno deciso di rinnovare la polemica contro i libri di testo “partigiani”, anche loro complici dell’inculcamento di valori e ideologie contrari alla famiglia.

Ora, te lo dico con il sorriso, a me questa tua insistenza quasi sguaiata fa un po’ impressione. E, quasi quasi, mi ringalluzzisce, ti dico la verità. Perché mi dà la sensazione gradevole che tu abba paura di me. Non di me in quanto persona, figuriamoci: ma di me in quanto scuola, istruzione, letteratura, cultura, poesia, bellezza, senso critico, curiosità intellettuale. Come se tu avessi individuato in queste cose (che io, te lo confesso, cerco davvero di insegnare, tutti le mattine) i tuoi principali e irriducibili nemici. Io non credo che sia del tutto vero, tra l’altro; perché a scuola ci sto tutti i giorni e so che non è affatto come dici tu: ma quello che credo io non conta niente. Conta molto, invece, che tu, sotto sotto, hai forse una gran paura, una paura fottuta di me. E, ora che lo so, lunedì andrò a scuola ancora più carico di energia e di passione: perché è bello sapere che tu, potente ricchissimo e mediaticamente invicibile, puoi avere paura di uno come me.

12 commenti:

  1. Guarda, te lo dico da amica, secondo me hai poco da ringalluzzirti... Silvio è da anni che agita davanti agli occhi pallati dei suoi elettori lo spauracchio rosso dei "comunisti" come se fossero un pericolo reale, per lui e per la nazione... Data la situazione della nostra opposizione, non mi pare che ci sia da aver paura granché. Idem per la scuola.
    Della scuola in fondo a ben pochi interessa. Gli slogan che Silvio con grande nonchalance (e con la Gelmini che gli tiene bordone) fa passare saranno quelli da usare alla prossima campagna elettorale. Ci demonizza, ci svilisce, visto che da sempre la scuola pubblica è un posto dove lavora gente che tendenzialmente non vota Berlusconi, e che tendenzialmente (e a mio parere giustamente, ma questa è un'altra storia) protesta contro le riforme che lui e il suo governo propongono. E così ci farà ancora più soli, alla prima occasione.
    Credimi, io vorrei che tu avessi ragione. Ma Silvio ha già vinto. Una, due, tre, quattro volte. Perché dovremmo fargli ancora paura?

    RispondiElimina
  2. Ho anch'io la stessa impressione che ha Ipazia S. Perchè è solo propaganda fatta nei luoghi giusti. Questo non toglie che l'istruzione sia uno dei terreni su cui il brlusconismo non riesce a mettere le mani.
    Gianni.

    RispondiElimina
  3. http://4.bp.blogspot.com/_EqCwJ5UzAs8/Sl9PuA3mQvI/AAAAAAAABMw/6R_BX7ruLHE/s400/paura.jpg



    (non c'è verso di postare una cosa seriamente, qui... ;-P )

    RispondiElimina
  4. quando berlusconi è in difficoltà, alza i toni dello scontro.
    stavolta, come hai notato tu, ha usato esattamente le stesse parole dell'altra volta e non a caso: il suo obiettivo è che oggi e domani si parli di questo e qualcuno lo ripeterà e qualcuno si convincerà che è davvero così.

    RispondiElimina
  5. A me pare (lo dico in particolare a Ipazia e Gianni) che nonunacosaseria abbia più sobriamente espresso il mio pensiero: e cioè che Berlusconi sia in difficoltà e che si renda conto dei luoghi istituzionali (magistratura, scuola) nei quali il suo monopensiero non riesce a fare breccia. Come se, oltre alle tv, ci fossero altre agenzie educative (scusate l'espressione; è la scuola, non la magistratura) che lui sa che sfuggono al suo controllo. E quindi le attacca. Perché lo scontro frontale è il terreno su cui ha finora sempre avuto la meglio.
    Ma è l'attacco dell'animale impaurito, secondo me. O almeno lo è un po'. O almeno lasciatemelo pensare che devo farmi in qualche modo sbollire l'incazzatura. ;)

    RispondiElimina
  6. @Thumper
    La foto è esattamente quella che avevo in mente mentre scrivevo le righe, come ben ti sei immaginata...

    RispondiElimina
  7. (sì, ne avevamo già parlato altrove, se non erro..)

    RispondiElimina
  8. Un po' di rabbia, appena letta la notizia, e poi la tentazione fortissima di rimuovere tutto. E' vero che a furia di ripetere che gli insegnanti sono tutti comunisti ormai lo si sente dire anche dai bambini, ma è vero anche che la volontà di rispondergli ogni volta è un po' di meno.

    RispondiElimina
  9. @LGO
    La tua stessa rabbia, alla lettura della notizia, è stata la mia. Avevo scritto infatti tutto un altro post, alle due più o meno. Poi l'ho messo in bozza, ma mi lasciava perplesso. Perché era solo rabbioso, appunto. E quindi ci ho ripensato e ho pensato alla paura, la sua. E mi sono detto anch'io che non avevo voglia di rispondergli ma che, nel mio piccolissimo, lo avrei fatto comunque, ogni volta che dice queste cose. E' a non rispondergli che forse a lui viene la tentazione di avere ragione.

    RispondiElimina
  10. Professo', lui sa di non avere ragione.
    Questo è il punto. Lo sa e non parla per convincersi del contrario, anzi.
    Lui parla perché crede che sia sufficiente per logorarvi e per costringervi a fare peggio, in modo tale che davvero le famiglie, domani, scelgano altro.

    Ma le cose stanno cambiando. Io sono fiducioso.
    E non ti incazzare, ché non serve.

    Prima o poi cadrà e cadrà alla grande.

    RispondiElimina

(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)