Se poi vogliamo avere un'idea della disastrosa eredità che quelle leggi ci hanno lasciato, basta elaborare i dati del Casellario centrale dei pensionati, aggiornati al primo gennaio 2001. Si scopre che ci trasciniamo ancora più di mezzo milione di pensioni baby, liquidate a lavoratori con meno di 50 anni d'età: 535.752 per la precisione, che costano allo Stato circa 9,5 miliardi di euro l'anno. Ancora oggi l'Inpdap, l'ente di previdenza del pubblico impiego, paga 428.802 pensioni concesse sotto i 50 anni: di queste più di 239 mila vanno a donne e quasi 185 mila a uomini, per una spesa nel 2010 di 7,4 miliardi. A queste pensioni si sommano 106.905 pensioni liquidate a persone con meno di 50 anni nel sistema Inps (regimi speciali e prepensionamenti) per un costo di altri 2 miliardi.Ecco, a me questa cosa che in Italia esistessero le cosiddette baby-pensioni mi aveva sempre mandato in bestia (sarà perché conoscevo una persona in baby-pensione e mi stava molto antipatica, sarà pure solo per questo); solo, che tra un commmerciante evasore fiscale e l’altro e un dentista evasore fiscale e l’altro e un carrozziere con la villa al mare e l’altro, me ne ero dimenticato.
Però oggi ho letto l’articolo del Corriere e ho pensato che sì, che tutto sommato ci sono scelte che possono (e dovrebbero) essere fatte nell’interesse di tutti, anche se a scapito di qualcuno. E che un contributo a un «fondo giovani» come quello proposto dal baby-pensionato che ha risollevato la questione con una sua lettera al Corriere non sarebbe una pessima idea. E che qualcosa bisogna pur farla, visto che i vecchi baby-pensionati di ieri (35-40 anni di media, all’epoca) sono ormai quasi più giovani dei giovani in cerca di prima occupazione di oggi.
Col passar del tempo, per l’esaurirsi dei ricordi scolastici, si legge ‘privilegio’ come una parola che evoca qualcosa fatto in barba alla legge. Non è così, anche se, a pensarci bene, una legge fatta ad personam (eccone il senso) oggi più che mai suscita nient’altro che rabbia. I privilegi andrebbero quindi tolti (…e il Latino rimesso alle medie), soprattutto ora che il disagio aumenta.
RispondiEliminaUn esempio di privilegio? Ho amici medici (molti) che ricevono una lauta pensione (3000-4000 E) e cumulano montagne di redditi (magari nemmeno tutti dichiarati) continuando la libera professione. E’ legale (a parte l’evasione, peraltro peccato veniale -la Chiesa l'assolve con meno di tre pater ave e gloria).
Qual è il senso della pensione? Non dovrebbe essere una civile solidarietà verso chi, anziano, non può più sobbarcarsi l'onere del lavoro.
Invece, accidenti!
La penultima frase manca di un punto di domanda.Chiedo scusa.
RispondiEliminaUna piccola evasione,la mia: evado un punto.
Cosa mai sarà, la mia evasione puntale, di fronte al buco nero delle domande senza risposta?
L'esempio che lei porta, gentile Alan, meriterebbe un lungo post e una lunga riflessione. Per nulla d'evasione, se lei me lo concede.
RispondiEliminae molti di loro lavorano (in nero...)
RispondiEliminaIo, però, pur condividendo in generale il senso del post, continuo a chiedermi (qui, come altrove) perché, se devo (e, giustamente, devo) andare in pensione come i dipendenti del privato, continuo a pagare (quasi) il doppio dei contributi del privato.
RispondiEliminaCosì, per chiedere, eh?
(per tacer degli impegni di cura domestica che, volenti o nolenti, toccano quasi esclusivamente alla metà del cielo più glabra)