domenica 10 aprile 2011

Quelli sensibili e fragili

di Sempre un po' a disagio


C’è Marco Bracconi che fino a qualche giorno fa se ne usciva sprezzante sul suo blog con la non inedita espressione “sinistra poetica” e io, che sono uomo di spirito, quando la prima volta l’ho letta ho fatto un mezzo sorrisetto come a dire “già, la sinistra delle belle parole”. Parole poetiche, appunto, e che però in concreto lasciano il tempo che trovano. Io quando un’amica mi ha chiesto, stranamente, cosa mai pensassi degli sbarchi di Lampedusa e di quello che ne consegue, me ne sono stato zitto qualche secondo per trovare una frase che non contenesse “disperati”, “aiutarli”, “condivisione”, “vita migliore”, “tolleranza”, “carità” e, insomma, tutto quel maledetto lessico che potrebbe fare di me un appartenente alla mitica sinistra poetica. 


Ma io sono persona limitata, chi mi conosce lo sa, e quindi ho risposto che “quelli sono disperati che vanno aiutati, e sarebbe ora di vedere se sappiamo cos’è la condivisione e la tolleranza per far sì che degli stranieri abbiano una vita migliore”. L'amica, che non so se abbia mai letto un solo rigo di Bracconi, mi ha guardato come mi avrebbe guardato Bracconi. Ma non è finita qua, visto che ho aggiunto: “Come dice Pasolini, la fede e la speranza senza carità sono mostruose”. Pure la parola carità, quindi.

Sono un appartenente alla sinistra poetica, non so che farci. Infatti è raro che qualcuno chieda una mia opinione, è raro che qualcuno mi consideri un vero intellettuale, è raro, anzi, non è mai successo, che qualcuno mi abbia telefonato per dirmi “sbrigati che c’è bisogno di te per capire cosa fare” e mai nessuno mi ha chiesto di fare politica, di entrare in politica, di scendere in campo, di buttare lì per lì due proposte utili e concrete. Perché io sono un appartenente alla sinistra poetica e quando vedo un barcone con trecento poveri disperati tunisini in fin di vita, io non riesco a fare a meno di pensare “venite, che vi voglio bene”.  

Non sono capace di pensare ad altro, mi dispiace, e certe volte, magari davanti alla fotografia di un cadavere che galleggia in acqua, mi vengono anche gli occhi rossi e, insomma, mi faccio tenerezza da solo, se la cosa vi consola. Ho solo letto poesie e romanzi in vita mia, cos’altro potrei essere se non un esponente della sinistra poetica? Cos’altro dovrei dire se non “questa gente ha bisogno di noi", e "sono pronto all’annuncio che gran parte delle mie tasse andranno a sostenere queste persone in difficoltà”?. Già, perché io sono uno di quelli che dice “persona in difficoltà”. Vi fa strano, vero? 

Vabbè, intanto a me nessuno mi chiama per risolvere problemi o per entrare nei posti che contano con la gente che conta, quindi niente paura. Domani mattina non farò del male alla nostra nazione se con il mio vicino di casa, che guardando la sua cassetta della posta capisco essere abbonato a Panorama e al Giornale (dai, sapete cosa voglio dire), me ne uscirò con “è un po’ colpa nostra e dello sfruttamento che per anni abbiamo finto di non vedere se ora ci troviamo in questa situazione d’emergenza”. Forse lui mi manderà a quel paese o forse se ne starà zitto come si fa con gli scemi, non so. Di sicuro, però, io me ne tornerò a leggere Mimesis di Auerbach, e lui a zappare il suo orticello, io alla ricerca di parole significative e lui di radici da estirpare.

Appartengo alla sinistra poetica che è come dire che sono omosessuale. Cosa posso farci? Niente, questa è la mia natura. Non si può essere comunista speciale, diceva il poeta Franco Fortini, pensarlo vuol dire non esserlo. Ma tranquilli, io sono innocuo. Non servo a niente.

7 commenti:

  1. Marx vi odiava di cuore. Ma Marx pensava anche di aver previsto come sarebbe diventato il mondo, quindi...

    Orsù, c'è di molto peggio. Potresti essere d'alemiano. O vendoliano...

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  2. Scusa, non avevo letto bene l'articolo. Quindi tu saresti vendoliano?

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  3. Più o meno. Quando lo sento parlare, mentalmente lo critico per la vacuità delle sue parole. Mi rendo conto, però, che sono così anch'io, ma con il buon gusto di non stare nella sulla dentro la politica.

    Potrei essere veltroniano, ma questo sarebbe troppo.

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  4. Io credo che la critica di Bracconi non fosse sul fatto di esprimere solidarietà umana a quei poveracci (infatti non parlava degli sbarchi), ma del fatto che Vendola va un po' in crisi nel momento in cui la solidarietà umana lo porterebbe ad appoggiare un intervento militare che, per formazione, storia ed abitudine sarebbe portato a condannare e basta.
    Cerca di tenere insieme un po' tutto, e infatti pare di sentire Veltroni (due "ma anche" in quattro righe!).

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  5. Non dimentichiamo che la destra poetica, invece, è Sandro Bondi.

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  6. @Rocchi
    Io credo che la critica di Bracconi vada verso le belle parole di una parte della sinistra, e non solo di Vendola. Non ha torto, Bracconi, però senza questa sinistra alla Vendola il mondo sarebbe molto più brutto e superficiale e molto meno democratico ( e nella parola "democratico mettici quello che vuoi).
    Ad esempio in rete c'è un blogger che li lincerebbbe gli uomini di sinistra di questo genere, anzi, dalle sue parole li porterebbe in un campo di concentramento da quanto gli fanno schifo, dimenticandosi però che senza questa sinistra lui non avrebbe la libertà che ha ora. In questo stesso blog un tecnocrate ha insultato i latinisti e gli umanisti in generale.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)