venerdì 29 aprile 2011

Giacche di velluto ricamate in oro

del Disagiato
Mi fa male pensare che vicino a quel «suk» dove sono ancora capaci di cucire in poche ore un vestito, un paio di pantaloni o una jellapah o di fare delle giacche di velluto ricamate in oro o di rilegare un libro o di cucire una sacca di cuoio e dove si vendono profumi ambrati o spezie, ci sia stata così tanta violenza.
Alain Elkann scrive per La Stampa un articolo elegiaco e nostalgico sulla città, Marrakech, che ieri ha conosciuto l’orrore, il sangue, “il terrorismo e la violenza mostruosa”. Un peccato, dice lui, che una città che in passato ha ospitato scrittori, artisti e politici abbia dovuto subire una tale sciagura. Un peccato che lì, dove ci sono gli incantatori di serpenti, dove lui, Elkann, si è fatto lustrare le scarpe dagli sciuscià locali e dove sempre lui ha visto un folcloristico venditore servire acqua potabile in una ciotola di rame, ecco, è un peccato che lì in quel posto un kamikaze si sia fatto esplodere uccidendo degli innocenti che visitavano la città. Elkann, povera stellina, non riesce neppure a capacitarsi di come il male possa introdursi in una città multietnica dove musulmani, cristiani e ebrei hanno sempre vissuto in pace.       
            Colpire il bello e colpire ciò che è libero e creativo è cosa che non si può vedere.

Non voglio fare il politologo ma voglio fare la parte del lettore intelligente. L’incantatore di serpenti, il sciuscià che pulisce le scarpe ai ricchi intellettuali e ai turisti borghesi, il venditore folcloristico che serve acqua potabile, gli uomini che sono ancora capaci di cucire in poche ore un vestito o un paio di pantaloni o di fare delle giacche di velluto in oro o di rilegare un libro, tutte queste persone sono esseri umani sfruttati e piegati dalla povertà. Non è che quella gente è ancora capace di cucire in poche ore un paio di pantaloni, no, questa gente è costretta a svendere il proprio tempo e la proprie energie per soddisfare le esigenze conpulsive di turisti che vanno a zonzo. Elkan si comporta (anzi lo è) come un colonialista e la sua prosa lo dimostra. Non per esagerare, ma se un uomo si fa saltare in aria seminando distruzione e morte chiediamoci se la cosa non abbia anche a che fare con l’incantatore di serpenti, con il povero uomo capace di farvi un bel vestito in poche ore e con la mancanza di acqua potabile. E per finire:
Bisogna ribellarsi e indignarsi, proteggere certi luoghi simbolici che hanno ispirato e ospitato tanti talenti creativi. Come si può uccidere proprio lì dove Yves Saint Laurent ha immaginato le sue collezioni più belle e dove con Pierre Bergé tanto si è dato da fare per salvare e proteggere i celebri giardini Majorel? Marrakesh, giardino del mondo oggi barbaramente pugnalato davanti agli occhi sgomenti e sconcertati del mondo.
Come si può uccidere proprio dove Saint Laurent ha immaginato le sue collezioni più belle? Come si può?

3 commenti:

  1. Già: bisogna proteggere i luoghi che hanno ispirato la creatività dei baroni della moda, e considerare folkloristica la schiavitù imposta dalla povertà, purché funzionale all' edonismo estetico degli occidentali e dei ricchi...
    Non so decidermi se giudicare questo tizio "indignato" un minorato mentale oppure uno spregiudicato cinico. Forse è una riuscita amalgama dei due aspetti.

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  2. A volte proprio non capisco: io ci ho messo 30 per arrivare a capire che bisogna avere un limite sulla teorizzazione astratta, che cercare a tutti i costi di comprendere come funziona il mondo, cosa c'è di sbagliato, rende la tua vita triste e comunque non risolve...

    dicevo, quelli come il signore che ha scritto quell'articolo per natura non devono sforzarsi di non pensare, di non capire, di non teorizzare...

    ma allora perché si ostinano a volerlo fare?

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  3. @Sirio
    E' l'egoismo di fondo che mi da fastidio. Il suo osservare da visitatore e turista le escrescenze altrui e dire pure che sono belle.

    @Tommy
    Voglio pensare che lo facciano per contratto.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)