di lo Scorfano
Tende a passare in secondo piano, questa notizia: perché si fa relegare nella cronaca locale, perché nel frattempo ci sono le dichiarazioni di Tremonti che critica le politiche del ministro dell’Economia (ma davvero? sì, sostanzialmente davvero), ci sono le pessime figure televisive della Gelmini (con relativa intervista riparatrice piena di menzogne, domande compiacenti e luoghi comuni, sul giornale dell'amico Mario Sechi) e le proposte di distrazione di massa come quella relativa alla modifica dell’articolo 1 della Costituzione.
Eppure, benché tenda chiaramente a passare in secondo piano, la notizia più importante di questi giorni è, a mio parere, quella localissima che è accaduta a pochi chilometri da casa mia, nella ridente e ricca provincia di Brescia: due assessori leghisti arrestati per corruzione. Ancora più importante perché non si tratta di assessori della città, o di consiglieri regionali. No, sono amministratori locali di modesto cabotaggio, comuni di Castelmella e Rodengo Saiano, piccoli paesi dell’hinterland bresciano (siamo vicinissimi a Adro, per fare un casualissimo esempio), dove le cose funzionano bene, la raccolta differenziata è efficientissima e le case sono quasi tutte villette a schiera con giardinetto privato e il sole delle Alpi riscalda la pianura e le colline.
Sono i luoghi in cui la Lega sta «vicino alla gente», badate bene...
Il famoso «territorio», quello che la sinistra ha perso, quello della gente normale di cui la sinistra non sa cogliere gli umori, quello che «produce» mentre tutti gli altri (da Ancona in giù) fanno «i parassiti». Per questo il fatto è importantissimo. Perché almeno qui da noi, sul benedetto territorio, segna una svolta vera e propria, quasi epocale. E si avvicinano i giorni in cui i leghisti che «stanno con il popolo che lavora» non potranno più dire, nemmeno per propaganda, nemmeno nel loro ruspante ed esibito dialetto, che loro si tengono fuori dal potere dei «romani», che qui si «bada al sodo», che qui la gente è stanca dei «politicanti meridionali», che qui si fa la politica vera, quella per i cittadini.
L’assessore Mauro Galeazzi di Castelmella e l’assessore Marco Rigosa di Rodengo Saiano sono stati dunque arrestati, e questa è la notizia; non si brinda alle manette, o almeno io non brindo mai a nessuna manetta, nemmeno a queste. Mi limito a prendere atto di quel che sta avvenendo. E anche i leghisti di qua, statene certi, inizieranno presto a prenderne atto: perché questi sono i loro vicini di casa, quelli che loro incontravano al bar del paese ed erano pacche sulle spalle e inni al federalismo. E questi loro vicini di casa hanno rubato i loro soldi: i soldi. Rubato.
E se c’è una cosa che nel profondo Nord non si perdona tanto facilmente, sono proprio i soldi, e i leghisti lo sanno: è l’anima del «territorio», signoramia in camicia verde.
Se gli elettori stanno dalla parte della legalità e della giustizia non dovrebbero più votare LEGA, ma non dovrebbero stare neppure con Berlusconi!!!
RispondiEliminaLapalissiano, infatti. Ma qui, sul territorio, il discorso è lievemente più complesso e articolato. C'è tutta una mitologia padana da sfatare...
RispondiEliminaGiusto per sapere: prima di scrivere l'articolo, ti sei accertato del fatto che Arezzo fosse più a sud di Ancona?
RispondiEliminaPesciaccio cattivo! :P
ma no, dai, sono soltanto due mariuoli...
RispondiEliminaFrank, mi hai fatto ridere...
RispondiElimina@il nomade
RispondiEliminaVeramente non mi sono accertato. Accertati tu, però, che se fanno il muro di Ancona e tu sei sotto, mi devi ospitare.
Arriverà quel giorno e sarà sostituito da qualcosa di ancora peggiore.
RispondiEliminaPerché la politica che funziona non nasce così, solo perché un movimento declina. Qualcun altro ne prenderà il posto.
Può darsi, non è impossibile. Benché peggio di tutta questa retorica padana, non saprei...
RispondiEliminaTe l'ho scritto, in realtà, perché so benissimo che siamo più a sud ;) e, a dirla tutta, non sono nemmeno aretino (ma forse già lo sai). :P
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