lunedì 1 agosto 2011

L'ordine

del Disagiato

In teoria, e dico in teoria, il mestiere del libraio implicherebbe anche una buona conoscenza dell’ordine oltre che una buona conoscenza dei libri e della loro casa editrice. In teoria, e dico in teoria, il mestiere del libraio implicherebbe anche la capacità di fare una buona esposizione dei volumi in vendita per attirare l’occhio distratto del cliente. In teoria il libraio dovrebbe saper fare queste cose e cioè saper collocare i libri nel posto giusto, saper scovare rapidamente un titolo, sapersi muovere nell’ordine alfabetico senza esitazione e saper, infine, sopportare il disordine a fine serata. Il libraio deve avere un po’ di disciplina, insomma, e per avere un po’ di disciplina deve amare l’ordine e la pulizia. Altrimenti non ci si muove, altrimenti il cliente aspetta e sbuffa, altrimenti i colleghi si innervosiscono per le pause e i dubbi dettati dal disordine. Ecco, tutto questo per questioni di mercato più che per questione di principio. Essere efficienti e disciplinati significa poter accontentare più clienti e più il cliente è contento più il cliente si sente amato e più il cliente si sente amato più torna. A questo, ripeto, serve la disciplina: a fare più soldi vendendo più libri.

Poi una sera di qualche mese fa è giunta in negozio la notizia che sarebbero arrivati due bancali di libri tascabili e in offerta. Ma con una novità: non esporli in maniera accurata. “Cosa vuol dire non esporli in maniera accurata?”, ho chiesto alla mia collega. E lei, stupita quanto me, ha cercato di interpretare la direttiva: “Penso voglia dire di collocarli in un grande cesto o espositore alla rinfusa, senza badare a un ordine alfabetico, senza badare agli autori o alle collane. Penso voglia dire questo”. “Sì, ma l’ordine che fine fa?”, ho ribattuto io. 


I due bancali di libri sono arrivati, poi. E allora ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo tolto dalle scatole libri non brutti da vendere a poco meno di cinque euro (chi dice che i libri costano tanto si becca un cazzotto), li abbiamo contati, prezzati e poi esposti. Anzi, non proprio esposti, ma buttati su una pedana quadrata senza alcun criterio.”Sì, ma l’ordine?”, si chiedeva qualcuno di noi. “E i clienti come faranno a destreggiarsi in mezzo a questa confusione?”.

I libri, sarà per il prezzo basso, stanno andando se non a ruba, quasi. Si vendono nonostante la mancanza di un ordine alfabetico, nonostante i cumuli scriteriati di volumi, nonostante l’anarchia dei nomi e i cognomi degli scrittori e nonostante un'esposizione non bella da vedere. Qualcuno di noi, allora, ha cominciato a supporre che quei libri si vendono non “nonostante” l’assenza di un’elegante esposizione ma grazie all’assenza di un’elegante esposizione. Come se qualcuno, in questi anni, ci avesse raccontato una grande bugia a proposito dei clienti. I clienti, comincia a supporre qualcuno, sono attratti dai libri che quasi cascano a terra, dai libri rovesciati, disordinati, schiacciati e piegati. Ad attrarre il signore o la signora non è il grande cartello “OFFERTA! LIBRI A €4,90”,  ma il disordine. 

“Sì, ma l’ordine?”, si chiede qualcuno di noi.

14 commenti:

  1. Il disordine serve per dare al possibile acquirente (quorum ego) la speranza di trovare qualcosa di interessante lì nel mucchio. So perfettamente che sarebbe la stessa cosa con i libri messi in ordine, ma è più forte di me :-)

    Inutile dire che in casi come questo ti scordi di tenere da qualche parte una lista dei libri.

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  2. Una lista dei libri c'è, ma ad uso personale della nostra Responsabile. Per il resto penso che hai ragione te: la speranza di trovare qualcosa di buono li spinge a cercare.

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  3. credo sia il solito meccanismo delle bancarelle dei libri vecchi e usati. uno si mette lì e cerca l'edizione tascabile di quel libro che in libreria non trova più perché fuori catalogo (per quanto tempo ho cercato tra le bancarelle "uscita di sicurezza" di silone nell'attesa che venisse ristampato! probabilmente, se avessi visto la pedana quadrata, mi sarei messo lì a rovistare tra i volumi).

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  4. È la speranza che diceva mau sopra. In effetti nel mucchio di quei libri ci sono parecchi fuori catalogo o vecchie edizioni. "Uscita di sicurezza" non c'è, però.

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  5. bah, sarà ...
    secondo me è l'OFFERTA! :-)

    g

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  6. Secondo me, è il principio del self-service, ovvero del negozio americano. Non servono più i librai, serve la pubblicità sui media, sulla collezione. In tempi estivi, poi, la gente trangugia di tutto, compra per fingere sotto un ombrellone.
    ciao falcolibero

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  7. I librai non sono mai serviti, se è per questo.

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  8. Per me quei mucchi di libri sono simili a quando andavo in cantina da mia nonna: ci può essere sempre una cosa che non ti aspetti, lì sotto, o una sorpresa, persino un tesoro.

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  9. Se il tesoro c'era, se l'è preso il commesso...:)

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  10. sarà che subisco il mio, di disordine, ma mi piace tanto un'esposizione ordinata, in cui cercare il mio volume senza fare a gomitate.
    Rifuggo i cestoni in cui si rufola in stile mercato, ma credo che per tante persone sia un esercizio irresistibile.
    variabile

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  11. Ma certo che è il principio "caccia al tesoro"!

    L'ordine alfabetico funziona benissimo se sai già cosa cercare. Quando trovi una cesta invece non lo sai, rovisti, e ti porti a casa cose che magari proprio non avevi intenzione di comprare, o quel libro che da un po' volevi leggere ma non era una priorità o quello che avevi prestato a chissacchì e allora meglio comprarlo visto che le probabilità che torni da solo sono quantomeno esigue...

    Poi deve essere da tanto che non vai al mercato. Con le magliette e qualche volta con le mutande funziona uguale...

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  12. i centri commerciali sono consumismo di destra, il mercato è consumismo di sinistra..

    è uno stereotipo solo nella mia testa?
    variabile

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  13. È uno stereotipo anche nella mia testa. Però una volta era più stereotipo rispetto ad adesso.

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  14. Quello della ricerca nel marasma è il fascino di Gould's Book Arcade, libreria australiana famosa in tutto il mondo:
    http://www.visitnsw.com/town/Newtown/Goulds_Book_Arcade/info.aspx

    Penso che per quella fascia di prezzo abbiano ragione i markettari che hanno voluto i libri "mescolati": anche a causa del prezzo sono libri che vengono scelti alla leggera, pescando dal mucchio qualcosa che abbia un nome che incuriosisce oppure un autore del quale si è letto qualcosa o del quale non si è mai letto niente e che invece si vorrebbe conoscere.
    La cosa funziona particolarmente bene coi classici e con la fantascienza, almeno nel mio caso.

    Un ultimo appunto: la libreria fisica, un tempo luogo d'elezione in cui poter cercare un determinato libro sta ovviamente cedendo il passo alle librerie su internet, forti dei loro potenti database. Sarà sempre più opportuno avvicinare i libri ai lettori con incontri "casuali", come questi, oppure esponendo i libri con logiche un po' meno di compiacenza nei confronti degli editori: quando entriamo in libreria sotto natale, le esposizioni all'ingresso dei soliti autori noti non creano nel cliente un'aspettativa di fiducia nei confronti della libreria.

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(Con educazione, se potete. E meglio ancora se con un nickname a vostra scelta, se non vi dispiace, visto che la dicitura Anonimo è brutta assai. Qualora a nostro parere doveste esagerare, desolati, ma saremmo costretti a cancellare. Senza rancore, naturalmente.)