martedì 12 aprile 2011

le parole per dirlo

di lo Scorfano

Vorrei dire che le lettere choc alla Padania sui migranti tunisini di Lampedusa (riportate a stralci), così come quelle al Giornale di qualche giorno fa (da me raccolte, per una specie di incredulità emotiva), vorrei dire che sono soltanto «stralci», appunto, voci isolate di piccoli uomini che urlano una rabbia che chissà da dove viene.

Vorrei tanto dirlo, ma non posso. Perché vivo nel profondo Nord e gli stessi discorsi li sento normalmente fare al bar, sul lungolago, perfino a scuola, naturalmente dai ragazzi ma anche dai colleghi (è così, accaduto un paio di giorni fa, in sala insegnanti: colleghi che definivano «scarafaggi», letteralmente, le persone sbarcate in questi giorni in Italia). Insomma, sono vent’anni che si parla al paese titillandone i peggiori istinti e alla fine gli istinti peggiori sono venuti fuori, brutali come per loro inevitabile natura sono gli istinti.

Quello che più mi stupisce, invece, è l’impossibilità di interagire, di parlare, di argomentare con chi parla e scrive così. Quando mi inserisco in un discorso tra colleghi e cerco di dire che le prospettive del problema possono anche essere altre, che si deve distinguere tra le ragioni di chi migra, che la ricchezza non può essere un privilegio di pochi, la loro (non di tutti, ci mancherebbe) risposta si riempie la bocca della parola «scarafaggi». E a quel punto io non so più cosa dire, mi mancano proprio le parole, perché capisco che parlo una lingua diversa. E mi allontano, sfiduciato e credo sconfitto. E forse avrei bisogno di una classe intellettuale e politica che, appunto, mi desse la parole giuste per rispondere e controbattere. Perché da solo credo di non farcela, e perché i pugni non li voglio usare.

13 commenti:

  1. Proprio ieri mi è capitato di ascoltare due che discutevano del fatto capitato a Ventimiglia, di quel povero cristo ucciso a calci e pugni da quattro romeni perché provava a difendere il figlio. Uno di questi diceva che in Italia, con gli immigrati, bisognerebbe fare come han fatto i nazisti "farne sapone" e l'altro annuiva e penso che di questi istinti in Italia ne siamo pieni da sempre solo che ora, di nuovo, troppa gente annuisce e tace.

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  2. Beh, tra i molti spunti del tuo post, scelgo di segnalarti questo articolo, che ho letto giusto stamattina; degli immigrati si parla in modo ancora diverso, e infatti a me è piaciuto...
    http://www.avvenire.it/Commenti/ombrecheciinquietano_201104110542543400000.htm

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  3. Se senti tuoi colleghi fare questi discorsi in sala insegnanti, ricorda loro che un sacco di gente pensa la stessa cosa degli insegnanti statali.

    Ci si mette sempre poco a passare dalla parte dei blattoidei...

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  4. Si è sempre la blatta di qualcun altro.
    (volevo dirlo, mi suonava tanto bene! :) )

    A parte tutto, sono discorsi che inquietano molto, e che si sentono purtroppo spesso.

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  5. Un punto di partenza

    http://www.civati.it/mandiamoliacasa.pdf

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  6. la verità è che ci riempiamo la bocca da decenni con la storia degli "italiani brava gente", ma in realtà siamo un popolo in cui il razzismo non è neppure troppo strisciante. vorrei ricordare che nel 1938 soltanto 12 docenti universitari si schierarono contro le leggi razziali. dodici.

    leggere per credere.

    http://www.anobii.com/books/Il_mito_del_bravo_italiano/9788842802228/0115ffbd91b71b7426/

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  7. @peppe
    Io sono uno di quelli che ultimamente tace; poi me ne vado, non sorrido, non annuisco, ci mancherebbe. Però non ho argomenti contro tali brutalità.

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  8. @monica, alesiro e lanoisette
    Grazie dei vostri link, che in qualche modo sono parole che non avevo e che spero mi aiuteranno.

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  9. @Tommy
    IO, te lo confesso, a volte mi scopro a pensare che hanno ragione quelli lì, che mi chiamano così...

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  10. Allora, non è che puoi prenderti tutti gli animali del creato... o sei scorfano, o sei blatta, o un altro. Ma non tutti, non si fa, è maleducazione.

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  11. @scorfano, ma non mi riferivo a te, mi riferivo al secondo tizio, quello che non parlava (mi scusi per l'inghippo)

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  12. @alesiro, di nuovo
    Ho letto il pdf che hai linkato: ti rigrazio molto, perché è una vera miniera di dati utili.
    @tommy
    scorfano, blatta, adesso sto pensando anche alla pantegana... Animali di cui si può magari discutere l'aspetto, ma non certo l'adattabilità.

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  13. @peppe
    Sì, avevo capito in realtà: solo che mi è toccato di riconoscermi un po' in quel "tace", purtroppo. Non nell'annuire, quello no, ma già il tacere mi pesa moltissimo.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)