venerdì 1 aprile 2011

Domani

di Sempre un po' a disagio

Domani mattina so che riceverò una telefonata di mio fratello e so anche che ci saranno un paio di frasi ironiche come una volta, quando respiravamo nella stessa casa, ascoltavamo gli stessi litigi di mamma e papà e sbattevamo contro gli stessi spigoli. Poi domani mattina lui mi dirà che con Angela va tutto bene, che non sanno se cambieranno casa o compreranno un’automobile e che il lavoro, cavolo, va così così, “Sai”, mi dirà, “questa cosa della partita Iva, a me sembra una fregatura. Sono un dipendente come te, uguale uguale, ma con la partita Iva”. E io starò ad ascoltare questa cosa della partita Iva grattandomi una gamba o giocando con una penna, senza sapergli dare una risposta, un incoraggiamento, una soluzione. Poi finiremo, domani mattina, per parlare della grande musica anni ottanta o del peso forma di papà e l’argomento partita Iva rimarrà solo un leggero rumore di sottofondo, sempre più distante, incompleto, informe, soffocato.

Poi di pomeriggio me ne andrò in libreria, stringendomi nel dovere già un’ora prima, già in macchina, e prima di entrare in negozio so che incontrerò un conoscente commesso, uno dei tanti, che mi racconterà prima di una gita in montagna con Elisabetta e poi del suo contratto che “io ho questo contratto che se non sbaglio si chiama contratto a progetto, dove in realtà sono socio ma non è mica vero che sono socio. Guadagno poco e devo lavorare tantissimo, e le domeniche mica me le pagano di più. Non so mica se ho intenzione di continuare” E lui continuerà, invece. Continueremo tutti a muovere saliva in bocca, a non saper definire questi strani contratti dove si è soci senza esserlo, continueremo a odiare quei cartelli sulle vetrine dei negozi che dicono “cercasi stagista” e che noi sappiamo bene che sono scappatoie. Sì, continueremo. Ma in realtà staremo zitti, come ogni giorno. Staremo muti, ignoranti, senza saper definire, vuoti di protesta, vasi colmi di niente. Incapaci, anche domani, di ribellarci al padrone, ai padroni e alle loro macchine costosissime. E anche domani, porca miseria, “Lotta di classe”, “Rivoluzione”, “Protesta”, saranno solo parole incastrate con altre sulle copertine di libri nel reparto Storia e Attualità e la voce Netto in Busta, come nella vita, anche nei sogni si travestirà di un simbolo a caso. Per farci dormire bene.

2 commenti:

  1. Quando smetteremo di essere "atipici" se “Lotta di classe”, “Rivoluzione”, “Protesta”, continueranno ad essere solo parole incastrate con altre?

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  2. Ecco, magari sarà un passettino in avanti (per me).

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)