giovedì 28 aprile 2011

L'eccessivo amore

del Disagiato

Ora non sono in casa, lasciate un messaggio dopo il bip…Bip.

Ciao papà, non sapevo avessi comprato una segreteria telefonica, ma meglio così, che in faccia mi veniva difficile dirti queste due cose. Insomma, quando a Pasqua eravamo a tavola e la mamma si è messa a citare una canzone di Vasco Rossi ho visto la faccia schifata che hai fatto. L’ho vista e mi è rimasta impressa come può rimanere impresso un coltello che sgozza un cane. Cosa volevi dire con quel ghigno? Non sopporti di vedere una donna di sessanta e passa anni che fa la giovane? 

Beh, sappi che in libreria i colleghi dicono lo stesso di te. Dicono, non certo con disprezzo, che fai il giovane. Quindi evita, per favore, di scandalizzarti per una donna che ha ancora voglia di vivere. In quanto a me, visto che per tutto il pomeriggio hai parlato solo di calcio, vino e altre cazzate, ti dico che non sto bene e che sono molto stanco. Sai, penso spesso a quello che tu pensi di me, e a quando vivevamo insieme. Mi viene da piangere, scusa. 


Papà, chissà quando hai sentito l’odore del mio fallimento. Io invece, quando vivevo ancora con voi, ho sentito spesso il tuo passo arrestarsi nel corridoio. Stavi venendo in camera da me per dirmi qualcosa? O forse stavi solo andando in bagno? Hai arrestato il piede per capire cosa facessi dietro la porta di camera mia. Percepivo il rumore delle tue ossa e il respiro. Hai sempre sentito musica triste provenire da lì dietro. Io cosa stavo facendo? Leggevo? Riposavo? Certe volte, ne sono sicuro, mi hai sentito anche fare l’amore. Sei stato un padre fermo in un corridoio buio. Il più delle volte ti sei domandato se l’eccessivo amore di mia madre o se quella provocatoria sensibilità che circolava per casa avesse fatto di me un omosessuale. Quei gemiti soffocati dietro la porta forse ti hanno rincuorato. E allora hai ripreso il passo. Ma il più delle volte sei rimasto fermo per capire dove si trovasse la stortura.

Tuo figlio chiuso in camera ad ascoltare musica triste o a leggere cose che ritenevo distanti da te. Fermo, hai pensato a quando è avvenuto lo strappo, ne sono sicuro. Per tanti anni, il mercoledì di coppa davanti al televisore è stato il giorno in cui io ero tuo figlio e tu mio padre. Ricordo i pacchetti di biscotti, i succhi di frutta, cannucce, ma soprattutto le nostre bocche spalancate a ogni contropiede. Una volta, dopo un gol allo scadere di Roberto Baggio, ho detto “cazzo” e tu non mi hai rimproverato. Eravamo eccitati ed io ti avrei abbracciato. Ma poi è successo qualcosa. Io su quel divano non ci sono più venuto. “Perché non guardi la partita con me”, mi chiedevi di tanto in tanto, ed io farfugliavo qualcosa e mi chiudevo in camera, oppure uscivo in motorino con gli amici, a fumare Diana, a parlare di tette e Dio. In realtà non so se ti sei mai sentito solo o tradito, ma a tutto questo, papà, ci ripenso spesso. L’altro giorno, dopo che ti ho raccontato di Elisabetta, mi hai detto “ sappi che morto un papa se ne fa un altro”. Hai riassunto una storia d’amore e la sua fine con queste stupide parole. Cercherò di farne tesoro, sappilo.

Sono tanto triste, papà, e come te presto lascerò parole non dette e cose che dovevo dare a qualcuno. Forse un bacio, una pacca sulla spalla o una parola di incoraggiamento. Ma non so più a chi. Dovevo anche laurearmi, comprarmi un casa, piantare un albero, mettere al mondo un essere umano, ma tutte queste cose non sono mai stato capace di farle. Ho fallito, forse. Ho mancato i bersagli. Tu morirai guardando tutte queste mie pratiche inevase e per me sarà un dolore. Mi viene da piangere, papà. Mi dispiace di tutto... Ora vado... A lavorare. Ciao

19 commenti:

  1. Diosanto, Disagio, quanto vorrei vivere dalle tue parti ed invitarti a bere una birra ed a fare due chiacchiere una di queste sere...

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  2. 1. ti devi laureare: tra poco.
    2. per la casa non c'e' fretta, anzi, non c'e' bisogno: e' cosi' carino il tuo appartamento,te ne vanti tanto!
    3. piantare un albero e' cosa fatta, non devi neanche pensarci troppo.
    4. ecco, mettere al mondo un essere umano e' un po' piu' diffice, non ci sono riuscita neanche io, pero', in alternativa, la tua gattina(miciamiao) a giorni ti partorira' nel cassetto della biancheria, non sei contento? Quindi diventerai padre per osmosi.
    Ha ragione Zagabart: andiamo a farci una birra, una di queste sere...

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  3. Caro Disagiato,
    mi viene da scriverti qualcosa ma non so che cosa. Vorrei tranquillizzarti, dirti 'su dai, stai qui, usciamo una sera, andiamo a bere una birra con Zagabart, non buttarti giù'.
    La tristezza è così bella ma non bisogna farsi travolgere.

    La paura del dolore dà più dolore del dolore.

    Scusa, sono parole inadeguate.
    Scrivi ancora.

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  4. Dimmi che scherzavi, e non sei triste per obiettivi falliti: quelli li hanno tutti, non è da te. Essere è rivoluzionarsi, perennemente. E tu lo sai.

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  5. Quanto bello non è quando sei in quei giorni in cui senti che la vita non è andata come doveva e ti rendi conto che non ce n'è un'altra, che questa non era la prova generale e che bisogna trovare un senso e la forza per andare avanti, e che quella forza, quel giorno, non c'è proprio...

    E arrivano quelli che ti dicono "ma no, ma che dici, la tua vita è fantastica. Guarda, c'è un felino semiaddomesticato che deposita un feto tra la biancheria e poi si va a bere una birra, perché andare in osteria è taumaturgico".

    Non ti senti già meglio, non senti l'angoscia andare via e lasciar spazio alla serenità d'animo? Non era proprio quello di cui avevi bisogno?

    E diglielo che scherzavi, no? Che poi ci restano male...

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  6. Pensa te che io credevo di averli presi alcuni bersagli, ho scoperto dopo che erano quelli sbagliati. E di pratiche invase c'ho interi faldoni abbinati a foto ormai sbiadite. Un inconcludenza, che oggi ho capito bene. Dopo tutto si spiega.

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  7. Scrivere questa cosa qui sopra mi ha fatto molto bene ma mi fa stare ancora meglio sapere che c'è qualcuno che la legge sta roba. Quindi grazie di leggere e di sopportarmi. Grazie, davvero.

    Io non scherzavo.

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  8. Ciao Disagiato, ricordati una cosa,tutto quello che non ti uccide, ti tempera:-))
    Guly

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  9. scusa tutto quello che non ti uccide(parlo mentalmente).. ti tempra..pertanto nel tuo bellissimo, e ne sono sicuro futuro, sarai sicuramente (senza far nomi) migliore. sicuramente.
    Guly

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  10. Ti ringrazio anche se "ti tempera" mi piaceva tantissimo :)

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  11. Bellissimo post. L'ho letto con le lacrime agli occhi, per i dolori di cui parla e per altri ancora.
    Grazie
    Agota

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  12. Quasi quasi mi viene voglia di invitare mio padre a bersi una birra con me, una di queste sere. Se non fosse che la birra non mi piace :-)

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  13. @Agota.
    Grazie tante
    @LGO
    Oggi anche a me hanno fatto venire voglia di birra (che a me piace assai).

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  14. senti... e se vieni da queste parti e ti faccio un tiramisu?
    (btw, ho finito di dare i quattro esami che mi mancavano dopo sei anni di pausa, ho comprato casa ma adesso non vedo l'ora di venderla, ho messo al mondo tre esseri umani splendidi, ecco, loro sì. gli alberi li pianti, ma poi arrivano le gelate, e i rimpianti per non aver detto tutto a mio padre, a mia madre e anche a mio fratello, non mi abbandonano mai. e fortuna che nessuno dei tre era qui a commentare che morto un papa se ne fa un altro, quando è finita. così, giusto perché tu sappia che non sei solo. e che alla fine, bene o male, si vive lo stesso e si va a lavorare... un bacio)

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  15. Grazie per le belle parole. Comunque la cosa del tiramisu non me la voglia perdere ;)

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  16. quando vuoi! e trascina con te anche lo scorfano che si acquatta sempre sul fondo e non lo tiriamo mai fuori ;-)

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  17. Anche io vorrei bermi una birra con tutti voi e specialmente con Mister Disagio... passate qui a Parigi uno di questi giorni?? Conosco un posto carino qui nel quattordicesimo..
    p.s. Grazie a te per quel che ci scrivi ogni giorno.

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  18. Grazie a te. Ci vediamo per la birra ;)

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)