Queste poco argomentate righe solo per ricordarci a vicenda che l’Italia in questo momento è in possesso di risorse finanziarie dell’Unione Europea valide per gli anni 2007-13 da spendere per le regioni del sud e che solo in piccolissima parte sono state spese. Lo stesso Ministro Galan, ieri a Pompei, ha dichiarato:
Per il quinquennio 2007-13 ci sono 34miliardi di risorse comunitarie per le regioni del sud. Ne sono stati impegnati il 16%, spesi il 9%. La Campania in particolare ha impegnato il 6,68% di queste risorse e ne ha effettivamente spese il 2,7%. Poi come si fa ad andare da Tremonti a dirgli che servono soldi”?.
Da Tremonti non ci andremo, visto che ancora dobbiamo capire come spendere questi soldi. Per la cronaca è bene dire che lo stesso Tremonti, nel luglio del 2010, già aveva fatto notare che per il programma comunitario (per l’agricoltura) 2007-13 le amministrazioni delle regioni meridionali erano colpevoli di aver speso solo 3,5 miliardi di euro dei 44 a disposizione.
Ieri, quindi, Galan è andato a Pompei per rialzare l’immagine di un “sito che ci invidia tutto il mondo”.
In un’aerea archeologica di queste dimensioni l’emergenza – avverte Galan - non finirà mai, ma la cura comincia da domani. Pompei è un simbolo, l’area archeologica più estesa ma anche la più importante; un simbolo dell’Italia nel bene e nel male. Nel bene perché ce la invidiano tutti, nel male perchè dobbiamo valorizzarla di più. È una emergenza nazionale e internazionale, ha una importanza incalcolabile.
La cura comincia oggi. Secondo il Corriere Galan vorrebbe 5 milioni di visitatori anziché 2,5 attuali, secondo Repubblica ne vorrebbe 8 milioni anziché 2 (leggete gli articoli segnalati prima). Lo stesso ministro ha annunciato nuove assunzioni entro un mese, 30 archeologi e 40 tecnici specializzati ma arriveranno, per il momento, da fuori regione:
Si attingerà – spiega Galan - dalle graduatorie di concorsi già espletati in altre regioni, mentre in Campania partirà un bando ad hoc.
(Ve la dico tutta, già che ci sono. Io temo che con il tempo che stringe, con piani spesa non ancora attuati e con il sostituirsi di ministri e magari governi, le cose comincino a divenire sfocate e confuse, un po’ come il gioco trabocchetto delle tre carte. Per colpa della fretta e della disorganizzazione può capitare che questi soldi vengano spesi senza essere spesi. Che si perdano per strada o che rimangano in qualche tasca, insomma).
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