martedì 12 aprile 2011

Fermi ai box

di Sempre un po' a disagio

Da quando il primo aprile Montezemolo ha fatto quel discorso che molti hanno visto come un’imminente discesa in campo, dentro il mio cervellino si è mosso finalmente qualcosa, una tendenza al paragone con Berlusconi e al suo famoso discorso del ’94 e una voglia matta di ribattere e di deridere il suo stupido accostamento dell’Italia alla Ferrari, che come quest’ultima, cioè, non deve rimanere ai box ma ripartire per competere e vincere. Mi è pure venuta in mente quella battuta che fa: Sapete cosa sono un pessimista e un ottimista? Il pessimista è quello che dice “peggio di così non può andare”, mentre l’ottimista è quello che ribatte al pessimista dicendo “dai, non dire così, ti garantisco che peggio di così può andare”.

Va detto che io sono incurabile ottimista, quindi, e lo sono ancora di più da quando, sempre dal primo aprile, ho preso a frequentare il sito di ItaliaFutura, l’associazione che esiste per promuovere il dibattito politico e civile sul futuro del paese e che è stato promosso dall’ex presidente di Confindustria. Sapete, a scrivere su un blog si finisce per condurre questo tipo di vita, a frequentare siti e gente che mai avrei pensato, a fare poco sport e soprattutto a ridere e a parlare da solo. In questo caso, però, non è solo il blog (e la solitudine) ma è anche questa netta sensazione che peggio di così può andare e che Montezemolo sia uomo politico peggiore di Berlusconi. Perché? 


Perché leggendo quello che dice, e che ha intenzione di fare, prende forma una figura di uomo politico che non ha nessuna intenzione di avere intorno a sé schiavi pronto a tutti, paria in ginocchio e un elettorato credulone, come invece ha fatto Berlusconi (che forse di intenzioni politiche non ne ha nessuna). No, non ha queste intenzioni da gigante che si può, o si potrebbe, facilmente incastrare. Spero tanto di farmi comprendere da voi, ma quello che un po’ mi impressione è una sorta di progetto antropologico che ha in mente questo movimento, un progetto che ha come pilastro portante il linguggio da marketing, il lavoro come fine e non come mezzo. “Investire nella formazione accademica e professionale”, accostare questi due termini, mi pare significhi “studiare per lavorare”. E non per imparare a stare fermi, a pensare, a essere critici e bla bla bla.

Montezemolo ha pure sottolineato (insieme a Gianfranco Fini) il suo apprezzamento ad una riforma del lavoro proposta dal senatore del Pd Pietro Ichino nel 2009 e che vorrebbe un contatto unico per tutti i lavoratori, ma con discoccupazione “alla scandinava”. Funzionerebbe così: abolizione dei contratti precari e instabili esistenti oggi (stage, partita Iva, ad esempio) ma con la non immobilità del dipendente che è una buon modo per dire che il datore di lavoro può licenziare quando crede (si chiama, tutto ciò, Flexsecurity e qui si spiega bene quale sia l’illusione di tale progetto). Ma a questo punto, dopo il licenziamento, si continua
“con un trattamento complementare di disoccupazione, che dia al lavoratore licenziato una garanzia di continuità del reddito di livello scandinavo: 90% il primo anno, 80% il secondo, 70% il terzo".
Con quali soldi? Con i soldi presi dall’Inps, dice Ichino, e cioè i soldi persi dalle trattenute del lavoratore. Non essendo economista, non ho la presunzione di commentare e giudicare una proposta di legge di tale portata ma quello che è evidente è un fondo pensionistico limitatato e riempito dallo stesso lavoratore, e l’abolizione dell’articolo 18. Montezemolo sostiene questo, che è come proporre di farci piacere la cacca. Licenziati ma protetti, mi viene da dire.

Insomma, tutto questo parlare era per dire che Montezemolo non sarebbe (sarebbe) un passo avanti rispetto a Berlusconi. E mi va di sottolinearlo visto che sempre secondo ItaliaFutura un buon 82% degli elettori di centrosinistra vedrebbe cosa buona Montezemolo in politica. E poi, a me, continua a non piacere quell'accostamento dell'Italia alla Ferrari e i box e le partenze e i traguardi. Sarebbe un po' come accostare l'Italia al Milan, per fare un esempio a caso.

8 commenti:

  1. Montezemolo mi dà l'impressione di essere solo l'ennesimo raccomandato. Non mi pare abbia mai dato prova di eccezionalità e le buone maniere e il savior faire non bastano certo per fare la differenza. Me lo ricordo più che altro perchè è stato assieme alla Fenech, e sì, anche io penso che l'italia non ne abbia bisogno.
    B. avrà tutti i difetti di questo mondo e la sua carriera politica per l'italia è stata solo un peso, ma resta indiscutibilmente il più in gamba della politica, Montezemolo invece...

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  2. Avere tutti i difetti di questo mondo e essere un buon politico è un po' come non saper fare una pasta ed essere bravi cuochi.

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  3. "Ripartire dai box" è come "scendere in campo", per fare un altro esempio a caso.

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  4. Che dire, hai ragione. E' il terribile fantasma che mi appare quando sento citare le mitiche "riforme".

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  5. giuste considerazioni le tue, ma sul contratto unico io sarei meno tranchant.
    giusto per dirne una (altrimenti sarei troppo lungo) perché l'articolo 18 vale solamente per una minoranza (minoranzissima) di aziende: le altre fanno come fece quella in cui lavoravo io, il 21 ottobre ti convoca e ti dice che dal 1° novembre, ahimé... la crisi! sono aziende che tra un dipendente a tempo indeterminato (o determinato) e una partita iva o un cocoprò assumono queste ultime tipologie non perché esiste l'articolo 18 (comunque NON da abolire!!!), ma perché fiscalmente vantaggioso. e sono lavoratori che non soltanto non sono coperti dall'articolo 18, ma nemmeno da altri ammortizzatori sociali.

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  6. Che poi, a dirla tutta, in una partita di calcio al massimo ti azzoppi, in formula uno, se ti schianti, ci puoi anche lasciare le penne. Sogno una metafora della carambola applicata alla politica.

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  7. Mi associo a nonunacosaseria: ora, e sempre più in futuro avremo due classi di lavoratori: i lavoratori di serie A e di serie B. I primi con tutte le tutele del caso e che costano una quantità assurda di soldi in tasse che invece potrebbero finire in tasca dei lavoratori. I secondi, precari e senza diritti, licenziabili a piacimento, che invece costano meno in termini fiscali e quindi appartengono alle classi sociali più vulnerabili, che invece dovrebbero essere quelle tutelate.
    Dunque i lavoratori di serie A finiranno per essere i consulenti ben pagati, i manager, mentre tutti gli altri saranno lavoratori di serie B senza diritti.

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  8. La mia impressione è che le tasse di cui tu parli siano in realtà soldi che vadano a tutelare i lavoratori. Che poi siano eccessive, questo sarebbe da valutare e tagliare (cose che dovrebbero fare degli esperti, non certo io). Non so, io non vedo questa forbice. La realtà è che i contratti indeterminati e, diciamo, che tutelano il lavoratore, sono sempre di meno. Per seguire il tuo ragionamento direi che i lavoratori di serie B saranno la maggioranza. Anzi, sono la maggioranza.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)