lunedì 25 aprile 2011

Il cosacco a cavallo e Silvio Berlusconi

del Disagiato


Il prestigiatore è quella persona che davanti a voi riesce a compiere un’azione inverosimile. L’inverosimile è quella dimensione che non ha l’apparenza di vero, reale e probabile. Sai Baba, che ci ha lasciato un paio di giorni fa, era questo, un prestigiatore, uno che con dei trucchetti era capace di trasformare il suo stesso vomito in un uovo d’oro. Oppure era capace di far apparire dal nulla una collana o della cenere. Avendo una minima conoscenza delle tecniche dell’inganno e soprattutto avendo la capacità di analisi del reale (ciò si chiama cultura, se non erro) noi siamo in grado di capire che l'uovo d’oro e la cenere stavano nascoste già prima da qualche parte.

L'uovo e la collana stavano in una manica o sotto un tavolo e la cenere in piccole capsule. Perchè Sai Baba godette di così tanto successo? Ignoranza del popolo? Può darsi. Fede cieca e ostinata? Anche. Sai Baba, insomma, godette di tanto successo per questi e altri motivi ma noi, lucidi e illuministi, grazie a una attenta analisi dei suoi gesti possiamo dire: “Sai Baba era un prestigiatore”. Abbiamo diritto di dire questa cosa perché Sai Baba pigliava per il culo la gente davanti alla gente, nel reale, in un continuum spazio temporale ininterrotto. Guardando un suo “miracolo” su YouTube possiamo, come ho già detto, analizzare ogni movimento e beccare l’inganno e il trucco. In un continuum spazio temporale, appunto.

Nel 1932 un signore di nome Rudolf Arnheim scrisse in un libro intitolato “Il cinema e la realtà” che il cinema e la realtà sono cose molte diverse e scrisse pure quali erano queste diversità. Badate che allora non erano cose ovvie e che queste analisi suscitarono una certa curiosità tra gli addetti ai lavori. Ad esempio disse che il cinema, a differenza della realtà, è delimitato dai quattro bordi dell’inquadratura, oppure che il cinema non ha il colore (allora non c’era il colore). Arnheim diede la prima scintilla ad una grammatica del cinema. Il suo maggiore merito fu però quello di evidenziare una tecnica cinematografica molto importante. Io la sottolineo perché è la tecnica che viene utilizzata anche da Silvio Berlusconi e dal suo impero mediatico (televisioni e giornali). Insomma, questa tecnica vuole che tra la causa e l’effetto non ci stia nulla.

Una volta, a differenza del cinema contemporaneo che usa i trucchetti o gli effetti speciali, per raccontare che un cosacco cadeva da cavallo, si mostrava un cosacco in groppa ad un cavallo e nel fotogramma successivo un cosacco a terra. Oppure per mostrare uno schiavo che dà un cazzotto al suo padrone si mostrava una mano dello schiavo e poi il padrone a terra. Oggi invece vedremmo in una sola scena uno schiavo negro che dà un cazzotto a un bianco. Un volta invece no, il cinema tendeva a frammentare la continuità attraverso la messa in successione di episodi che si svolgevano in luoghi e momenti diversi e, ad esempio, nel video Woman in Chains dei Tears for Fear avremmo visto lo scontro fisico in cucina tra la bella signorina e il pugile in più fotogrammi e non in un una scena. Si frammentava per rendere, in assenza di trucchi, più credibile l’incredibile e il non rappresentabile.

Questo spazio tra il pugno e la caduta, questo buco tra la causa e l’effetto, è buono ancora oggi. Voglio risolvere il problema dei rifiuti? Ok, io prima ti dico che lo risolvo e poi in televisione ti mostro le strade pulite. Quello che ci sta nel mezzo, cioè la cura e l’intelligente soluzione, non lo possiamo verificare. Il governo Berlusconi utilizza questa tecnica cinematografica, cioè dirti una cosa e poi aspettare di farti vedere la conseguenza. Il cosacco a cavallo e poi, forse, il cosacco a terra. Avendo tre reti televisive diventa assai facile.

Sai Baba non sarà mai famoso e bravo come Berlusconi per questo motivo e cioè per il fatto di non conoscere la grammatica cinematografica di Rudolf Arnheim, per non aver saputo declinare i suoi presunti poteri in metafora e per non aver capito come si piglia per il culo il mondo intero. Trucchetti buoni per una grande schiera di creduloni. Noi, invece, abbiamo bisogno del cosacco a cavallo e poi del cosacco a terra. Senza vedere cosa ci sta nel mezzo.


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