giovedì 28 aprile 2011

«una spelonca di ladri»*

di lo Scorfano
 
Fin troppo facile ricordare gli evangelici mercanti nel tempio e la fine che fecero al  passaggio tempestoso di Gesù Cristo e alle sue rabbiose parole; fin troppo facile e dunque, scusate la preterizione, non li ricorderò. Ma che tutto questo sia insopportabile, amici che guardate al Dio dei cristiani come una possibilità reale delle vostre vite su questa terra, ne converrete, io credo, anche voi:
Via della Conciliazione, già ieri, a cinque giorni dall’« evento storico» - come dicono le T-shirt in vendita a sei euro - aveva una predisposizione forse irreversibile al bazar. Ed era un tangibile omaggio all’umana fantasia: nel primo shop erano griffati da Giovanni Paolo II i posacenere, i bicchieri, le tazze, i piatti, gli apribottiglie, i ditali per cucito, le biro, i ventagli, le cartoline in dozzine di versioni, le raccolte di foto, le sciarpe, i foulard, le calamite da frigorifero, i tappetini da mouse.
Assolutamente e definitivamente insopportabile e però, evidentemente,  non solo sopportato ma anche cercato e ottenuto.     
          Da chi (chi?) non esita a ridurre il pontificato di Karol Wojtyła a un terrificante coacervo di mediatizzazione, superstizione, caro-bibite, incultura pop e paccottiglia.

Mi direte che la Chiesa, nei secoli, ha sempre usato media di questo tenore (reliquie, indulgenze e quant’altro) per avvicinare l’uomo della strada alla fede nel Dio unico e incomprensibile; mi direte che cambiano i media ma non la sostanza; mi direte che è inevitabile. Io vi ascolterò senza riuscire ad annuire né a comprendere. A me questo profano spettacolo sacro non piace per niente, volevo dirvelo, e me ne terrò lontano, in tutti i modi. Non perché non abbia fede (in effetti non ne ho, ma non è questo il punto), ma perché non voglio credere che questa sia la fede che voi mi chiedete di avere.

Ecco, non vado oltre perché so che la beatificazione di un pontefice è questione complessa, che non ho nemmeno gli strumenti intellettuali per affrontare. Mi fermo qui: davanti all’ignobile, indegno spettacolo dei mercanti fuori del tempio, dei loro gadgets, dei loro posacenere e delle loro statuette da ottomila euro. Mi fermo qui, davanti a questa spelonca di ladri: senza risposte, ma senza nemmeno più la voglia di porre domande.

* Marco, 11.17

2 commenti:

  1. "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!"
    Gianni

    RispondiElimina

(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)